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Dov'era la fila per il seggio?

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

28
APR
2016
A referendum ancora "caldo", ecco la notizia di un terribile versamento nelle acque liguri. Peccato aver sprecato un'occasione utile per ribadire l'attenzione e la cura verso il nostro mare
Neanche a dirlo: petrolio in mare. Il giorno successivo al 17 aprile, giorno del referendum contro le trivellazioni, che come noto non si è concluso nel modo sperato per mancato raggiungimento del quorum, Renzi ha tirato un sospiro di sollievo nel sapere che la notizia dello sversamento di petrolio nelle acque ligure fosse giunta dopo e non prima le votazioni. E sì, perché immagino che solo in quel caso - forse - avrei potuto vedere la fila al seggio elettorale.
C’è da aspettare in fila ai bagni pubblici, alla cassa del supermercato, per il nuovo modello di iphone, per entrare allo stadio, ma state certi che per votare non si farà mai la fila.
Che vi prende italiani? ITALIANI!!! Dobbiamo gridare al megafono in piena notte “vota Antonio, vota Antonio” come faceva Totò per portarvi alle urne?
La rottura di una conduttura, quella dell’oleodotto Iplom, ha inondato il torrente Polcevera di petrolio oleoso col rischio certo di minaccia della fauna fluviale. Almeno 600 metri cubi di greggio per ora si è riversato nelle acque e chissà quale sarà la quantità reale da qui in avanti.
Mentre la chiazza arcobaleno oleosa si allontana al largo nonostante gli sbarramenti innalzati a 100 metri dalla foce, il sostituto procuratore di Genova, Alberto Landolfi, ha aperto un’inchiesta per disastro colposo a carico di ignoti e, al contempo, si procede alla schiumatura per limitare l’evaporazione e pure al monitoraggio mediante comunicazione giornaliera dei valori registrati per tenere sotto controllo la situazione.
Ad avvertire subito le conseguenze dell’incidente sono stati gli abitanti delle acque ligure: gli animali, vittime dirette dell’inquinamento. Del nostro inquinamento. Non soltanto i pesci sono stati intossicati, ma pure aironi, oche, e cormorani sono stati completamente ricoperti di petrolio nero.
Per noi umani invece, secondo gli aggiornamenti acquisiti, sembrerebbe che “al momento non esisterebbero elementi di pericolo sanitario”. Eppure il Comune di Genova ha messo le mani avanti riservandosi la possibilità di chiedere lo stato di emergenza alla Regione Liguria e l’amministrazione “sta valutando se vi siano stati comportamenti evitabili che hanno arrecato danni all’ambiente, ciò per preservare gli interessi della collettività”.
Cosa accadrà adesso? Accadrà che il denaro che sarebbe potuto essere destinato alla creazione di spazi verdi, migliorie urbane e così via, sarà invece impiegato come un cerotto ad arginare il flusso di sangue nero che esce dalle arterie delle nostre malsane scelte ambientali. Certamente la cicatrice di quell’incidente - l’inquinamento - resterà visibile, nonostante si tenterà di curare alla meglio il danno mediante bonifica dell’area incidentata.
Questa nostra Italia mi sembra una casalinga pigra che spazza la polvere per metterla sotto il tappeto; manca di lungimiranza, di obiettivi nel lungo periodo, e continua ad approssimare delle soluzioni alla carlona nel ridicolo tentativo di rimediare al danno fatto.
 
MUFFIN ALLO YOGURT CON FRUTTI DI BOSCO VEGANI
INGREDIENTI
-    1 tazza di farina integrale e farina di farro (in proporzione metà e metà)
-    1/2 tazza di zucchero di canna grezzo
-    1/2 bicchiere di olio di semi di girasole
-    2 vasetti di yogurt di soia ai frutti di bosco
-    1 bustina di lievito vanigliato
-    buccia grattugiata di un limone biologico
-    acqua q.b
PROCEDIMENTO
In una ciotola capiente ho unito la farina allo zucchero e il lievito, ho mischiato le polveri e ho unito l’olio, lo yogurt e l’acqua a filo, fino ad ottenere un impasto morbido, ma non liquido. Solo alla fine ho unito la buccia del limone grattugiato.
Ho oleato i pirottini di alluminio per muffin (circa due cucchiai colmi) e ho infornato a 180° per 25 minuti forno ventilato.
 


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