Cuore di cane

Heart of a Dog, fu presentato l’anno scorso alla Mostra del Cinema di Venezia, commuovendo  e incantando la critica, raccontando con un delicato linguaggio visivo la vita condotta accanto ad un cane, e riflettendo sul significato, profondo, della memoria, della perdita, ma soprattutto dell’amore.

Il tempo scorre lento o veloce, tutto sta nella percezione soggettiva del tempo stesso. Ognuno di noi affronta il senso di tristezza e di dolore, di perdita, con profonda introspezione o con distacco, distraendosi o rintanandosi nei ricordi. 

Il dolore della perdita di Lolabelle è stata portata sul grande schermo e raccontata a tutti.  

La narrazione spazia tra immagini di Lolabelle, e la storia della madre di Laurie Anderson e il marito, Lou Reed. Tre persone di cui ha dovuto sopportare, diversamente, la perdita.

«In quanto artista ho realizzato musiche, dipinti, installazioni, sculture e opere teatrali», spiega Laurie Anderson, «ma più di ogni altra cosa, sono una cantastorie. La scelta di fare Heart of a Dog è stata un modo per tradurre il mio lavoro in una forma che non avevo mai utilizzato. Anche se ho spesso usato immagini su schermi multipli in spettacoli multimediali, questa è stata la prima volta che ho cercato di collegare delle storie in un film dalla struttura narrativa flessibile usando le immagini e l'animazione per completare le frasi. La questione al centro di Heart of a Dog è: che cosa sono le storie? Come vengono realizzate e come vengono raccontate? Lungo tutto il percorso sono stata guidata dallo spirito di David Foster Wallace e dalla sua affermazione Ogni storia d'amore è una storia di fantasmi, che è stata il mio mantra» spiega la Anderson.

Ciò che emerge dal visionario cortometraggio dell’artista è l’attaccamento al passato, ai ricordi e alle emozioni che ha vissuto; all’amore verso il proprio compagno, verso il proprio animale e al modo in cui si reagisce al dolore stesso dopo una perdita: “devi imparare a sentirti triste senza essere triste. Non stare seduti a piangere ma fare qualcosa. Agire, alzarsi in piedi. Non siamo qui per sempre. Guardiamo la vita, ci sono anche momenti molto belli”. 

Tale positività arriva come uno spiraglio di luce nella vita di chi affronta momenti bui, perché è una luce che si lega al concetto di amore, rappresentato così come il marito voleva intenderlo: “non qualcosa di nostalgico, ma più simile al tempo, che gira in circolo e guarda in tutte le direzioni”.