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Sindrome del lemming e il suicidio di massa

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

12
GEN
2017
Marketing, logiche di mercato, la corsa al profitto in barba all'etica. Quando le scelte di uno influenzano quelle degli altri
 
 
 
I lemming, o Lemmi in italiano, sono piccoli roditori erbivori della Norvegia che, per loro natura come un po’ tutti i roditori, si riproduce in modo assai rapido.
 
La curiosità che riguarda quell'animaletto è la sua tendenza a “darsi una regolata” in termini riproduttivi. Infatti, molti dei lemming, quando diventano troppo numerosi, abbandonano il gruppo e vanno verso il suicidio, giù verso corsi d’acqua.
 
Del suicidio di massa che li caratterizza si è detto di ogni, ma secondo il biologo Gordon Jarrell, si deve parlare di leggenda. Seppur vero che molti dei lemming lasciano la montagna per cercare nuove sistemazioni, sarebbe più corretto parlare di un suicidio inconsapevole, poiché i roditori lasciano il nido, ma inevitabilmente incontrano difficoltà lungo il percorso che porta loro verso la morte.
 
Si paragona, in tempi moderni, l’animaletto suicida all’uomo. Perché mai? La risposta va ricercata  nella c.d. sindrome del lemming.  Questa teoria economica analizza i comportamenti umani nelle scelte che ogni giorno compie. In generale, potremmo dire che il consumatore medio è un essere razionale, che effettua le sue scelte in termini di soddisfazione di un bisogno e lo fa sulla base di quello che può permettersi economicamente. E’ la legge della domanda, come la chiamano gli economisti, secondo cui se il prezzo sale, la quantità domandata di quel bene diminuisce. Logico no? Eppure noi consumatori siamo tutt’altro che logici, siamo esseri particolari, irrazionali nella nostra razionalità. Spesso le scelte sono veicolate dalla pubblicità, dalla posizione delle merci sugli scaffali del supermercato, spesso siamo indotti ad acquistare un prodotto perché averlo significa entrare in una cerchia sociale, uno “status symbol”, altre volte si acquista un prodotto ad un prezzo più alto perché pensiamo che il costo maggiore rispetto ad un altro sia sinonimo di migliore qualità. Insomma, le nostre scelte sono scelte suicide. La metafora che lega i lemmi alla psicologia umana non deve spaventare. Ma anzi dovrebbe farci riflettere sull'atteggiamento alquanto "strano" che siamo soliti assumere. Sappiamo che una dieta ricca di zuccheri e grassi non fa bene alla salute eppure mettiamo nel carrello prodotti che ne sono intrisi. Eppur vero, però, che siamo profondamente legati gli uni agli altri, che abbiamo bisogni da soddisfare che vanno al di là del cibo o dell'acquisto tecnologico di ultima generazione. Abbiamo un forte bisogno di appartenenza. In un mondo caotico fatto di volti nuovi e diversi, in un mondo di incertezze, ciò che si desidera è di sentirsi uguale all'altro, un non-diverso. Probabilmente questi strani roditori, inseguono un desiderio comune, e scelgono la strada già battuta da altri, piuttosto che percorre da soli, una nuova via, forse migliore.


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