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Gli avvelenatori di quartiere

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

15
MAR
2017

In molte zone del barese, in particolare zona Japigia e quartiere Libertà, le autorità hanno ricevuto segnalazioni di avvelenamento da topicida che ha ucciso cani randagi e di proprietà


Probabilmente il problema dei canili pieni e di molti randagi che ne restano fuori, occupando le strade e le campagne, per alcuni andava risolto con le maniere forti.
In molte zone del barese, in particolare zona Japigia e quartiere Libertà, le autorità hanno ricevuto segnalazioni di avvelenamento da topicida che ha ucciso cani randagi e di proprietà.

E’ il caso di Alexia, un cocker di 12 anni, deceduto dopo aver inghiottito un bocconcino avvelenato: “I veterinari che l’hanno assistita, spiega la proprietaria del cane, hanno riconosciuto subito nell’emorragia da bocca, ano e vescica i sintomi dell’avvelenamento proprio perché erano già avvenuti casi simili”. Infatti, casi analoghi hanno avuto come malcapitati protagonisti due cani di quartiere che erano regolarmente sterilizzati, vaccinati e muniti di microchip intestati alla Asl di Bari, entrambi deceduti dopo poche ore di atroce agonia.

Intanto continuano le indagini per rintracciare l’autore di queste barbarie a cui rivolgiamo una semplice domanda: perché? perché prendersi la briga di preparare un alimento avvelenato e darlo in pasto a innocenti? perché la presenza di cani (e di gatti in egual modo) disturba la loro quotidianità?
Secondo alcuni la spiegazione starebbe nel fatto che la presenza sul territorio di animali liberi come cani e gatti a causa della cattiva gestione da parte delle amministrazioni competenti che stentano, ancora, a trovare una soluzione definitiva al problema del randagismo e dei canili pieni, ha raggiunto un livello di tolleranza zero.
Recentemente, infatti, la sentenza n. 164/2017 del Tar Puglia – Bari, sezione II, ha accolto il ricorso promosso dalla Lega nazionale per la difesa del cane contro l’ordinanza sindacale urgente che disponeva la restituzione di un numero elevato di cani ricoverati presso un canile-rifugio privato a pagamento, rimettendoli sulle strade del territorio barese in condizione di randagismo o la loro soppressione qualora fossero stati ritenuti pericolosi.

Intanto i veterinari consigliano a precauzione di quanto sta accadendo in questi giorni ai cani di proprietà e randagi, di tenere il cane al guinzaglio e sotto stretto controllo, evitare che questi possano mangiare cibo per strada e portare in borsa durante la passeggiata acqua ossigenata, ritenuta “salva vita” dagli stessi veterinari.


 



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