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Non serve altra violenza

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

4
APR
2017

A proposito dell'omicidio del ventenne di Alatri, Emanuele Morganti: una tragica vicenda che ha tirato in ballo anche i vegani

"I vegani dicono” è sempre stata una frase che ha causato forti pruriti a molte persone, me compresa. Tipiche espressioni che fanno di tutta l’erba un fascio. Giorni fa, questa frase è apparsa su alcuni giornali a proposito del noto caso del giovane ventenne di Alatri, Emanuele Morganti, massacrato da alcuni suoi coetanei nella notte tra venerdì e sabato. Per gli inquirenti restano aperte tutte le piste legate al suo omicidio, vendetta, abuso di alcol e droghe comprese.
Cosa lega questo caso al mondo vegan? Quando la notizia è stata diffusa, si è anche appreso qualcosa di più sulla vita del giovane ragazzo, tra cui che era un amante della caccia e della pesca. Non è la prima volta che, soprattutto nell’era dei social network, se a galla vien fuori che a morire è un cacciatore, torero, macellaio, pescatore, per molti vegani non è un dramma, anzi ben gli sta. E così facendo molti giornali hanno colto la palla al balzo per accusare in maniera collettiva “i vegani”, tutti. Molti titoli di giornali riportano, infatti: “Vegani scatenati contro Emanuele”, “Alatri, sciacallaggio dei vegani”.
Sfatiamo un mito, uno di quelli che da circa due anni, dalla nascita di questa rubrica, si tenta di comunicare: “violenza genera violenza” e siamo prima di tutto esseri umani che vegani, cristiani, mussulmani, omosessuali, e qualsiasi altra etichetta si voglia appiccicare addosso.
La violenza di cui parlo, per coerenza di pensiero al mondo vegano, non potrebbe mai appartenere a questa scelta, piuttosto ci si schiera dalla parte di chi ha subìto atti di sopruso tanto animale quanto umana. “Manifestare con la violenza per una giusta causa significa non solo invertire l'intenzione, ma anche andare a colpire persone innocenti.” (cit. E. Breda).
Credo che sia compito nostro, “dei vegani”, cercare di comunicare una cultura non violenta dando la possibilità di informarsi e poi di scegliere. Ciò che è accaduto ad Emanuele, ovvero insulti da parte di vegani arrabbiati per le attività svolte dal ragazzo e la violenza verbale con cui ci si è rivolti a lui e ai suoi cari, non dovrebbe mai più accadere.



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