Inquinamento, smog, nuove costruzioni e meno verde in città. Come combattere tutto questo? Con l’aiuto dei contadini urbani

Sono ragazzi dai 25 ai 35 anni, fanno i conti con il lavoro precario, le tasche vuote e le mascherine antismog in città. Non si parla forse di generazione col capo chino sui cellulari? Eppure loro, i contadini urbani, si sporcano le mani e lavorano la terra.
Il contadino urbano è una figura che si occupa di coltivare gli orti cittadini e ogni spazio verde urbano adoperando anche le nuove tecnologie.
Se il cibo costa caro, arriva l’autoproduzione; infatti che sia per puro diletto o per professione, un elemento pare certo: coltivare da soli il proprio vasetto sul balcone incide positivamente sui consumi. Molti sono i corsi e i progetti che insegnano il vecchio mestiere in chiave moderna. Basta seguire pochi e pratici consigli per ottenere un piccolo orto urbano sul proprio balcone e sul web si espandono a macchia d’olio tutorial, ebook scaricabili e siti specializzati promuovendo una vera e propria visione alternativa all’idea di consumo di cibo in scatola acquistato sugli scaffali e incentivando la voglia di cibo biologico e a chilometri zero.
Questa tendenza ha toccato vari Paesi con più o meno progetti ambiziosi. Pensiamo a Todmorden, nello Yorkshire, che si è dato l’obiettivo di diventare una cittadina completamente autosufficiente entro il 2018.
L’autoproduzione giova al portafoglio e, al contempo, al benessere della mente. Stare in mezzo alla natura riduce lo stress, aumenta la creatività, migliora la memoria a breve termine (può essere migliorata del 20% guardando immagini di paesaggi naturali), migliora l’autostima e il senso di appartenenza.

 

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