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Il prosciutto crudele di Parma

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

15
GIU
2017

Dalle stelle alle stalle, è il caso di dire. Sì, perché il noto marchio d’eccellenza made in Italy dovrà dare parecchie spiegazioni su quanto sta accadendo nei suoi allevamenti intensivi di maiali

Immagini e video shock hanno scosso l’opinione pubblica: maiali agonizzanti, malati e feriti dai loro stessi atti di cannibalismo con cui sfogano le frustrazioni della clausura forzata;  operatori violenti che utilizzano bastoni e calci sugli animali.
Andare oltre il marchio di eccellenza come il prosciutto di Parma è sempre cosa buona e giusta. Lo sa bene il team investigativo di Essere Animali, l’associazione no profit che per 6 mesi ha monitorato le condizioni di maiali in un allevamento intensivo in provincia di Forlì fornitore del Prosciutto di Parma.
Scomode e orribili immagini che parlano di sfruttamento animale hanno trovato ampia diffusione attraverso media: “Buio pesto, odori nauseabondi, caldo insopportabile, decine di animali chiusi e ammassati in piccoli box gli uni sopra gli altri, un tappeto interminabile di feci e urina. È l’ennesima visita, ma ogni volta rivivi l’orrore, quel disagio che ti provoca un ambiente così sinistro. […] La distesa infinita di animali è angosciante, sono sporchi e quasi tutti feriti, soprattutto alla coda e alle orecchie, che si mangiano per lo stress e la frustrazione. Sei lì a pochi centimetri, impotente. Li guardi uno a uno e incroci spesso il loro sguardo, limpido ed espressivo. Ne capisci immediatamente la sofferenza e cerchi, inutilmente, di dargli un patetico conforto. Alcuni, curiosi e intraprendenti, allungano la testa fin fuori dal box e si guadagnano qualche grattino sul muso. Continui a guardarli, quasi perso nei tuoi pensieri, e ti senti tremendamente in colpa, per tutto quello che la tua specie sta facendo alla loro, senza alcune giustificazione o ragione”, scrive Andrea, uno degli investigatori.
Viaggiano due informazioni contrastanti. La prima è la fama del marchio a livello internazionale e i suoi successi commerciali; dall’altro invece viaggia silenzioso il treno della sofferenza, dell’agonia e di chi non può ribellarsi a tanto orrore.
Cosa sta accadendo adesso dopo le conclamate rivelazioni?
A seguito dell’inchiesta di Essere Animali, il 20 dicembre il Corpo Forestale dello Stato ha eseguito un blitz nell’allevamento. È stato accertato che “in un capannone venivano detenuti circa 550 suini di varie taglie con mantello molto sporco di feci, ferite esposte alle orecchie e altre ferite dovute all’attacco da parte di altri suini ed erano presenti alcuni animali palesemente malati e sofferenti”.
Ovviamente il consorzio Prosciutto di Parma non ha tardato a lavarsi le mani come Ponzio Pilato, mostrandosi a sua volta sconvolto. Ora la Polizia Postale ne ordina l’oscuramento essendo stato predisposto da un giudice il sequestro preventivo del video frutto dell’investigazione condotta da Essere Animali: “è un modo per eliminare documenti scomodi molto prima di vagliarli in un processo” conclude l’associazione.
Eppure parliamo di un animale, il maiale, che secondo studi scientifici è socievole e curioso, capace di provare emozioni come la gioia e la paura e possiede eccezionali doti comunicative, tanto da essere in grado di risolvere test di intelligenza come gli scimpanzé e di riconoscere il proprio nome, come molti animali che già rispettiamo e proteggiamo.
Ora l’associazione lancia un appello ai sostenitori della giustizia: “Difenderemo in tribunale il nostro diritto di libera informazione e con il nostro attivismo continueremo a difendere gli animali. Questa minaccia non ci fermerà!”. Intendono cioè condividere il video e le immagini come forma libera di informazione, perché il mondo deve sapere e non nascondersi dietro scuse e atti di violenza compiuti di nascosto.
 



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