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Il formaggio confuso

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

22
GIU
2017

Mai più parole come latte vegetale e burro di soia, a stabilirlo è l’Unione Europea. Crea confusione nella mente del consumatore. Ma sarà vero?

Il caso nasce in Germania, una controversia che vede opposte la società tedesca TofuTown che produce prodotti vegetali sostitutivi di alimenti animali, come burro, latte e formaggi e l’associazione Verband Sozialer Wettbewerb che combatte la concorrenza sleale.
L’associazione ha avviato una azione inibitoria nei confronti della società TofuTown accusandola di violare la normativa dell’UE in merito alle denominazioni da utilizzare per la messa in commercio di prodotti lattiero-caseari. La società si difende affermando che, ad ogni modo, la parola burro o latte è comunque associata a prodotti vegetali, ovvero “burro di tofu” e così via.

In Tribunale vince l’associazione. Ebbene sì, secondo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea i prodotti vegetali non possono essere messi in commercio con denominazioni come “latte”, “burro”, “formaggio” e “yogurt”, perché questa denominazione è riservata ai prodotti di origine animale dal diritto comunitario. Il motivo sarebbe da ricercare anche nella “confusione” che si genera nel consumatore. La Corte specifica, inoltre, che l'aggiunta di indicazioni esplicative non esclude in modo inconfutabile la possibilità di generare confusione nella mente del consumatore. Già molti aziende usano - nel rispetto nel preesistente regolamento comunitario - la dicitura “bevanda vegetale” sui loro prodotti, senza che ciò sia ingannevole per il consumatore che è consapevole del suo acquisto.
Insomma, anche le parole contano per la Corte e molte industrie adesso dovranno stare attente a quello che mettono in etichetta.



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