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Solo una volta ogni tanto

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

14
SET
2017

Vegani, vegetariani, crudisti e fruttariani: fate largo ai “flexitariani”, più permissivi con il menu. Ed è subito tendenza

Dall’inglese flexitarian, composto dall'aggettivo flexible (flessibile) e vegetarian (vegetariano), si tratta di un neologismo che indicherebbe un approccio un po’ timido e meno radicale del convenzionale modello alimentare vegetariano e vegano. Nessuna scelta drastica che elimina carne, pesce e derivati animali, ma sporadica.
Supportato dall’ormai noto “lunedì senza carne” del cantante Paul McCartney, i flexitariani rinunciano ogni tanto alla carne e al pesce, ma non escludono questi cibi a priori.
Secondo il Rapporto Italia 2012 Eurispes, 2 milioni di italiani si definiscono vegetariani o vegani, ma molti fuori statistica dichiarano di limitare il consumo di alimenti animali o derivazione animale. Finalmente anche per costoro è tempo di coming out: siate liberi di dichiararvi flexitariani!
Le ragioni che spingono alcuni a scegliere l’alimentazione flessibile sono differenti:
1.    Denaro: la carne molto spesso costa caro e in alternativa si predilige un classico  piatto di pasta e fagioli, ovvero la “carne dei poveri” (e infatti, una porzione di pasta e legumi ha una buona composizione in amminoacidi essenziali, quasi come quella della carne);
2.    Salute: una dieta che riduce o esclude carne e prodotti d'origine animale, a favore di frutta, verdura e cereali, può ridurre il rischio obesità fino a quasi il 50%. Perciò, una dieta flexitariana è un buon modo per migliorare la propria salute.
3.    Ambiente: l’industria della carne ha un impatto enorme sull'ambiente, e i flexitariani cominciano ad occuparsene riducendo il consumo di carne. Mangiare un hamburger di meno ogni settimana, ad esempio, equivale a risparmiare una quantità d'acqua equivalente al non fare la doccia per ben due mesi!

I cambiamenti radicali non sono cose per tutti, molti infatti preferiscono modificare le loro abitudini a piccoli passi ed è il caso dei flexitariani. Ma una cosa è certa: anche i piccoli cambiamenti fanno la differenza.



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