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Un agnellino piange con la stessa voce di un neonato

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

29
MAR
2018

La consapevolezza di quello che accade nelle mura dei macelli di tutto il mondo è il primo passo nella scelta del cambiamento. Si tratta di una questione che va aldilà di quello che mettiamo sotto i denti

Quando la gente comincia a parlare con me, venendo a conoscenza del mio punto di vista sulla questione animalista, ritrovo spesso la stessa reazione: abbassa lo sguardo, il volto assume una espressione di dispiacere e le parole balbettate silenziose sono quasi sempre le stesse: “Non riesco a guardare quei video così crudeli, tutta quella violenza, tutto quell’orrore. Tutto quel sangue. Ormai quando sulla mia pagina Facebook c’è un video di maltrattamento animale, io non lo guardo più”.
Il maltrattamento animale oggigiorno, come argomento, si va estendendo non soltanto ad animali come cani e gatti, ma anche a quelli della catena alimentare come i pulcini e gli agnelli. Soprattutto con l’avvicinarsi della Pasqua le proteste animaliste si scaldano e i video sulle modalità di uccisione dell’agnello diventano più manifeste.
Comprendo benissimo quel senso di impotenza nella visione di quelle scene di violenza, il senso di nausea. Ma non è chiudendo la finestrella di quei filmati che si riesce a risolvere un problema che attanaglia il mondo animale. Sia chiaro, personalmente non credo neppure che queste tipologie di filmati vadano visti ancora e ancora. La potenza di quelle immagini credo siano talmente forti che sarebbe sufficiente prenderne visione una sola volta. Basta e avanza.
La consapevolezza di quello che accade nelle mura dei macelli di tutto il mondo è il primo passo nella scelta del cambiamento. E non si tratta di dire sono vegano o sono vegetariano, si tratta di una questione che va aldilà di quello che ci mettiamo sotto i denti. Parlo di rispetto per la vita. Se ci si è resi conto che un agnellino piange con la stessa voce di un neonato, se abbiamo appreso che quando si parla di carne, si parla di allevamenti intensivi e antibiotici, se la visione di quelle immagini piene di sofferenza ci hanno rattristato allora, mi domando, cosa ferma al cambiamento?
Una scala si sale gradino dopo gradino: è inutile voler raggiungere la vetta di corsa, ciò che è importante è che si muovano i piedi verso quella direzione. Passo dopo passo. Un giorno eliminando la carne di un dato animale, poi di un altro e sostituendolo con altri cibi. Sperimentandosi ai fornelli, appagando la propria coscienza, ringraziandoci per essere stati utili a qualcuno. Gli animali.
Non parlerò di cifre legate all’uccisione di agnelli per Pasqua. Potrei elencare dati, percentuali e statistiche che indicano una riduzione del consumo di carne di agnello negli anni. Numeri insomma. Il punto è che loro, gli animali, non sono solo numeri.
Ci sono associazioni, fatte di persone comuni, che credono che video come quelli che spopolano sul web, circa le metodologie di uccisione di agnelli, vadano diffuse e viste.
Non so chi avrà lo stomaco di vedere quei filmati dall’inizio alla fine. Provateci. Fate un atto di coraggio e consapevolezza.
FIRMA LA PETIZIONE http://www.animalequality.it/video-macello-agnelli/



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