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Che si mangia domani?

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

9
AGO
2018

Una coscienza collettiva nuova, prevalentemente vegetariana, con meno sprechi e più etica. Possibile? Sì, dalle nostre scelte di oggi dipende quello che avremo nel piatto in futuro

L’alimentazione del futuro sembra essere sempre più legata alla tecnologia. Se da un lato troviamo alimenti biologici a km 0 dalla terra al consumatore, dall’altro abbiamo a che fare con cibi creati in laboratorio. Una soluzione, questa, ai mali del pianeta: riscaldamento globale, sovrappopolazione, disboscamento, fame nel mondo. Questioni che sono tra loro in stretta dipendenza. Infatti, secondo la FAO - L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura - nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà oltre i 9 miliardi di persone e, di conseguenza, per tenere il passo con questo incremento demografico, la produzione alimentare globale dovrà aumentare del 60%.
Ciò che la tecnologia si auspica è che attraverso essa sia possibile produrre di più, ma impiegando meno risorse (naturali) possibili. I sistemi alimentari mirano a diventare più sostenibili facendo meno uso di combustibili fossili e riducendo le emissioni di gas serra.
In questa logica vanno le recenti innovazioni nel settore food; in primis, la carne prodotta in laboratorio. Il motivo principale va ricercato nella capacità di ridurre l'insicurezza alimentare a livello globale, di apportare agli alimenti maggiori valori nutrizionali, preservare l'ambiente usando meno acqua e terra rispetto all’allevamento tradizionale. Che sia questa la svolta per dire addio ai mattatoi?
Eppure, secondo molti si dovrebbe puntare alle radici e non alle foglie dell’albero; vale a dire, insomma, che si dovrebbe ricreare una coscienza collettiva nuova, prevalentemente vegetariana, che concepisca l’essere animale come un suo simile da rispettare e non da uccidere per cibarsene. Pertanto, ricostruire in provetta dei tessuti e spacciarli come carne necessaria alla nostra alimentazione non avrebbe alcun senso, perché significherebbe solo comunicare il messaggio secondo cui la carne, seppur “finta”, è necessaria alla sopravvivenza umana.
Etica, nutrizione, ambientalismo, animalismo, politica, tecnologia e - non da meno - economia, sono le grandi questioni che vanno a spasso a braccetto da tantissimo tempo. Chiacchierano tra loro, ma senza rispondere a specifiche domande. Come sarà l’alimentazione del futuro? Sarà più nutriente e salutistica? Stamperemo in 3d i nostri pasti grazie alla tecnologia? Avrà rispetto dell’ambiente e sarà accessibile a un grande numero di persone? Chi vuol esser lieto, sia: di domani non c’è certezza (cit.), il cibo del futuro si presenterà a noi nelle sue alterate forme e sapori hi-tech.

 



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