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IL BIANCO E IL NERO/ GIOIE E DOLORI DELL´AD ITRIA SCACCHI

Pubblicato da: Categoria: SCACCHI

15
MAR
2017

Il gruppo vince giacché la realtà del circolo è il fulcro di tutte le attività.
Queste ultime sono come i rami di un albero che si dipartono dal tronco e come tali non possono esserne indipendenti. Diventerebbero secchi arbusti se non fossero costantemente alimentati dallo spirito di unione associativa.  


Le ultime settimane dell’AD Itria Scacchi sono state contraddistinte da un intenso fervore scacchistico: lo svolgimento del 1° Torneo Sociale 2017, la partecipazione al 49° Campionato Italiano a Squadre e la preparazione al Trofeo Scacchi a Scuola.
Un bell’impegno per un piccolo circolo di provincia quale è il nostro, considerato che il numero degli Istruttori Federali disponibili è a mala pena sufficiente a sopperire alle richieste in continuo aumento. Esiste qualcosa, però, che ci permette di andare avanti e attenua tutti gli sforzi e le fatiche: l’Amore e la Passione per il Nobil Gioco.
Siamo ormai giunti al sesto turno del Sociale “Itria Scacchi 2017” per l’Open A e al quinto per l’Open B, competizione che ha riscosso un grande successo perché ha per protagonisti ben ventuno partecipanti. Sicuramente organizzare ogni sabato due differenti tornei, con possibilità di recupero degli incontri eventualmente non disputati il mercoledì, per un periodo lungo da Febbraio fino a Giugno, non è affatto semplice. Gli spazi da predisporre, i giocatori che si avvicendano alle scacchiere, i bambini che a volte riescono a star fermi il tempo necessario a svolgere una partita, altre volte sono irrequieti, si alzano, parlano e cominciano a girare tra i tavoli. Ovviamente gli adulti hanno molta tolleranza, però spesso è difficile riuscire a far capire ai piccoli che gli Scacchi siano uno sport un po’ diverso dagli altri comunemente praticati e che, comunque, esistono delle regole da rispettare ed una disciplina ferrea da inculcare. Quest’ultimo passaggio è il più complicato da trasmettere, ma la pazienza degli Istruttori e degli Associati adulti costituiscono un grande aiuto.
Per contro questi ragazzi sono forieri di enormi soddisfazioni, sia quando ci offrono lo spettacolo di una partita epica, quale è stata quella che hanno disputato Nicole Pesce di sei anni e Ludovico Conte di otto anni, sia quando rinunciano al pranzo domenicale per andare fino a Lecce e giocare una partita del 49° CIS Serie C per rappresentare l’Itria Scacchi.
Nel primo caso è stato sorprendente assistere ad una competizione del Torneo Sociale tra due piccolini che per ben due ore e mezzo sono stati inchiodati ad una sedia a giocare una partita posizionale, quasi come due scacchisti di alto livello. Due geni? No, due bambini senz’altro dalla spiccata intelligenza, ma con una carica di passione e divertimento che gli consente di interpretare il Nobil Gioco nel modo corretto. Poi ci sono Daniel Miola e Gioele Serio, rispettivamente di quindici e tredici anni, che per rappresentare il nostro circolo partono da Martina Franca alla volta di Lecce nel primo pomeriggio di una soleggiata e fredda domenica, rinunciando al pasto e al meritato riposo.
Sono queste le imprese che danno un senso a tutto il lavoro che faticosamente viene svolto da una schiera di volontari e soci dell’AD Itria Scacchi per portare avanti nel migliore dei modi le attività; soprattutto è lo spirito di gruppo e di squadra che si consolida e rende il nostro circolo una grande famiglia. Molto spesso i rapporti di amicizia che si creano vanno al di là della realtà scacchistica e ci si ritrova tutti uniti ad aiutarsi a superare gli ostacoli della vita e, qualora capiti, anche i problemi di salute.
Questo è il bello del nostro circolo, questo è il segreto che anima i bambini e che spesso li vede uniti a fare capannello mentre si scambiano opinioni o risolvono gli esercizi o aiutano i più piccoli a imparare le tecniche di “Scacco matto”. L’esuberanza tipica dell’età si può contenere, si può educare loro a mantenere un certo controllo ma i buoni sentimenti, l’amicizia e la semplicità che li contraddistingue fanno parte della loro natura e non si possono certo insegnare.
Purtroppo il Campionato Italiano a Squadre non sta andando bene, due sconfitte consecutive demoralizzerebbero chiunque, invece ci importa poco! Rimanere in Serie C o meno, essere promossi ad un livello superiore oppure no, ha poco valore quando si vedono i piccoli prendere a cuore la partecipazione ad una competizione a squadre e non tirarsi indietro dinanzi alla convocazione. Nemmeno gli adulti sentono l’appartenenza al gruppo come loro, giacché spesso le famiglie possono costituire un ostacolo alla partecipazione alle attività, non comprendendo che la molla propulsiva sia la Passione, lo spirito di appartenenza ad una piccola comunità e non l’egoismo del divertimento.
La settimana che sta per concludersi è stata altrettanto intensa, domani la Fase Provinciale del Trofeo Scacchi a Scuola vedrà protagoniste molte scuole del tarantino e, in particolare, quelle martinesi presso le quali abbiamo svolto i corsi con tanta abnegazione e sacrificio. Di questo, però, parleremo nel prossimo numero; per ora auguriamo a tutti gli scacchisti in erba di dare il meglio di sé con coraggio, correttezza ed onestà, accettando qualsiasi risultato si raggiunga, compresa la sconfitta.
Quest’ultima, sebbene sia amara, deve essere uno sprone a migliorare e continuare ad imparare sempre di più. Il Nobil Gioco quando si pratica con dedizione rappresenta uno sport estremamente stimolante ed appagante, anche se si perde, perché come sostiene F. Arrabal: “Un vero giocatore di Scacchi preferisce una bella partita ad una vittoria.”
 



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