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IL RE: PADRE O CONDOTTIERO?

Pubblicato da: Categoria: SCACCHI

28
MAR
2017

Dicotomia che caratterizza il “monarca della scacchiera” e, nell’infinita metafora “scacchi – vita reale”, anche chi ricopre ruoli di responsabilità o esercita il potere in qualsiasi ambito. Il Nobil Gioco impartisce un’altra lezione di vita.

Fiero e nobile nei suoi abiti regali, circondato da una schiera di Pedoni, Cavalli, Alfieri e protetto dalle due Torri, il Re con la sua corona domina tutte le scacchiere, da quella tascabile a quella da giardino. Sempre al suo fianco c’è l’immancabile sposa, la Regina. Eppure, nonostante la sua cattura equivalga a perdere la partita, il valore di scambio del Monarca è nullo. Sembra un paradosso ma questo pezzo non si può cambiare con nessun altro proprio perché la sua importanza è infinita.
Il re, ovviamente, non è molto mobile, si sposta di una sola “casa” in tutte le direzioni, tuttavia può essere un buon difensore. Spesso lo vediamo accompagnare i pedoni fino al territorio nemico, l’ottava traversa, mentre li aiuta a raggiungere la promozione ad un pezzo di maggior valore. Quest’ultimo, dopo, penserà a difendere il Monarca durante la fase finale della sua battaglia. Egli somiglia ad un “padre” che sostiene e guida i propri figli fino all’età adulta, momento nel quale i ruoli si invertono e la prole si occupa dell’anziano genitore.
Il Re non si espone durante la guerra, anzi si arrocca riparandosi dietro al suo esercito, solo alla fine, quando la maggior parte dei suoi combattenti è caduta sul campo, esce e affronta il nemico. Anche in questo momento non perde la sua nobiltà, giacché si oppone al suo avversario “vis à vis” lasciando una traversa tra sé e lui. Non esiste il combattimento “corpo a corpo”, i due Monarchi si affrontano mantenendo la giusta distanza, quella degli uomini di rango.
In realtà fino alle ultime fasi esercita il ruolo di “condottiero” mandando in avanscoperta il suo esercito e facendosi difendere perfino dalla Regina. Egli è la mente, coordina i suoi sudditi in maniera che si muovano in perfetta armonia. Qualora non fosse in grado di organizzare la propria difesa perfettamente, perirebbe senza pietà.
La figura del Re è riuscita a riassumere in sé con perfetto equilibrio il compito di “padre” e di “condottiero”, esercitando sia un ruolo sia l’altro al momento giusto. Spesso ci si lamenta della società moderna, gioventù poco educata e luoghi di lavoro o di svago resi invivibili per via della tracotanza di alcuni individui. Ebbene se l’uomo riuscisse ad identificarsi nel ruolo del Monarca degli Scacchi, raggiungendo questo equilibrio in famiglia e nella società, sicuramente si riuscirebbe a costruire un futuro migliore. Sarebbe sublime che chiunque occupi le alte sfere riesca a coordinare ed organizzare i propri sottoposti con l’amore di un padre e viceversa che i padri riescano a guidare ed amare i propri figli con l’autorevolezza di un “condottiero”!
 



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