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IL BIANCO E IL NERO/ LETTERA APERTA AL MONDO SCACCHISTICO

Pubblicato da: Categoria: SCACCHI

4
MAG
2017

Credo molto nella protesta nonviolenta a fronte di situazioni poco chiare, soprattutto nel mondo dello sport che dovrebbe essere l’emblema della purezza. Gli antichi greci, più evoluti di noi, interrompevano i conflitti in occasioni delle Olimpiadi. La società moderna, invece, non smette le guerriglie e gli intrighi nemmeno in occasione delle gare e dei tornei.

In qualità di Presidente di società spesso mi capita di esaminare il portale web della Federazione Scacchistica Italiana con finalità di aggiornamento. Tra i comunicati scorgo una lettera aperta inviata all’attenzione del Presidente Gianpietro Pagnoncelli, del Consiglio Federale della Federazione Scacchistica Italiana e di tutti gli scacchisti italiani scritta in collaborazione e firmata in ordine alfabetico dei seguenti noti scacchisti: Marina Brunello, Sabino Brunello, Alberto David, Danyyil Dvirnyy, Michele Godena, Luca Moroni, Francesco Rambaldi, Axel Rombaldoni, Daniele Vocaturo, Olga Zimina.
Di seguito riporto integralmente il testo tratto dal sito della FSI, dando seguito alla esplicita richiesta dei mittenti di renderne pubblico il contenuto.
“In quanto atleti di alto livello, ci sentiamo obbligati a fu sentire la nostra voce e impegnarci a contribuire con ogni mezzo affinché il nostro sport rispecchi appieno gli ideali di correttezza e lealtà in cui crediamo. Riteniamo che lo scacchismo italiano abbia urgente bisogno di rinnovarsi sotto il profilo dell’etica sportiva.
Sia in occasione delle convocazioni in Nazionale che nei tornei individuali abbiamo la responsabilità e l'onore di rappresentare l'Italia migliore possibile. Nella nostra ottica, ciò non significa solo rispettare i regolamenti ma anche mantenere un comportamento onorevole.
Tuttavia, tutto ciò viene reso vano se coesistono all'interno del movimento comportamenti scorretti e antisportivi. Non stiamo pensando solo al "doping elettronico'', che va combattuto con ogni mezzo, ma anche e soprattutto alla compravendita di partite. Gli scacchi sono uno sport e non sono in alcun caso accettabili comportamenti collusivi. Non è tollerabile che le partite siano vendute o acquistate, o che ci si accordi per scambiarsi in alcun modo le vittorie. Non si può lasciare vincere un avversario per poi dividere un premio.
Non ci riferiamo solo a chi con incredibile arroganza ammette e ammira apertamente questo tipo di comportamenti, ma anche a chi agisce con le stesse modalità in maniera più circospetta e meno appariscente, ma ancor più insidiosa. Sono tutti comportamenti molto gravi che richiedono una reazione ferma.
È della massima importanza che si agisca con determinazione a tutti i livelli per isolare le mele marce prima che contaminino l'intero cestino: il valore fondamentale dello sport è che vinca chi ottiene il risultato migliore in maniera onesta, con correttezza e contando solo sulle proprie forze. Se dovesse prevalere il disonesto, lo sport morirebbe.
Auspichiamo che si apra un dibattito profondo all'interno del nostro movimento. Sentiamo il bisogno che i tornei siano puliti e daremo per primi l’esempio avendo cura, nel limite delle nostre capacità, di partecipare solamente ad eventi che appaiano limpidi.
Allo stesso tempo, chiediamo agli organizzatori di prediligere i giocatori di specchiata onestà e, nei limiti degli strumenti disponibili, di allontanare chi macchia il nostro gioco con comportamenti evidentemente censurabili. Agli arbitri, chiediamo il massimo impegno nella lotta contro il cheating in ogni sua forma e di essere la prima linea della legalità negli scacchi. Agli istruttori, che hanno l’opportunità e la responsabilità di formare le prossime generazioni di scacchisti, chiediamo di leggere con attenzione il nostro messaggio e di farlo proprio. Agli scacchisti italiani, che come noi amano gli scacchi, chiediamo un convinto appoggio alla nostra iniziativa, per isolare sempre più le mele marce.
Alla luce di queste motivazioni e ribadendo la nostra volontà di collaborare per il bene comune, chiediamo alla FSI di sostenere la nostra iniziativa e di contribuire a renderla pubblica.”
(L’articolo continua su ExtraMagazine n°19 del 12 Maggio)
 



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