MENU

IL BIANCO E IL NERO/ LETTERA APERTA AL MONDO SCACCHISTICO

Pubblicato da: Categoria: SCACCHI

10
MAG
2017

Credo molto nella protesta nonviolenta a fronte di situazioni poco chiare, soprattutto nel mondo dello sport che dovrebbe essere l’emblema della purezza. Gli antichi greci, più evoluti di noi, interrompevano i conflitti in occasioni delle Olimpiadi. La società moderna, invece, non smette le guerriglie e gli intrighi nemmeno in occasione delle gare e dei tornei.

(Continua da ExtraMagazine n°18 del 5 Maggio)
Se le parole riportate nella lettera aperta scritta da atleti di indiscusso ed elevato livello fossero uscite dalla mia penna, probabilmente avrebbero suscitato le ire di tanti perbenisti che, in passato, hanno sollevato un polverone per alcuni miei articoli nei quali ho riferito di storture e deformazioni appartenenti al mondo degli Scacchi. Ovviamente ogni sport o qualsivoglia attività, purtroppo, presenta degli aspetti negativi, pertanto il mio intendimento di avvertire circa l’opportunità di evitare e prevenire certi comportamenti errati non è stato compreso. Naturalmente l’interpretazione è libera ed ognuno vede ciò che desidera o che la propria natura gli suggerisce, infatti molti preferiscono anteporre lo scopo propagandistico alla soluzione dei problemi esistenti, facendo volutamente finta di nulla. Ritengo, però, che così non si progredisca, si snaturi il Nobil Gioco e si avvallino comportamenti e atteggiamenti del tutto sbagliati.
Mi domando, però a questo punto, cosa pensino quelle stesse persone di questa missiva, dalle tinte decisamente più forti dei miei articoli, che descrive allo stesso modo una innegabile e condivisa realtà. Sarebbe scontato affermare che concordo totalmente con ciò che hanno denunciato questi noti scacchisti, giacché è inutile far finta che gli Scacchi appartengano ad un mondo perfetto. Il Nobil Gioco di questo passo e a breve, se non si prenderanno seri ed immediati provvedimenti, perderà la propria “nobiltà”!
Come ho più volte riferito, anticamente questo sport era praticato dall’aristocrazia, simbolo di rigoroso comportamento etico e rappresentante della parte migliore della società. Si è auspicato che gli ideali alla base del gioco degli Scacchi si perpetuassero immutati nei secoli e, invece, l’uomo con i suoi intrighi, mancanza di etica sportiva, totale disprezzo delle regole e dei regolamenti, è stato capace di rovinare perfino il Nobil Gioco, come riesce a fare con tutte le cose belle. Quest’ultimo ha sempre avuto come unico scopo la lotta tra cervelli ovvero una battaglia elegante e dignitosa durante la quale a prevalere dovevano essere l’intelligenza, la capacità di calcolo e il problem solving.
Come sostengono gli atleti mittenti della lettera, invece, tutto ciò si è trasformato in compravendita di partite, comportamenti collusivi, accordi tra avversari per dividersi i premi e, non ultimo, il “doping elettronico”. Questi sono gli eventi eclatanti, poi esiste tutto un mondo sommerso e meno appariscente di intrighi, ancora più insidioso, che richiede una reazione ferma e severa a tutti i livelli. Secondo questi noti scacchisti è necessario isolare le “mele marce” dello scacchismo di ogni grado, prima che contaminino le menti di tutti soprattutto dei nostri ragazzi.
L’Itria Scacchi, recentemente, ha subito delle ingiustizie, a testimonianza di quanto affermato sopra, ed è per questo che ho ritenuto opportuno riportare questa denuncia. Cerchiamo come istruttori e veri scacchisti di insegnare alle future generazioni di giocatori il rispetto delle regole, il comportamento onesto e leale, a rappresentare la nostra realtà nel miglior modo possibile. Cosa accade invece? Che in alcune competizioni i giovani si scontrino con le sopracitate “mele marce” e a noi tocca raccogliere i cocci di bambini e ragazzi delusi perché hanno subito delle evidenti ingiustizie.
Si cerca di spiegare loro che non tutto il mondo è così marcio, che esiste gente onesta e che non devono per nulla imitare tali comportamenti, anzi li devono disdegnare e allontanare da sé. Ma loro non si rassegnano, soprattutto se hanno giocato correttamente e in precedenza si sono sacrificati con gli allenamenti e lo studio. La ribellione, d’altronde, fa parte della natura onesta e leale dei ragazzi di sani principi. Quando poi anche i genitori, giustamente delusi, ti chiedono come mai accadano cose simili nel Nobil Gioco, giacché lo hanno prediletto ad altri sport notoriamente corrotti, ti rendi conto che bisogna prendere dei provvedimenti immediatamente dal basso, non potendo attendere che dall’alto si comprenda la necessità di un dibattito e di un movimento che ci liberi da ogni forma di scorrettezza ed antisportività.
L’Itria Scacchi, ad esempio, seguirà il suggerimento di questi grandi scacchisti, aderendo solo alle competizioni prive di macchia e, per quanto possibile, ne organizzerà alcune all’interno dell’Associazione. Tutto ciò al fine di isolare personaggi e comportamenti nefasti per il Nobil Gioco. Continueremo sino allo strenuo delle forze a combattere tali atteggiamenti, concentrandoci  soprattutto sulla formazione dei più piccoli, poiché gli adulti dell’AD Itria Scacchi hanno già dimostrato la propria natura corretta e leale. Forse non raggiungeranno i vertici delle classifiche, ma certamente non servono la vittoria al proprio avversario su un piatto d’argento. Sono giocatori valorosi in tutti i sensi e vorrei citare l’ottima performance al Campionato Regionale Assoluto 2017 di Maurizio Carrieri, Arturo d’Adamo, Daniel Miola e Valter Pesce. Specchio di onestà e correttezza, riempiono d’orgoglio l’Itria Scacchi.
Ovviamente vorrei sottolineare, a scanso di eventuali fraintendimenti, che l’onestà, la correttezza e la lealtà non sono solo appannaggio della nostra associazione, ma di tantissime altre sparse in tutta Italia.
Mi piacerebbe concludere con un pensiero del filosofo Leibinitz che racchiude in sé l’obiettivo unico e reale del saper ben giocare a Scacchi: “Gli scacchi sono utili all'esercizio della facoltà di pensare ed a quella dell'immaginazione, perché noi dobbiamo possedere un metodo elaborato per raggiungere i nostri scopi dovunque dobbiamo condurre la nostra ragione”.
 



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor