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IL BIANCO E IL NERO/IL NOBIL GIOCO "ELISIR DI LUNGA VITA"

Pubblicato da: Categoria: SCACCHI

28
GIU
2018

Questi Scacchi sono una metafora della vita, passione e svago, croce e delizia, ma anche fonte di continue sorprese. Da uno studio condotto su un migliaio di giocatori, sembra proprio che la pratica del Nobil Gioco allunghi la vita di circa sette anni rispetto alla popolazione generale, allo stesso modo della pratica di uno sport olimpico.    

Lo scrittore Isaac Asimov scrisse: “Nella vita, a differenza degli Scacchi, il gioco continua anche dopo lo Scacco Matto”. Questa affermazione, ovviamente, racchiude la metafora dell’esistenza, simbolicamente rappresentata dal Nobil Gioco.
I vari studi scientifici accreditati, pubblicati su riviste medico-biologiche, che sottopongono a serrati controlli tutte le informazioni, in passato, hanno dimostrato come gli sport che comportano esercizio fisico allunghino mediamente di sette o otto anni la vita degli atleti che li praticano.
Poco o nulla si conosceva circa gli effetti dello sport della mente ovvero sugli Scacchi. Esisteva solo uno studio riguardante 32 giocatori nati prima del XX secolo, che sosteneva che l’aspettativa di vita per uno scacchista non fosse lunga. Esso cita, infatti, tre campioni morti a causa di un ictus, probabilmente provocato dall’eccesso di stress delle competizioni ufficiali.
Tre studiosi, l’8 Settembre 2017, hanno inviato il risultato di un esame riguardante alcuni Paesi del Nord America, dell’Europa dell’Est e dell’Ovest, svolto su una popolazione di 1208 Gran Maestri di Scacchi e 15157 atleti olimpici che abbiano vinto almeno una medaglia nell’arco della vita.
I dettagli tecnici non sono necessari. E’ sufficiente soffermare l’attenzione sui risultati, la cui attendibilità è indiscussa giacché lo studio è stato approvato lo scorso 23 Aprile 2018 e pubblicato successivamente il 3 Maggio.
I metodi statistici utilizzati per comparare la lunghezza dell’aspettativa di vita tra giocatori di Scacchi, atleti olimpici e popolazione generale sono molto avanzati e offrono la migliore stima possibile della realtà.  
Paradossalmente i risultati ottenuti contraddicono quelli meno recenti, ma sono più verosimili, poiché da un campione di 32 si è passati ad uno di 1208 giocatori e, sebbene il Nobil Gioco comporti stress e una certa tensione fisiologica, si è rivelato una fonte di longevità, contrastando e superando i potenziali effetti dannosi che potrebbe comportare sulla salute.
Lo studio non si occupa di quale sia il meccanismo fisiologico che determini l’allungamento dell’aspettativa di vita. Sicuramente, il Gran Maestro di Scacchi sa che deve svolgere attività fisica e seguire una alimentazione appropriata, per incrementare le proprie potenzialità e migliorare le prestazioni di gioco. Non svolgerà un’intensa attività fisica come gli atleti olimpici, ma probabilmente l’appagamento derivante dal raggiungimento della categoria più alta esistente nel mondo scacchistico, può essere una componente determinante della longevità.
Si potrebbe attribuire il fenomeno anche alla tranquillità economica che nell’Europa dell’Est deriva dal raggiungimento di elevati obiettivi scacchistici. In Unione Sovietica, ad esempio, lo Stato supporta e considera stimati professionisti i Gran Maestri.
Il suddetto studio, purtroppo, presenta dei limiti pur rispettando il Metodo Scientifico. Ad esempio, per poter avere una stima ancora più precisa che confermi il dato, sarebbe necessario estendere il campione a tutte le categorie scacchistiche. Inoltre bisognerebbe conoscere di ogni giocatore la causa della morte, il livello culturale, quello socio-economico, il tipo di allenamento fisico e le abitudini alimentari.
In conclusione i dati, estrapolati dai database a disposizione, sono una mera osservazione trattata statisticamente, senza conoscere nulla sulla condotta di vita o sulle cause della morte degli atleti del corpo e della mente. Si è evinto solamente che gli Scacchisti siano più longevi, non solo della popolazione generale, ma anche degli atleti olimpici.
Questo però è solo l’inizio di quello che potrebbe essere uno “studio trasversale o di prevalenza”, molto più articolato di questa “metanalisi”, finalizzato ad individuare la causa ambientale della longevità, mediante l’esame di altre componenti come, ad esempio, la posizione economica dei giocatori. Inoltre, si potrebbe anche ricercare il processo fisiologico che è alla base, cercando di comprendere i meccanismi che agiscono a livello cerebrale e dei neurotrasmettitori ed estendendo lo studio su basi molecolari.
Tutto ciò che accade nella vita è fatalità, morte compresa. Ritengo che esista qualcosa che vada al di là della nostra volontà che, comunemente, chiamiamo “Destino”.
Senza affrontare quella che sarebbe una mera disquisizione filosofica, il consiglio è quello di “mettersi a partito” imparando a giocare bene a Scacchi e chissà che ciò non aiuti il suddetto Destino ad aumentare il numero dei giorni della nostra vita.

Marika Chirulli Presidente
A.D. Itria Scacchi
Sede: Via Pergolesi n° 48
Presso Associazione Arma Aeronautica
Telefono: 339-1606512
 e-mail: itriascacchi@libero.it
 Sito: www.facebook.com/itriascacchisegreteria
Pagina Facebook: AD Itria Scacchi

 



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