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OLIO DI PESCE "SORCIO"/ Il miracolo dei tarantini

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

2
OTT
2015
Antiche le origini e l'uso di questo particolare unguento dagli effetti incredibili. È vero, l’odore è nauseabondo, ma i suoi benefici sono conclamati, anche dalla scienza 
 
Molti la ricorderanno ancora quella boccettina (o bottiglietta) che i nonni oppure mamma e papà prendevano dalla dispensa al momento del bisogno per curare profonde escoriazioni e ferite anche non lievi procurate da bambini durante una partitella di calcio o causate da un incidente tra le mura domestiche. Bastava una garza imbevuta di "olio d’ pesc’ sciorg" (Olio di pesce sorcio o topo) applicata sulla parte sanguinante e in pochissimo tempo la ferita si rimarginava. Un vero e proprio toccasana, non un medicinale (sia chiaro), ma di fatto una "pozione" che dava in fretta i suoi frutti. Dall'odore a dir poco nauseabondo l'olio di pesce sorcio si presentava in due versioni: uno dall'aspetto giallognolo utilizzato per sanare le ferite e l'altro, detto "olio bianco", veniva assunto per via orale per alleviare il bruciore di stomaco e (c'è chi addirittura sostiene) per guarire le ulcere insieme alle cosiddette "cozze patedde" (o patelle). Quello in versione giallognola si dice che fosse usato dalla sposa durante la prima notte di nozze per rendere "meno traumatica" la prima esperienza amorosa che, nella stragrande maggioranza dei casi, coincideva con il matrimonio... altri tempi! Tornando all'olio, pare sia estratto dalla prolungata ebollizione del fegato del pesce (poteva trattarsi anche del pesce vacca) e lo si trova ancora in città vecchia (basta cercare!). E' avvantaggiato chi ha parenti diretti o indiretti con gente che vive nel borgo antico di Taranto e chi ha contatti con i pescatori. E' un prodotto che infatti è sempre esistito "sottobanco": lo si regala(va) ad amici e parenti e lo si vende(va) pure.. (negli ultimi anni si dice che costi 5 euro a bottiglia). Ma perchè quest'olio riesce velocemente a sanare le ferite? Facendo delle ricerche abbiamo scoperto che l'olio prodotto dal fegato di pesce (merluzzo, squalo, razza) è ricco di acido gadoleico, scoperto nell'olio di fegato di merluzzo nel lontanissimo 1906. Questo acido è un del tipo grasso monoinsaturo che, in quanto tale, lo si può trovare negli oli vegetali come quello ricavato dai semi (e dall'olio) di senape e dall'olio di colza, ma lo si trova in diversi altri alimenti, dall'olio di pesce aringa (in quantita maggiori rispetto agli altri) all'olio di semi di senape all'olio prodotto dalla sardina, dal salmone e come detto dal merluzzo. Questi grassi, tra le altre funzioni, sostituiscono il colesterolo LDL (ritenuto pericoloso) incrementando quello HDL (ritenuto non pericoloso per l'organismo), allontanando i pericoli di infarto e quelli legati alla circolazione in genere. Sulla pelle l'olio ha una funzione ricostituente nel senso che favorisce la moltiplicazione cellulare e di conseguenza la guarigione delle ferite. Per concludere, miracoloso o no, in questi casi si dice "provare per credere" e se non ce l'avete, fatevi un giro in città vecchia a Taranto e chiedete in giro.. prima o poi troverete qualcuno che vi condurrà da chi lo produce, lo regala.. o lo vende.
 
IL PESCE SORCIO
Della famiglia dei Macruridae, genere Coelorhincus, questo pesce dall'aspetto non certo invitante vive in acque da 180 metri a 900 metri. Deposita tra dicembre e marzo ed è un carnivoro. Può arrivare a essere lungo fino a 36cm e viene facilmente pescato con le reti a strascico in grandi quantità. E' commestibile ma commercialmente parlando non trova una buona collocazione. Lo si trova nel mediterraneo e tra i vari nomi dialettali con i quali viene denominato, troviamo "Rattin" a Genova, "Pesce sorice" a Napoli, "Urgiolu" a Catania e "Sciorge, Puerche, Cpodd" a Taranto.
 



Commenti:

Giuliana songia 14/AGO/2022

Fra i pregi che Taranto possiede c'è anche questa particolarietà. l'operosità dei pescatori è incredibile,peccato che non si mette in evidenza. La vita di un tempo era veramente sana e legata ad una natura che è stata compromessa dall'ILVA

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