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DOVE MI TROVO?

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

9
NOV
2017

A molti capita di perdersi in un luogo noto. Al di là di eventuali cause strettamente organiche, possiamo in ciò rinvenire delle motivazioni di natura psicologica.

Capita che una persona di mia conoscenza a un certo punto non si raccapezza più per strada. È come se si perde anche se si trova in un posto che conosce bene. Nella mia ignoranza non penso che è colpa dell’età perché questa persona non ha manco 50 anni. Questo non capita sempre. Solo qualche volta ma è molto fastidioso. Le chiedo cosa può essere e se può riguardare una questione psicologica.
Maria

Le poche informazioni a mia disposizione non mi consentono affatto di poter formulare una diagnosi. Ciò non toglie che io possa comunque avanzare delle ipotesi, possibilmente corredate da consigli di natura pratica.
In primo luogo, per fugare ogni ragionevole dubbio sull’eventuale eziologia organica del disturbo in questione, consiglio vivamente una visita neurologica. È, infatti, doveroso ricordare che i disturbi organici, molto più numerosi e variegati di quanto si possa immaginare, non interessano esclusivamente quella che siamo soliti chiamare terza età.
E se gli accertamenti neurologici dovessero dare un esito negativo, potremmo avanzare, sempre con la dovuta cautela, delle ipotesi in ambito psicologico. In tal caso potremmo subito pensare alla cosa più probabile: un disturbo di natura ansiosa. Lei mi riporta, infatti, episodi di disorientamento improvviso e misterioso, che non le nascondo essere anche potenzialmente riconducibili a dei picchi di ansia, tanto eccessiva da inficiare, per qualche istante, il funzionamento cognitivo.
Ho avuto più volte modo di spiegare come l’ansia costituisca una risposta psicofisiologica a eventi ritenuti problematici in quanto per gran parte ignoti all’interessato. Per esempio: domani il signor X deve sostenere un esame; non sa quali domande possano essergli poste; quindi va in ansia. Non è detto, però, che quest’ansia sia del tutto negativa, anzi. L’ansia in dosi ragionevoli può essere d’aiuto nell’affrontare una data situazione relativamente nuova. Tornando al nostro esempio, il signor X, proprio perché leggermente preoccupato, si premura di studiare per il suo esame; e proprio quella leggera agitazione che l’ansia comporta, permetterà a lui, nel giorno dell’appello, di essere più pronto, ricettivo e responsivo nei confronti di quanto gli sarà richiesto. La funzione dell’ansia è, appunto, proprio quella di preparare l’organismo all’azione. Ma le cose, di fatto, non vanno sempre per il verso giusto.
Capita, e lo sappiamo tutti, che l’ansia possa risultare eccessiva per frequenza e/o per intensità; ossia capita che essa venga attivata anche quando non serve; così come pure capita che essa, anche se giustificata, finisca oltre la soglia del tollerabile. Fatto sta che il suo manifestarsi difficilmente presenta un andamento lineare: ora c’è, ora no, ora è più intensa, ora lo è meno. Tutto dipende dall’interazione di svariate concause, oggettive e soggettive. L’interpretazione soggettiva gioca senz’altro un ruolo primario poiché la risposta ansiosa non è tanto innescata dall’evento oggettivo in sé quanto soprattutto dal modo con cui esso viene interpretato: non è l’esame che spaventa il signor X, bensì il modo (disfunzionale) con cui egli lo interpreta.
Alla luce di quanto detto non possiamo escludere che la persona in questione abbia maturato, per ragioni a noi ora ignote, una certa sensibilità nei confronti di alcuni stimoli presenti nei luoghi (familiari) in cui gli capita di disorientarsi. Sarebbe così portato a interpretarli in maniera distorta, quindi ansiogena. Inoltre non posso neppure escludere che i fattori ansiosi possano anche risiedere in un discorso interno: magari assorto nelle sue preoccupazioni, egli, dopo essersi destato, si ritrova all’improvviso in un luogo che non sempre riesce a riconoscere e a gestire con la dovuta prontezza.
La psicoterapia in questi casi permette di far maturare delle competenze interpretative e gestionali più idonee, restituendo così al destinatario un edificante senso di padronanza sulle cose, quindi anche un orientamento stradale più efficiente.



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