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Sapere i sapori: la continua ricerca del gusto

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

26
APR
2018

La vendita diretta e gli ormai diffusi gruppi di acquisto, come i mercati contadini, raccolgono tanti consensi e fiducia da parte del consumatore

L’Italia è da sempre un Paese attento al cibo e al benessere attribuendo ad una sana alimentazione un valore imprescindibile. Nel nuovo millennio si stanno creando sempre più paradossi culturali: da un lato le enormi difficoltà di imprenditori agricoli alle prese con cambiamenti climatici, nuovi nemici di piante, animali, api, sistemi agrari ormai non più “garantisti”, dall’altra i consumatori sempre più vestiti di nuove esigenze e tendenze alimentari ed etiche. Esaminando le esigenze italiane al cibo, si evidenzia come il 58% ritiene che il benessere sia il primo valore portante nelle scelte di prodotti alimentari. Gli attributi principali ricercati nei prodotti sono principalmente tre e riguardano l’origine degli ingredienti, preferibilmente italiani, la qualità, preferibili i cibi biologici, l’immediatezza: piatti facili, veloci, genuini. Biologico, salute, naturale, benessere, valori che si inseriscono nelle priorità di scelta, accompagnati soprattutto nelle modalità di acquisto. Un dato importante evidenzia che il supermercato non rappresenta più un garante di acquisto di prodotti “sinceri” per il consumatore. La vendita diretta e gli ormai diffusi gruppi di acquisto, come i mercati contadini, raccolgono tanti consensi e fiducia da parte del consumatore. Percentuali importanti si registrano anche sulle questioni ambientali di cui tanto si parla. L’importanza della tutela della biodiversità e della sostenibilità ambientale con prodotti eco-friendly (39%) e la semplicità (31%), intesa come assenza di artificialità, rientrano nei valori che determinano la scelta di un prodotto alimentare. Un altro dato interessante riguarda l’orientamento delle scelte. I prodotti con la presenza di ingredienti 100% vegetali sono entrati nelle tavole degli italiani e sono un fattore importante di acquisto (83% la quota delle famiglie acquirenti, considerando sia i prodotti convenzionali che quelli bio). Essi rappresentano una categoria in forte richiamo considerando non solo l’interesse di vegetariani e vegani, ma anche di molti altri consumatori. L’interesse per il bio italiano è forte anche fuori dai confini nazionali: nel 2016 l’export del biologico italiano ha sfiorato i 2 miliardi di euro, con un peso del 5% sull’export agroalimentare con una crescita del 408%, superando l’ottima performance dell’export agroalimentare nel suo complesso (+45%). E’ evidente che il biologico rafforza la reputazione del made in Italy. L’agricoltura italiana, pur conoscendo una crisi a livello economico e produttivo, migliora i dati che riguardano l’aumento del 20% delle superfici e degli operatori bio sul territorio italiano. Secondo le elaborazioni del SINAB - Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica per il MIPAAF - Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali –e ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – le superfici coltivate con metodo biologico sfiorano i 1,8 milioni nel 2016 (vs 1,5 del 2015). Dati di crescita davvero significativi che difficilmente lasciano immaginare inversioni di tendenza, considerando che anche i grandi brand dell’agroalimentare italiano aggiungono o rafforzano la linea bio. La qualità e l’eticità, soprattutto nell’alimentazione, sono valori da rispettare e coltivare sempre. (Fonte: Osservatorio Nomisma)



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