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Ecotomb/LA DIGNITA´ DELLA "LIVELLA"

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

10
MAG
2018

Lui si definisce un “problem solver”, da quando, a soli ventidue anni, si cimentò a risolvere le difficoltà provocate dalla fermentazione del mosto. Ora Martino Convertini si sta dedicando a un progetto rivoluzionario che semplificherà certi passaggi difficili del post mortem

Conoscere Martino Convertini è stata un’esperienza davvero interessante e arricchente, sia sotto l’aspetto umano che scientifico. L'ho incontrato per realizzare un’intervista a colui che credevo essere ideatore solo del sistema Ecotomb, invece, con grande meraviglia, mi sono trovata dinanzi un “inventore” vero e proprio.
Sono entrata nel suo laboratorio molto ben attrezzato. Ho immediatamente compreso che quell’uomo alto, maturo e dall’espressione serafica è un amante della tecnologia, pertanto non ho stentato a credere a tutto ciò che mi ha raccontato.
Ho accantonato immediatamente l’idea dell’intervista perché Martino Convertini è stato come un fiume in piena. Ha rotto gli argini e ha cominciato a raccontare di sé e di come ha dato sfogo alla sua passione per la scienza e la tecnologia, con il preciso intento di realizzare soluzioni efficaci molto utili a sé e all’umanità.
Giacché non vuole essere ricordato solo per aver realizzato e brevettato il dispositivo Ecotomb, mi ha raccontato, quasi come in un memoriale, come sin da giovane abbia ideato delle soluzioni ad alcuni problemi più o meno importanti. Martino Convertini si definisce un “problem solver”, infatti, aveva solo ventidue anni quando si cimentò a risolvere la difficoltà provocata dalla fermentazione del mosto, che determinava l’esplosione delle bottiglie di spumante prodotte dal suocero. Costruì un dispositivo che permetteva di regolare la pressione di sfiato all’interno del contenitore e, addirittura, la percentuale del frizzantino. Brevettò questo apparecchio, però giovane e impegnato nel suo lavoro in Telecom Italia, non ne seguì le sorti.
Molti anni dopo gli è capitato un problema personale di perdite di acqua nel suo impianto - danni di svariati milioni di lire - e studiando la problematica, ha brevettato un dispositivo che rileva le perdite di acqua. Da quel momento è cominciata la sua nuova fase di vita e da cosa nasce cosa ha prodotto anche una “valvola bistabile” per gas, superando l’ostacolo di un principio fisico che impediva il riarmo della valvola automaticamente e che da tempo faceva arrovellare diversi ingegneri del settore.
Martino Convertini, a questo punto, chiedendomi scusa per essersi dilungato su queste “invenzioni” che nulla hanno a che fare con quella che, a parer mio, è la più importante, mi ha riferito che l’idea di Ecotomb è nata in concomitanza della morte della suocera, quando al cimitero sentì l’odore nauseabondo che si diffonde, purtroppo, in seguito alla decomposizione e, a volte, allo scoppio delle bare.
Quando presentò la soluzione al problema del cattivo odore e dello scoppio delle bare alla Società Operaia, il giorno stesso, il custode della società operaia gli si avvicinò e gli chiese: “Ma con questo dispositivo si può accelerare la decomposizione dei feretri?”. Martino rimase attonito, era appena riuscito a risolvere un problema annoso che immediatamente gliene veniva proposto un altro a lui sconosciuto.
Si mise immediatamente a studiare, a fare ricerche a pensare, finché non è scattato quel “quid”, o meglio, la famosa lampadina non si è accesa. Tutti i sistemi di filtraggio determinano un flusso unidirezionali dei gas, da quelli cimiteriali alle cappe delle cucine a qualunque sistema di filtraggio. La profonda conoscenza del settore meteorologico e dei principi fisici che sono alla sua base, lo ha portato a giungere alla conclusione di eliminare le valvole unidirezionali e rendere il filtro bidirezionali. In questo modo quando la pressione all’interno della cassa di zinco è maggiore rispetto all’esterno, l’aria esce purificata attraverso un filtro certificato dal Ministero della Sanità, che abbatte il 99,999 % degli odori, quando invece la pressione ambientale è maggiore di quella all’interno della cassa, l’aria entra e accelera la decomposizione. In definitiva il gradiente pressorio, determinato anche dalle escursioni termiche, consente un continuo scambio d’aria e di gas tra esterno e interno. Quando i gas della decomposizione fuoriescono, attraversano dei carboni attivi altamente efficienti inumidendole, per contro, quando l’aria entra, essa li asciuga, rendendo il dispositivo di durata perenne. Non vi è accumulo di gas all’interno, infatti fuoriescono molto lentamente ma continuamente quasi a pressione atmosferica, (la pressione differenziale del filtro è di appena 1 millibar) e il filtro di carbone attivo è sufficientemente lungo da deodorarli.  
A questo punto della nostra conversazione, si è alzato e, nel mentre mi spiegava il funzionamento del dispositivo, il montaggio e il sistema di filtraggio, mi ha colto di sorpresa dicendomi: “Non ti spaventare, ma noi siamo in un loculo”. Ovviamente mi ha immediatamente spiegato che, dopo aver sperimentato il dispositivo Ecotomb ampiamente, stava eseguendo un ulteriore test anche dimostrativo, collegando il dispositivo a un sacchetto di alluminio sigillato, all’interno del quale vi era del pesce in decomposizione da oltre due mesi. Ebbene, non si sentiva alcun odore sgradevole e potete ben immaginare la mia risposta quando mi ha chiesto se volessi annusare l’interno della busta.
A questo punto il discorso si è allargato, passando dall’aspetto tecnico a quello sociale, ambientale, amministrativo, morale e affettivo, soprattutto. A Martina Franca si è già cominciato a montare Ecotomb, ma poiché “nemo propheta in patria sua”, il maggiore utilizzo si ha a Roma e nel suo circondario, a Torino e in altre località italiane e estere.
Per Martino Convertini è importante che la gente venga a conoscenza dell’esistenza di questo dispositivo, certificato dal Ministero della Sanità, perché possa liberamente decidere di impiegarlo o meno e che le amministrazioni essendo loro dovere tutelare l’ambiente e il sociale prendano posizione in merito al suo utilizzo.   
La mancanza di ulteriori lottizzazioni e l’esiguità dei posti disponibili al cimitero, costituiscono un problema importante. In una società nella quale il numero degli anziani supera di gran lunga quello dei giovani, il tasso di mortalità è decisamente elevato e non si riesce ad effettuare un ricambio che, soprattutto, rispetti la dignità dei resti umani dopo la morte. A parte il pessimo odore, molto spesso, quando dalle cappelle si esumano i nostri cari defunti per lasciare spazio ad altri, si assiste al doloroso rituale dell’apertura della bara. Tutto ciò è più straziante del funerale stesso quando ti senti dire, “lo dobbiamo mettere sottoterra e fra due anni ci rivediamo di nuovo,” oltre al costo, è come riaprire una ferita.
Per ovviare a queste problematiche, la Chiesa da qualche anno ha autorizzato la cremazione dei corpi. Senz’altro si risolvono l’emergenza loculi, ma non la salvaguardia dell’igiene ambientale e i problemi di natura sanitaria. Questo in ogni caso va contro la nostra cultura, che è imperniata da secoli sul culto dei morti nei cimiteri. Ecotomb è una soluzione che tranquillizza, perché è a basso costo (290 € ivati) e incide poco sulle spese funerarie, ma ne fa risparmiare molte altre di spese sia a livello economico, sociale e familiare. Il cimitero è un luogo nel quale lavorano e si recano i vivi, ma non si rispettano quasi mai le norme di igiene basilari. Recentemente Martino Convertini ha brevettato anche un oblò a norma di legge, che consente di visualizzare lo stato di avanzamento della decomposizione attraverso la cassa di zinco evitandone l’apertura.
La morte è parte della vita e, a questo punto, mi è venuto spontaneo chiedere cosa pensasse di questo misterioso e incomprensibile passaggio.
Egli ha risposto che quando si nasce si dovrebbe essere già pronti a morire e che non ha senso pensare che ciò accada solo agli altri. Quando la Signora con la Falce arriva, nessuno la può fermare. L’inventore ha condotto la propria vita esattamente come desiderava, dedicandosi a risolvere problemi difficili, perché quelli facili non lo hanno mai attratto.
Dovremmo essere grati e orgogliosi di quest’uomo, poiché ha impiegato il cuore prima della testa nel realizzare questo dispositivo, e ha restituito dignità ai nostri resti mortali. Viviamo l’esistenza cercando di mantenere intatto il decoro della nostra persona e la medicina si sforza di sperimentare cure che portino ad una morte dignitosa. Ritengo, pertanto, che Ecotomb sia la scoperta più importante di questo “inventore martinese”, poiché ha risolto, oltre che una difficoltà ambientale e igienica, anche un problema affettivo e morale. Finalmente, infatti, si potrà praticare il culto dei morti, che fa parte delle nostre tradizioni più antiche, nel pieno rispetto della normativa vigente ma, soprattutto, senza dover rivivere lo strazio di una esumazione che, nonostante siano trascorsi molti anni, fa tornare a galla un dolore che, solo apparentemente, sembra essere superato.

 



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