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AGRICOLTURA, AMBIENTE, API/BIOLOGICO SÌ, MEGLIO SE OGM

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

20
DIC
2018

Dopo anni di attesa, continui confronti, report a più livelli, la Camera ha approvato il nuovo disegno di Legge per le produzioni biologiche ottenendo un largo consenso, ora in attesa dell’accettazione del Senato. Normativa che di fatto non cambia le carte in tavola perché non recepisce le richieste del consumatore e non sanifica un comparto, quello del bio, spesso troppo contraffatto. La nuova normativa, oltre a non prevedere nessun nuovo ordinamento per quanto riguarda i controlli,  continua a decurtare fondi alla ricerca sul bio consentendo ufficialmente l’uso di OGM attraverso la soppressione dell’ex articolo 18 che ne vietava, almeno sulla carta, l’utilizzo. Era nell’aria,  viste le continue affermazioni condivisibili allo stato delle cose, che gli OGM sono più sicuri del biologico. Manca la volontà di finanziare la ricerca bio e sicuramente l’interesse a far decollare un settore in continua crescita, con un impatto economico e sociale in continua espansione. Per questo motivo è da sempre oggetto di grandi interessi che ruotano attorno alle certificazioni, all’adozione di misure che convalidino il sistema produttivo, alla valorizzazione di tutti gli aspetti che riguardano la commercializzazione. Le produzioni con metodo biologico in Italia rappresentano circa il 15% con il sostegno pubblico più basso a livello europeo, circa il 2% dei fondi per l’agricoltura, come conferma il rapporto “Cambia la Terra”. L’Italia rappresenta il secondo Paese produttore a livello mondiale dopo gli Stati Uniti e leader in Europa con un valore di 3,5 milioni di euro. Quello che i consumatori chiedono sono maggiori garanzie e integrità perché il biologico significa no contraffazione, no chimica di sintesi, no OGM. Significa anche rispetto dell’ambiente, tutela della natura, valorizzazione della biodiversità. Tutto questo si può affermare attraverso la soppressione dei conflitti di interesse che ruotano attorno alle certificazioni perché un produttore biologico non può pagare chi lo certifica. Diciassette certificatori in Italia mantengono un sistema perverso fatto di troppi compromessi e purtroppo, in alcuni casi, tacitamente corrotto. Ispezioni una volta l’anno su avviso, controlli infiniti solo cartacei (fatture e documenti) e in campo non si va quasi mai. Il biologico ha l’esigenza di far aumentare la tutela dei consumatori e migliorare le opportunità al settore attraverso l’introduzione di nuovi strumenti per garantire e sostenere l’innovazione,  incentivando la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini. Ciò che di positivo c’è nella legge viene inficiato dalla mancanza del divieto assoluto di OGM, rendendo così nulla la credibilità anche di chi lavora il biologico con grande serietà e eticità. Opinione difesa solo dall’Associazione Italiana Agricoltura Biologica, che dal 1982 svolge cultura legata ai principi della sostenibilità. L’AIAB dichiara infatti gravissima la soppressione dell’art. 18 sul divieto d’utilizzo di OGM, piuttosto che lavorare per evitare ogni tipo di contaminazione e qualificare il prodotto italiano. I consumatori scelgono il biologico perché non vogliono OGM, pesticidi, ambiguità, contaminazione, contraffazione. Cercano invece tracciabilità, trasparenza, qualità nella salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali. Lavorare per fare meglio significa incentivare la ricerca, promuovere sostenibilità, garantire la salute dei consumatori. 

 



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