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Martina Calcio/NATI PER SOFFRIRE

Pubblicato da: Categoria: SPORT

11
OTT
2013
Uscito dallo “Zaccheria” con le ossa rotte attende il Teramo terzo in classifica. Nella spietata palude di C2 le insidie sono tante per il giovane Martina. Mentre i ragazzi di Bocchini imparano a rialzarsi dalle brutte cadute, i veri tifosi rivolgono il loro sostegno incondizionato. Perché ci sarà da soffrire. Fino alla fine…
 
Che non sarebbe stata una passeggiata lo si immaginava già il 28 luglio ad inizio ritiro. Caserta, e poi Foggia, ne hanno dato un’idea abbastanza chiara. L’ultimo campionato pre-riforma di serie C2 sarà durissimo. Un campo minato in cui sarà fondamentale la strategia di lungo periodo con cui si affronterà il campionato. Forse più determinante degli effettivi valori tecnici. Lo sa bene Riccardo Bocchini, che lo affermò in conferenza stampa di presentazione, e lo ripete in continuazione ai giornalisti e ai suoi ragazzi: “in un campionato come questo anche un punto è fondamentale”. Non è un caso che nelle prime sei giornate di campionato in testa alla classifica ci siano formazioni più pratiche che ricche di qualità. Solo il Cosenza, e forse il Teramo, stanno rispettando le attese che le volevano lassù per riconosciuti valori tecnici. Accanto a loro spuntano a sorpresa Melfi e Lamezia, che fanno della pragmatica il loro credo essenziale. Ma anche gli arcigni bianco verdi, capaci di infilare 4 vittorie consecutive nelle prime 4 giornate prima di fermarsi a Martina, domenica scorsa sono stati addirittura sconfitti in casa dal modesto Tuttocuoio, che fino ad allora aveva racimolato solo 4 punti. In un campo minato non è dato camminare tranquilli.
Non ci si attendeva lassù nemmeno il Melfi dello stratega Dino Bitetto, da anni sapiente miscelatore di sapienza, gioventù e agonismo. I lucani sono l’unica formazione ancora imbattuta, assieme all’ultima del quartetto di testa, il Teramo dell’ex tecnico dell’Aprilia Vivarini, prossimo ospite del “Tursi” domenica 13 ottobre.  
Più indietro arrancano le “dame” Casertana, Foggia, Ischia e Messina, formazioni dai nomi altisonanti, ma molto in difficoltà in questo avvio in cui, per forza di cose, le compagini meno attrezzate sono partite a mille, pronte a non lasciare per strada nemmeno le briciole. Perché alla fine del campionato, il 4 maggio, quando l’universo di seconda divisione si spaccherà a metà tra promosse e retrocesse, ogni punto potrà essere fondamentale. Sarà dura quindi. Durissima. E Foggia lo ha ribadito con estremo cinismo. Ma niente è perduto. Vediamo perché.
Il Martina sceso in campo allo “Zaccheria” era la controfigura di quello visto contro il Lamezia. Poca aggressività, poca corsa e poche idee hanno trasformato il derby in un monologo rossonero, interpretato liberamente da gente navigata come Agnelli, Giglio, Cavallaro e Agostinone, senza che i biancoazzurri frapponessero efficace resistenza. 
Una brutta domenica per i ragazzi di Bocchini. Ragazzi appunto: 6 degli undici partiti titolari (poi 7 con l’uscita di Petrilli e l’ingresso di Provenzano) erano nati negli anni ’90. Evidentemente il dato anagrafico e quindi l’inesperienza hanno pesato oltremisura sull’esito della gara. Ma chi ha a cuore le sorti del Martina e lo segue con assiduità dovrà abituarsi. Vuoi per le caratteristiche già descritte di questo campionato, vuoi per quelle ribadite della formazione martinese, in questa stagione bisognerà mettere in preventivo anche le brutte cadute, come quella di Foggia. E non si potrà che lottare e soffrire fino all’ultimo per tentare di guadagnarsi la serie C unica. 
La classifica è ancora cortissima. Il vagone di squadre a quota 6 punti è agganciato davanti all’ottavo posto (7 punti) e indietro al penultimo (4 punti). Nulla è perduto, appunto, e tutto è ancora possibile.
Non serviranno le critiche, ma il sostegno incondizionato fino all’ultimo. Perché ciò che conterà più di tutto, alla fine, sarà il Martina in serie C.
 


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