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IL CUORE ROSSOBLU/Non muore mai

Pubblicato da: Categoria: SPORT

18
OTT
2013
Gioie e dolori di una delle tifoserie più calorose e appassionate d’Italia nel corso dei quasi quarant’anni  di attività del movimento ultrà tarantino
 
Ci sono storie d’amore destinate a durare per sempre, quelle storie ricche di peripezie e di colpi di scena che sopravvivono all’usura del tempo, che affrontano e superano qualsiasi ostacolo si presenti sulla loro strada, che, ogni qual volta che si smarriscono, poi finiscono inevitabilmente per uscirne rafforzate.
Insomma, quelle storie d’amore in cui saranno sempre il sentimento più puro e la passione a fare da padroni.
La storia d’amore  di cui mi accingo a parlare è quella tra la città di Taranto e la sua antica e gloriosa squadra di calcio; una storia di oltre ottant’anni capace di scrivere pagine memorabili negli annali del calcio italiano; un connubio quello tra la tifoseria e la squadra che è stato e continua ad essere una delle realtà calcistiche più importanti nel panorama regionale e soprattutto in quello nazionale.
La tifoseria rossoblu, che incarna lo spirito popolare e alquanto pittoresco della città di Taranto, approda a un sistema organizzato sul finire degli anni 70 del secolo scorso, anni questi tra i più calcisticamente proficui dell’intera storia del Taranto calcio: nascono le prime frange di ultrà all’interno della tifoseria tarantina che da quel momento inizierà ad assumere un aspetto frastagliato con la formazione di gruppi come lo storico “Ultrapaz 1978” e il “Gruppo Zuffa”, ancora oggi particolarmente influenti nell’ambito del tifo rossoblù.
Quella dei tarantini nei confronti della squadra della loro città è una passione che va ben oltre il semplice atto di fede del tifoso verso la sua squadra del cuore; è un rapporto che valica le generiche convenzioni del tifo e che si spinge fino a fare del Taranto una vera e propria religione, da venerare e onorare attraverso il calore di un’intera città che si stringe attorno ai colori rossoblù.
La tifoseria tarantina ha nelle coscienze un’esperienza di calcio vissuta sempre a pieno: dai campionati di  serie B a quelli di C, per approdare a quelli delle categorie inferiori.
Indelebile è il ricordo dell’uomo simbolo del Taranto calcio, Erasmo Iacovone, eterno beniamino dei tifosi, bomber indimenticato che ha contribuito a fare del periodo della sua permanenza nella città dei due mari uno dei momenti calcisticamente più intensi e felici della storia della società, entusiasmo poi  stroncato dalla tragica morte del calciatore. Nonostante i numerosi successi conseguiti dal Taranto fino a giorni nostri, gran parte dei tifosi fanno coincidere quegli anni di vittorie e di sogni ambiziosi con l’apice dell’entusiasmo calcistico e della gloria sportiva della città di Taranto.
Tra conquiste sofferte e dolenti uscite di scena;  da Iacovone a Riganò, passando per Selvaggi. Dal Taranto dei miracoli di Giovanni Fico a quello della tormentata gestione Pieroni; dalle molteplici promozioni in C e in B degli anni ottanta e novanta alle delusione di una serie B assaporata, sfiorata, ma alla fine mancata per un soffio con le presidenze di Blasi e D’Addadario.
La storia del Taranto è stata una storia piena di alti e bassi, come spesso succede nell’ambito dello sport più bello del mondo; un continuo avvicendarsi di protagonisti e di eventi in una vicenda che ha visto la tifoseria rossoblu essere la costante più influente e più presente nell’intera esperienza calcistica tarantina.
E come si sa, le vere storie d’amore, quelle che ti conquistano il cuore e lo rendono schiavo di un magia indescrivibile a chi non è partecipe, sono destinate a durare per sempre. Sarà forse per questo che il tifo rossoblù non morirà mai.
 


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