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Martina, Antonio Giulio Picci: DI GOL IN GOL

Pubblicato da: Categoria: SPORT

22
GIU
2012

 

Antonio Giulio Picci  
 
DI GOL IN GOL
 
Dopo esser stato protagonista della promozione del Martina in LegaPro con le sue reti, il bomber barese è entrato di diritto nella storia del club biancazzurro. Ecco l’attaccante intervistato per i lettori di Extra Magazine    
 
Implacabile, appassionato e determinato. Tratti che caratterizzano Antonio Giulio Picci, bomber che con le sue reti ha dato un contributo importante al Martina per tornare tra i professionisti. Idolo indiscusso dei tifosi, Picci ha confermato in Valle d’Itria la sua marcata vena realizzativa mettendo a segno 20 reti in 28 apparizioni totali in campionato, facendo registrare la media di un gol ogni 121 minuti. A queste, bisogna aggiungere le 2 reti segnate in 3 presenze in Coppa Italia. Un bottino che lo rendono appetibile da squadre molto blasonate che cercheranno di assicurarselo nella prossima campagna trasferimenti. Con l’attaccante barese – martinese d’adozione – abbiamo tracciato un bilancio della stagione da poco terminata, ma non solo. Spazio anche al suo futuro e a qualche battuta – doverosa – sulla nazionale italiana impegnata in Ucraina e Polonia per gli Europei.  
Bomber, hai già smaltito la “sbornia” post promozione?
«Sì, già smaltito tutto. Sono uno che si gode poco i propri successi perché non vedo l’ora di ritornare in campo e di inseguirne altri. Vincere il campionato con il Martina è stato incredibilmente emozionante, un successo meritato dalla società, dalla squadra e dall’intera città».  
Dopo aver firmato per il Martina la scorsa estate, ti saresti mai aspettato una stagione così intensa di emozioni?
«Ero preparato a vivere una stagione intensa, ma non credevo si potesse rivelare così combattuta fino alla fine. Abbiamo sempre cercato di primeggiare e, alla fine, abbiamo colto un successo nella maniera più bella e pazzesca possibile».  
Quali caratteristiche hanno permesso al Martina di compiere il “grande salto”? 
«Un risultato centrato grazie a un gruppo di ragazzi animati da valori umani veri. Un mix di giovani e veterani che si sono spesi fino all’ultimo per la maglia e per i colori biancazzurri; un’intera rosa di altissimo livello, con giocatori offensivi che prima o poi risolvevano il match. Il gruppo: ecco cosa ha fatto la differenza».
Che insegnamenti ti ha offerto l’esperienza in Valle d’Itria? 
«Uno, grandissimo: bisogna sempre crederci. Non bisogna mai arrendersi, in ogni partita e durante tutto l’arco del campionato. In cinque o sei circostanze, sembravamo fuori dai giochi, ma ci siamo sempre rialzati alla grande».
Ci sono delle qualità che accomunano il tifoso barese e quello martinese? 
«Ce ne sono tante. I tifosi martinesi, come quelli baresi, sono molto legati ai propri colori e non smettono mai di cantare e incitare i propri beniamini. Ed è bellissimo. In comune, le due tifoserie, hanno un piccolo difetto: spesso si critica troppo presto, in pochi credevano nel valore di questo gruppo all’inizio».
I tifosi sono ansiosi: sarai ancora tu a guidare l’attacco biancazzurro nel prossimo campionato?
«Non ci sono certezze in questo senso. La società si sta muovendo e nel giro di pochi giorni chiariremo la mia situazione. Alla fine, credo, che l’amore che provo verso questi colori potrebbero fare la differenza. Quindi: mi auguro di sì».
Facciamo un salto in Polonia e Ucraina. Domenica prossima l’Italia si gioca il quarto di finale che vale un posto tra le prime quattro della competizione. Come consideri l’atteggiamento degli uomini di Prandelli in questa prima fase degli Europei?
«Questa Italia non mi entusiasma particolarmente. Secondo me, quelli buoni sono in panchina, ma sicuramente mi sbaglio in quanto non sono un tecnico. Personalmente, darei più spazio ad Abate, Giovinco, Diamanti e Balzaretti: gente che ha dimostrato di essere in grande forma durante tutto il campionato».
Dove può arrivare questa nazionale?
«Spero fino in fondo, me lo auguro con tutto il cuore. Ci è andata bene nel passare il turno, dopo aver scongiurato il “biscotto” tra Spagna e Croazia (ride, ndr)».
Da barese, che effetto ti fa vedere Antonio Cassano come uomo-simbolo della truppa azzurra agli Europei?
 «Come prototipo di calciatore non è il mio preferito, ma è un giocatore incredibile. È un enorme piacere rivederlo in campo nelle vesti di trascinatore, considerando tutto quello che ha passato nella scorsa stagione: si tratta di un vero miracolo. In ogni partita lo incito urlando: “Va Tonin, facci sognare!” (ride, ndr)».
C’è un consiglio che ti piacerebbe dare a Mario Balotelli?
«“Mario, non cambiare mai e continua a non aver paura di niente e nessuno”. Caratterialmente, ho molte cose in comune con Balotelli».
Concludendo, c’è un messaggio che vorresti mandare ai tuoi tifosi di Martina?
«Vi voglio troppo bene e so bene che il sentimento è reciproco. Se rimarrò, mi batterò per regalarvi ancora tante gioie. Non vedo l'ora di sentire nuovamente lo speaker Giuseppe Germano leggere il mio nome e tutti in coro a gridare il mio cognome. Permettimi di ringraziare la persona che mi ha permesso di essere cosi decisivo in questa stagione, sostenendomi nei momenti difficili: Adriano Favia. Lui ha sempre creduto nel sottoscritto. Colgo l’occasione per mandare un abbraccio a tutti i miei compagni: “Mi mancate tantissimo”».


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