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Raffaele Gambuzza/LA MIA SECONDA PELLE

Pubblicato da: Categoria: SPORT

14
SET
2012

 

Sempre più legato ai colori biancazzurri, il capitano del Martina si auspica il tutto esaurito  per la gara contro il Teramo di domenica 16 settembre: “Il Tursi deve tornare a essere una bolgia, come ai vecchi tempi”
 
Nella terza giornata del campionato di Seconda Divisione (gir. B), in programma domenica 16 settembre (ore 15), il Martina ospiterà il Teramo per una sfida che si preannuncia davvero speciale. Contro gli abruzzesi, i biancazzurri guidati da mister Di Meo proveranno a proseguire la striscia d’imbattibilità davanti al proprio pubblico, bissando la vittoria conquistata al debutto contro il Foligno. Ad attendere con particolare ansia la gara contro il Teramo c’è Raffaele Gambuzza, capitano e leader dei martinesi, che ritornerà con la fascia al braccio nel suo caro Tursi in LegaPro, dopo esser stato capitano nella sua ultima esperienza tra i professionisti in biancazzurro. Ecco le emozioni di un giocatore – un capitano – che lotta per la propria maglia ritenendola una “seconda pelle”.
Capitan Gambuzza, domenica scorsa contro il Poggibonsi, il tuo personale ritorno tra i professionisti con la maglia del Martina.
«È stato davvero emozionante. Per la prima di campionato ero fuori per squalifica ed ho vissuto la partita in tribuna. Stavo morendo perché volevo scendere in campo con i miei compagni. È stato un momento che ho aspettato con tutto il cuore, e finalmente è arrivato».
Che gara è stata quella del “Stefano Lotti” di Poggibonsi?
«Durante il primo tempo abbiamo studiato l’avversario, non siamo entrati “cattivi” e decisi per vincere la partita. Nel secondo tempo, è stata tutta un’altra storia. Abbiamo avuto cinque o sei occasioni, mentre la squadra di casa è andata vicino al gol solo in un’occasione. Potevamo vincere la partita, ma un punto fuori casa è sempre un punto».
Domenica prossima contro il Teramo, invece, il tuo ritorno con la fascia da capitano al Tursi. 
«Ormai i tifosi mi conoscono. Io per questa maglia dò la vita, sono l’ultimo ad arrendermi. Sarà una partita speciale per me perché sono diventato un martinese DOC, e per i supporter per il gemellaggio che lega le due tifoserie. Un appuntamento imperdibile».
E se ci scappasse un gol?
«Magari (ride, ndr). Domenica scorsa ho tentato in tutti i modi di andare in gol, ormai gli avversari conoscono bene i miei movimenti nelle soluzioni da fermo. Nel Teramo giocherà Ivan Speranza (difensore che ha svolto la preparazione con il Martina, ndr) che mi conosce bene. Non sarà facile, ma ci proviamo… Speriamo nei gol degli attaccanti, ma se dovessi segnare io sarebbe una soddisfazione in più!».
Hai fissato una quota-gol da raggiungere in questa stagione?
«Sono abituato a fare dai due ai quattro gol a stagione, se superassi questa soglia sarebbe già record per me».
Il Teramo non verrà a Martina per fare una gita. Che avversario sarà? Che tipo di partita ti aspetti?
«Sarà una partita insidiosa. Conosco diversi giocatori, tra cui Tommaso Coletti: un mio ex compagno, un fratello per me. Il Teramo farà di tutto per portare a casa quanti più punti possibili, ma noi al “Tursi” dobbiamo essere devastanti, nessuno avrà vita facile qui a Martina. Per centrare obiettivi importanti, dobbiamo approfittare del fattore-campo».
Che impressione ti ha fatto mister Di Meo in queste prime settimane di lavoro? Che tipo di allenatore è?
«È un ottimo allenatore, ci dà la carica giusta. Quando è il momento di scherzare, si scherza tranquillamente. In uno spogliatoio vincente ci deve essere allegria. È un allenatore davvero in gamba, e potrebbe fare bene anche in categorie superiori».
Con l’accoppiata Gambuzza-Filosa, la difesa è sigillata ermeticamente. Come procede il vostro affiatamento?
«È come se giocassimo insieme da più di vent’anni. Domenica non abbiamo avuto alcun tipo di problema: ci troviamo a memoria e riusciamo ad anticipare la giocata del compagno. Se uno esce sull’uomo, l’altro copre… se uno sbaglia, l’altro copre: c’è grande sicurezza».  
Il Martina, in queste prime gare, si è dimostrata formazione in grado di correre molto, anche se non è al 100% della forma fisica.
«Proprio così. La squadra corre dal primo minuto fino al novantesimo. Il mister è uno che non molla mai, e noi stiamo rispecchiando al meglio questo atteggiamento».
Umberto Del Core può rappresentare l’uomo in più di questo Martina?
«Stiamo parlando di un calciatore che ha disputato campionati importanti, vestendo le maglie di squadre molto blasonate. È una pedina cardine del nostro scacchiere, anche quando non è al top della forma. Con i suoi assist riesce a fare la differenza».  
In chiusura, un appello ai tifosi per gremire il Tursi per la gara contro il Teramo (e non solo).
«Vorrei che il Tursi ritornasse a essere una bolgia, come ai vecchi tempi. Per noi rappresentano il dodicesimo uomo e la loro spinta è fondamentale».


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