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Di ritorno nell´Olimpo

Pubblicato da: Categoria: SPORT

6
MAR
2015
L’Italcave Real Statte porta a casa la Coppa Italia dopo la Final Eight di Pescara, disputatasi lo scorso week-end. Battuti Ita Salandra, Kick Off Milano e Montesilvano. Anche un’eccellenza tutta martinese nello staff rossoblù.
 
Lazio o Montesilvano? No, Italcave Real Statte. Un po’ a sorpresa, ma non troppo, è la formazione tarantina a portare a casa la Coppa Italia dopo la tre giorni abruzzese. Ha vinto il pragmatismo di Tony Marzella, dote che ha consentito alla plurititolata formazione rossoblù di scrivere finalmente il suo nome nell’albo d’oro dei trofei nell’era dei campionati nazionali. Eppure l’avventura in Coppa dell’Italcave non era iniziata brillantemente, perché contro l’ottimo Salandra è arrivata una vittoria un po’ a fatica, seppur mai in discussione. Poi la travolgente risposta al malcapitato Kick Off (9-3) e il cinico 3-0 rifilato dal trio delle meraviglie lì davanti: Sanchez – Azevedo – Dalla Villa in finale contro un Montesilvano dapprima meravigliosamente brillante contro la Lazio e poi ben imbrigliato dallo stesso Statte. In  mezzo l’affermazione in semifinale contro un ottimo L’Acquedotto (3-2). Ma la granitica prova difensiva, il cinismo dell’Italcave e un po’ di sfortuna hanno fatto sì che il Montesilvano si fermasse alla medaglia d’argento. E tanti cari saluti dalla Puglia a tinte rossoblù.
 
L’ECCELLENZA TUTTA MARTINESE Ma al di là dei gol del trio delle meraviglie, Sanchez – Azevedo – Dalla Villa, che ha mattato il Montesilvano, lo Statte annovera nel proprio staff anche una figura di spicco tutta martinese, la chiave della perfetta forma fisica delle tarantine in quel di Pescara: il preparatore atletico Antonio Giunto. Una condizione fisica, quella della società rossoblù, rivelatasi l’arma letale da opporre a uno stremato Kick Off Milano in semifinale e al Montesilvano poco brillante nell’atto finale. Aspetto di importanza prioritaria, quella della condizione atletica, se si considera che in una Final Eight si disputano (per chi arriva fino in fondo) tre partite in tre giorni. “Devo ringraziare il gruppo delle ragazze, delle professioniste che mai hanno dato problemi, allenandosi sempre con il massimo impegno – spiega in breve Giunto – e alla fine i risultati si sono visti”. Identico punto di vista sul feeling con il tecnico Tony Marzella: “Sì, con il mister siamo entrati subito in sintonia, lavorando con sinergia e unione d’intenti. Anche questo è stato un aspetto fondamentale. Siamo felici di poterci godere questa Coppa Italia”.
 
Antonio Giunto è docente universitario presso la Facoltà di medicina e chirurgia - corso di laurea in scienze motorie - di  Bari, materia di insegnamento "teoria e metodi di valutazione motoria ed attitudinale”. Inoltre da quest'anno, il professore Giunto è docente al master universitario di I livello "posturologia e biomeccanica", stessa facoltà. 
 
LA RIVINCITA DEL GIRONE C. Ma la Final Eight 2015 è stata anche la grande rivalsa del tanto maltrattato girone C. E non tanto per l’Italcave Real Statte, che nel suo organico ha in essere campionesse internazionali, ma anche grazie al “piccolo” Salinis del tecnico Vito D’Ambrosio. Nei quarti, infatti, le pugliesi hanno stoicamente tenuto testa a una formazione che, secondo pronostici, aveva tutto per dilagare. Ma i fatti narrano di una Salinis in partita fino all’ultimo secondo, sconfitto per 2-1. E alla luce di questo, l’impressione è che ora il girone C si sia ritagliato una diversa e più confacente considerazione negli ambienti degli addetti ai lavori.
 
Ci si aspettava di più dall’Isolotto Firenze, che però nei quarti contro L’Acquedotto ha mostrato qualche pecca dovuta forse all’inesperienza di alcuni elementi. In questo caso, considerando la bontà tecnica degli elementi a disposizione di Colella, l’impressione è che le gigliate abbiano pagato in termini di approccio mentale, a favore della spietata formazione romana trascinata da Rebeca Hermida Montoro, giocatrice di notevolissima caratura e tra le migliori giocatrici del torneo. Male anche la Lazio detentrice della Coppa, tornata subito a casa per mano di Amparo e socie. Senza idee e con una squadra spesso nervosa. Per Luciléia e socie c’è tanto da lavorare (per modo di dire) per cercare di ritornare a essere la macchina da gol dello scorso anno. 
 


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