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Donato Massafra/ Tutta un'altra storiA

Pubblicato da: Categoria: SPORT

9
OTT
2015
Dopo aver difeso le porte di ogni categoria in giro per l'Italia, il talento martinese è approdato nella massima serie del calcio a 5 nazionale. Ancora incredulo: "Mi sembra un sogno, il primo di tanti passi ancora da fare"
 
Gli italiani parano bene. Sarà genetica o meno, ma questa è la realtà. E qui in Valle d'Itria abbiamo grandi esempi che confermano la regola. Non a caso i portieri di due formazioni di Serie A si sono affidate a due nostri conterranei per salvaguardare la propria porta. Si tratta di Giuseppe Micoli del Rieti, numero 1 indiscusso che dopo le buone cose viste lo scorso si sta riconfermando (convocato da coach Menichelli in Nazionale per le ultime due amichevoli) e Donato Massafra al suo primo anno con i colori del Napoli. Proprio quest'ultimo è il protagonista dello scambio di battute che segue in cui il martinese ci racconta del suo approccio alla nuova realtà che lo ha praticamente "stregato". Nello scorso weekend Massafra ha compiuto il suo esordio con il Napoli nell'1 a 1 con la Lazio, facendo vedere subito di cosa è capace, sia nel parare che in fase di rilancio dell'azione. 
 
Esordio con i fiocchi in Serie A per te con i colori del Napoli. Donato, quali sono le sensazioni che provi dopo la bella prestazione contro la Lazio?
«Non ho ancora realizzato per bene perché il tutto mi sembra così assurdo. Sono troppo contento ma allo stesso tempo sono consapevole di non aver fatto ancora nulla».
 
Un percorso lungo e impegnativo in giro per Puglia -e Italia- ti ha portato in Serie A. Che emozioni hai provato quando in estate hai ricevuto la chiamata del club napoletano? 
«Per essere sincero, non ci potevo credere. Pensavo fosse uno scherzo oppure che da un momento all'altro sarebbe potuto accadere un qualcosa che mi avrebbe impedito di arrivare a Napoli. E invece è stato tutto reale...».
A chi si deve il tuo approdo in Campania?
«Devo tutto a una persona che non ha mai smesso di credere in me e che ha fatto di tutto per farmi giocare nella massima serie: Andrea Candeloro. Lui, insieme a Graziano Sasso, mi ha risollevato quando tutto sembrava perduto e per questo non smetterò mai di ringraziarlo. Spero solo di riuscire a ripagare la fiducia che hanno riposto in me».
 
Che tipo di atmosfera hai trovato nella città partenopea?
«Non si può spiegare la gente di Napoli, bisogna viverla giorno per giorno. La gente di questa città vive di emozioni e se dai 1 ti ricambiano con 100, è gente di cuore che non trovi da nessun'altra parte».
 
Con quali compagni di squadra hai legato per prima?
«Sembrerà assurdo ma ho un bellissimo rapporto con tutti, lo spogliatoio è molto unito e i veterani fanno di tutto per far crescere gente inesperta come me».
 
Quali sono le tue ambizioni personali per la stagione e quali sono quelle del Napoli?
«Sono determinato a diventare titolare del Napoli perché il portiere non si vede da una partita, anzi molto probabilmente sono stato fortunato in alcune circostanze. Il valore di un portiere si vede nel lungo periodo, nella costanza e a fine campionato. La società (me a parte) si è mossa molto sul mercato andando a cercare e prendere giocatori esperti e molto forti».
 
Per l'altro nostro conterraneo di Serie A (Giuseppe Micoli del Rieti) è giunta la chiamata della Nazionale maggiore per le scorse due amichevoli. È la maglia azzurra un tuo obiettivo?
«Per ora il mio obiettivo è quello di riuscire a mantenere la massima serie, bisogna fare un passo alla volta e mantenere basse le aspettative. Più vai in alto e più ti fai male quando cadi, voglio tenere i piedi per terra e avere sempre un profilo basso. Davanti a me ci sono tanti portieri fortissimi, per ora preferisco non pensarci».
 
Prossimo sogno nel cassetto da realizzare?
«Conquistare la salvezza con i colori del Napoli e riconfermarmi».
 
A chi vuoi rivolgere un saluto o un ringraziamento particolare?
«Alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto quando le cose andavano male, ai miei amici che mi sono sempre vicino, soprattutto quando sbaglio, e ancora Andrea Candeloro che è stato il mio "salvatore"».
 
 


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