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ERASMO IACOVONE / IL SOGNO, LA TRAGEDIA, IL MITO

Pubblicato da: Categoria: SPORT

21
GEN
2019

Nato in un paesino del Molise, è stato uno dei giocatori più forti del Taranto. La storia di un giovane eroe, scomparso prematuramente, che dalla provincia italiana sognava la Nazionale

 

Convegni, manifestazioni, commemorazioni e una miriade di articoli della stampa locale tutti ancora dedicati a lui. Il capocannoniere della serie B nella stagione 1977-78 deve aver lasciato il segno anche nel cuore dei capracottesi.

Erasmo Iacovone, l’idolo dei tifosi del Taranto, al quale nella stessa città dei Due Mari è dedicata anche una statua, una via e persino l’intitolazione dello stadio comunale, è partito proprio da lì: una cittadina molisana con poco meno di mille abitanti della provincia di Isernia. E da lì la giovane promessa calcistica, dalla corporatura esile ma dotato di uno stacco atletico davvero incredibile, arrivato dal Mantova al Taranto per 400 milioni di lire (una cifra incredibile per l’acquisto di un giocatore proveniente dalla serie C!) ogni domenica ha cominciato a regalare ai suoi tifosi prodezze, brividi ed emozioni e quindi a far sognare un’intera città che finalmente era quasi a un passo dal sogno. La serie A.

Classe ’52, figlio di un portalettere, Erasmo è nato a Capracotta ma sin da piccolo è cresciuto con la sua famiglia a Tivoli fin quando non ha cominciato a dedicare la sua vita interamente al calcio agonistico. Dal Carpi in serie D al Mantova in C, e infine la consacrazione al Taranto in B dove - mettendosi in mostra insieme ai fortissimi compagni Zelico Petrovic, Dellisanti, Selvaggi e Gori - con un bottino di ben 9 gol nelle sole partite del campionato invernale stava trascinando la sua squadra alla massima serie, contendendosela con altre formazioni del calibro di Ascoli, Bari, Palermo, Monza, Como, Catanzaro, Avellino e Cremonese, solo per citarne alcune. 

“Iaco”, come era chiamato dai tifosi jonici ai quali si era unito molto, era un centravanti fortissimo, moderno, specializzato nei colpi di testa. Dopo un esordio in sordina in serie C, l’allora Presidente del Taranto Fico aveva comunque già fiutato il talento del baffuto molisano, facendo pazzie pur di averlo nella sua rosa. Una rosa - guidata da mister Rosati - che per l’epoca stava diventando molto competitiva, persino in grado di sfidare le “grandi” della serie A nelle partite di Coppa Italia. 

Quando hai 25 anni e sei il capocannoniere del campionato cadetto, hai tutta una vita davanti e una carriera in crescendo: allora per il giovane Iacovone divenne inevitabile ricevere lusinghe e continui interessamenti da parte di piazze calcistiche importanti come Roma e Fiorentina che probabilmente lo avrebbero condotto anche a vestire le maglie della Nazionale. 

Ma Erasmo alle passeggiate sul lungomare, ai suoi compagni di squadra, agli amici che si era fatto e ai cori del pubblico domenicale del “Salinella” interamente dedicati a lui era affezionato per davvero. Era già umilmente il simbolo di un’intera città, che forse mai avrebbe lasciato. Era un ragazzo piuttosto taciturno, silenzioso, pur nel pieno del suo successo, che da lì a poco sarebbe diventato padre di Maria Rosa. Prima del tragico incidente stradale a San Giorgio Jonico che ha sconvolto la vita di un giovane e di una famiglia, prima, e di migliaia di tifosi, dopo. Gli stessi tifosi che all’indomani di quel maledetto 9 febbraio si riunirono in un afflato fraterno alla San Roberto e poi allo stadio, che appena pochi giorni dopo fu ribattezzato in memoria eterna proprio col suo nome.

Quella della giovane promessa calcistica tarantina è una storia del calcio minore, che però è inevitabilmente legata alla storia di una città. Una tragedia che si è ripercossa pesantemente sul morale della squadra, che dopo aver toccato l’apice del suo racconto, da lì in avanti, sino a oggi, non si è mai più riuscita a rialzare. 

Iacovone è e rimarrà una leggenda, per due città: quella d’adozione e quella natale, che per amore del vero, ad oltre trent’anni di distanza, ricorda ancora con onore le reti e le imprese del suo compaesano al di fuori dei circoscritti confini del Molise.



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