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Ely Spalluto/Una passione senza età

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

14
GIU
2013
Ha creato nel 1999 l’Università dell’Età Libera, una valida istituzione culturale per chiunque voglia rimettersi in gioco, ampliando conoscenze e sapere: dalla cucina, allo yoga, c’è solo l’imbarazzo della scelta
 
Una sede moderna  e accogliente, una grande varietà di corsi e un presidente che si accende di orgoglio e fierezza quando ripercorre la nascita e la storia della sua Istituzione: stiamo parlando dell’ Università dell’Età Libera e della sua guida, Ely Spalluto. Radicata nel mondo culturale, per anni ha lavorato presso il Comune, destreggiandosi tra numerose Associazioni per le quali ha coordinato attività benefiche e culturali. Nel ’99 decide di fondare la prima Università per la Terza Età: una missione brillantemente compiuta che si è perfezionata nel tempo, incrementando i suoi corsi e liberando l’accesso a giovani e adulti. 
Dott.ssa Spalluto, quando nasce l’Università dell’Età Libera?
«L’Università è nata nel 1999 a Martina Franca, come la prima Università per la terza età, poi col tempo si è sviluppata e oggi vantiamo una buona varietà di corsi di grande utilità. La nostra sede è stata messa a disposizione dalla nobildonna Anna Maria Chiarelli, una persona molto dedita alle attività benefiche, infatti, non ha esitato a sostenerci in questo progetto e  noi abbiamo favorito volentieri la sua volontà di intestare l’Università ai suoi genitori: ecco perché la nostra istituzione porta il nome di Lellina e Francesco Chiarelli».
Lei è stata sempre molto attiva nell’ambito culturale: come si è avvicinata a questa esperienza?
«Sì, per diversi anni mi sono occupata del mondo culturale, lavorando presso il Comune e solo ad aprile sono andata in pensione. Questa passione per tutto ciò che riguarda la cultura mi ha spinta a far parte di diverse associazioni, tra cui il Soroptimist e la Croce Rossa, dove ho sempre coordinato diverse attività culturali. Inoltre sono stata anche sostenuta per guidare il distretto scolastico, infatti, ricordo ancora che ebbi un numero altissimo di voti diventando responsabile dell’area Istruzione e Cultura. Fu proprio ricoprendo questa carica che maturai il desiderio di fondare un’Università della terza età, perciò con l’aiuto di alcuni membri del distretto scolastico, nel 1999 riuscì a costituire questa Istituzione».
Quali sono le attività principali che si svolgono in Università?
«Ogni anno organizziamo tanti corsi, ampliando la loro scelta: ci sono corsi di lingua straniera, strutturati per livelli di difficoltà, corsi di informatica, di pittura, di cinema, di fonetica e di dizione, di yoga e tanto altro. Tuttavia, organizziamo anche delle vere e proprie attività culturali: recentemente abbiamo partecipato alla manifestazione ideata dalla Fondazione Lino Cassano, con l’incarico di rappresentare il mestiere dell’amanuense. Ci siamo valsi di un grande maestro che munito di calamaio e pergamena ha catturato l’attenzione di tantissime persone, sia giovani che adulti. Per la conclusione dell’anno accademico, invece, stiamo preparando il 14 e il 15 giugno, il secondo concorso di pittura con esposizione di quadri nella Villa Comunale Garibaldi. Nell’edizione precedente hanno partecipato numerosi artisti provenienti anche da altre città, riscuotendo un enorme successo, tra l’altro quest’anno ci sarà sempre una giuria di esperti a valutare le opere e alla vincitrice spetterà anche un premio in denaro. Infine, il 20 giugno stiamo organizzando uno spettacolo teatrale che si svolgerà al Teatro Verdi».
“Età Libera”, presuppone che l’Università non sia aperta solo alla terza età, giusto?
«Sì, è aperta a tutte le fasce d’età. Sono stati proprio i ragazzi a voler cambiare il nome dell’Istituzione in “Università dell’Età Libera”. Attualmente i nostri corsisti vanno dagli studenti di scuola media ai sessant’anni circa: sono poche le persone davvero anziane». 
È notevole che alcune persone decidano di rimettersi in discussione, anche se non sono più giovanissime.
«Assolutamente. La nostra Università è nata con l’intento di offrire una possibilità di studio a tutte quelle persone che non hanno potuto continuare la scuola, perché costrette a lavorare, approfondendo alcune tematiche in particolare. Si pensi anche alla figura della donna: molte casalinghe, dopo aver cresciuto i loro figli, decidono di ampliare le loro conoscenze. Si tratta di un ottimo modo per sentirsi anche più fiere e soddisfatte, senza rimanere relegate nell’ambito domestico». 
I vostri corsi vengono svolti da docenti competenti e qualificati?
«Certo, i nostri docenti sono tutti laureati e se c’è qualcuno che non è laureato, è comunque una persona specializzata nel suo ambito di insegnamento. Il nostro obiettivo è quello di garantire dei corsi di qualità, che non siano un semplice passatempo, ma delle vere opportunità di apprendimento e formazione. Ci tengo a precisare che i nostri corsi sono gratuiti, iniziano a ottobre e terminano a giugno, e viene richiesta solo una quota associativa di trenta euro: questo è possibile, perché i docenti non sono retribuiti. Richiediamo un ulteriore contributo, solo nei casi in cui siamo tenuti al rimborso spese degli insegnanti che vengono da fuori».
Il fatto che lavorino gratuitamente, dovrebbe sottintendere una sana passione per il proprio mestiere e insegnamento.
«Esatto. I nostri docenti svolgono con grande entusiasmo il loro lavoro, anche perché la maggior parte di loro si rende conto che insegnare alle persone più adulte è un’esperienza diversa e molto interessante: sono persone che hanno bisogno di affetto, di relazione, perciò si crea un contatto umano speciale, dal quale diventa impossibile staccarsi. Inoltre non è da sottovalutare l’importanza del rapporto intergenerazionale: abbiamo consentito più volte il confronto e la collaborazione tra ragazzi e adulti, perché si tratta di uno scambio che arricchisce da entrambi i punti di vista».
Negli ultimi tempi si è diffuso un quadro un po’ negativo dei giovani che li ritrae stanchi e demotivati: la vostra Università, invece, mostra un fermento culturale in netta contrapposizione con questa visione. 
«Sì, il problema è che spesso si tende a generalizzare, ma in realtà ci sono sia giovani disillusi che giovani molto motivati, con una grande voglia di arricchirsi di esperienza diverse. Il mio consiglio è quello di coltivare le proprie passioni e perfezionarsi costantemente, sono sicura che i risultati arrivano e si vedono». 
Anche se recentemente è andata in pensione, continuerà ancora a prodigarsi per l’Università?
«Certamente, è un’Istituzione che ho creato io, perciò ho sempre cercato di seguirla e perfezionarla al meglio. In questi casi subentra anche un fattore di dignità: diventa una prerogativa assoluta quella di garantire un servizio efficiente, consentendo a tutti di usufruirne, senza scopi di lucro, ma solo con la voglia di soddisfare le esigenze dell’individuo». 
 


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