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Loredana De Vitis / Parola di donna

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

9
AGO
2013

Dice lei: “Non sono come quelle della pubblicità. E sono bellissima”. Un progetto ideato per scoprire ciò che si è, e rispedire al mittente gli stereotipi. L’iniziativa, che ha dato vita a una mostra,  ha prodotto i suoi frutti anche in Vietnam

Sposati e procrea. Sii massaia esemplare, dimostra a tuo marito di essere una cuoca sublime e un’amante anche migliore. E non dimenticare di dedicarti alla professione: il lavoro pretende ambizione e furbizia, capacità e competitività. Il tutto, ovviamente, sfoggiando sempre unghie curate secondo le ultime tendenze in fatto di moda, capelli così in ordine da sembrare appena uscita dal parrucchiere, e ovviamente una linea perfetta. Non importa che magari sia frutto di sofferte ore di palestra e diete all’insegna della tristezza, perché, se con un bel sorriso da paresi facciale continui a ripetere alle amiche “in realtà mangio schifezze, non sposto una sedia … però il mio metabolismo mi fa bruciare tutto!”, loro, per quanto invidiose, finiranno per crederci. In uno sketch della Tv della ragazze, la wonder woman interpretata da Angela Finocchiaro aveva trovato il modo di essere sempre “sul pezzo”, nel privato e nel lavoro. “Io sniffo”, rispondeva con un sorriso festoso all’intervistatore Stefano Masciarelli. Già, perché senza un pizzico di sana (auto) ironia, per ognuna di noi, costruire il proprio, personale percorso di donna senza farsi schiacciare dagli stereotipi di plastica messi in circolazione dai media, e da certi retaggi socio-culturali del passato, sarebbe forse impossibile.
Hanno tentato per anni, d’imporci una scala di “valutazione”in base alla quale guardare noi stesse …  e giudicarci. Ma rifiutare quel “metro”, corpo estraneo che niente ha a che fare con l’autenticità dell’esperienza e del valore di ognuna, è un gesto di liberazione che ha il sapore della riscossa. E allora, scoprirci, finalmente, a pensare di noi stesse “io sono bellissima” è come un premio, il primo, lungo la strada della valorizzazione e apprezzamento dell’unicità di ciascuna. 
“Non sono come quelle della pubblicità. E sono bellissima”. In queste parole è racchiuso lo spirito del progetto Io sono bellissima (http://www.iosonobellissima.it/), ideato da Loredana De Vitis, che nel suo blog spiega: “Io sono bellissima è nata da un malessere e da una sfida”, si legge sul sito. Il progetto ha dato vita a una mostra fotografica, capace di radicare nell’immaginario femminile, e al tempo stesso produrre frutti anche a migliaia di chilometri di distanza. “Lo spunto è venuto dalla campagna Immagini amiche, ideata nel 2010 da Pina Nuzzo per l’Udi – Unione Donne in Italia, con la quale si voleva sollecitare e valorizzare la comunicazione amica – appunto – delle donne. Lavoro con le parole e mi diverto a utilizzare le immagini, ho un percorso femminista che mi ha insegnato a partire da me: uno dei risultati è Io sono bellissima. Si tratta di un percorso/progetto sempre in lavorazione, naturalmente, per cui mi è parso il momento, a un certo punto, di renderlo organizzato e collettivo. A circa due anni dall’esordio, un’associazione che porta lo stesso nome lo sostiene e punta a allargarlo rendendolo ancora più virale”. Il concetto di bellezza che è al centro del progetto ha una valenza globale, mira a sottolineare e premiare l’essere speciale che ogni donna incarna. L’universo interiore di ciascuna costituisce un insieme irripetibile  - e inscindibile – con il proprio corpo. E il “linguaggio” con cui, nel corso della vita, impariamo a esprimere tutto questo, è bellissimo e inconfondibile. E’ una ricchezza con cui prendere confidenza. Da amministrare, e godere.
Io sono bellissima ha rappresentato un momento di riflessione anche in Vietnam, e “l’innesto”del progetto in un paese straniero ha significato “entrare” nella sua specificità, e da essa imparare, confrontandosi. Spiega Loredana, “Alessandra Chiricosta, filosofa e storica delle religioni, ha trovato Io sono bellissima interessante e mi ha proposto la ‘traduzione’ per il Vietnam, paese che conosce molto bene. Da qui un progetto fatto proprio dall’Ambasciata italiana ad Hanoi e dall’ambasciatore Lorenzo Angeloni con il lancio di una sorta di ‘contest’: donne da tutto il Vietnam hanno inviato racconti e immagini. La conclusione: dall’altra parte del mondo il progetto parla alle donne perché i tormenti sono gli stessi. Cambia la tipologia di stereotipo, non il problema di fondo. Questo mi convince che il punto è solo e soltanto questo: imparare a esercitare, e con orgoglio, l’autodeterminazione”.
Intanto, Io sono bellissima continua a camminare e crescere. Dal 25 al 28 luglio la mostra è approdata a Monte Sant'Angelo (Foggia), nell’ambito di FestambienteSud organizzata da Legambiente. Il 20 luglio invece, si è tenuta a Lecce la prima women wonder fair del progetto. “Molteplici i significati: ‘fair’ come fiera ma anche come ‘bello’; ‘wonder’ come ‘forza’ e ‘meraviglia’. Abbiamo voluto giocare, parallelamente, anche a smontare lo stereotipo della ‘wonder woman’ come esempio di donna perfetta. L’inglese perché il progetto nasce e si definisce sempre come internazionale, oltre che cross-mediale e multidisciplinare. La novità principale dei prossimi mesi è S/oggett/E. Rassegna d’armi d’artiste. Tre artiste – la musicista Gianna Greco, la poetessa Ilaria Seclì e la fotografa Francesca Speranza – presenteranno le ‘armi’ con cui esercitano la propria individualità e combattono le brutture del mondo. La rassegna prevede workshop di queste artiste con giovani donne e performance collettive la prossima estate. Presto notizie più dettagliate”.
Raccogliendo le sensazioni, i pensieri dalle donne, anche attraverso l’esperienza del progetto, qual è l’impressione di Loredana? C’è una “stagione della vita” in cui è più difficile per una donna guardarsi con la consapevolezza del proprio valore? “Magari fosse così. Noto invece oscillazioni continue: verso i 30 anni un momento di ‘lucidità’ e sicurezza, poi il corpo cambia e si ricomincia. Una gravidanza, capelli bianchi, rughe. Cose bellissime vissute come segni di ‘decadimento’. Poi la menopausa, e si ricomincia ancora. La sfortuna di una malattia, un momento di forte stress, un uomo che ti dice ‘staresti meglio così o così’. Tutte cause per cui si ricomincia ogni volta da zero. Un lavoro infinito. Basta averne consapevolezza”.
L’autodeterminazione consente alle donne di scegliere con quali condividere sorellanza e riconoscimento reciproco, imparando che possono “pesare” e contare. “Credo che le donne debbano sentirsi libere di essere solidali e anche di non esserlo: sono persone, non una massa indistinta. Occorre imparare a ‘riconoscersi’ vicendevolmente, darsi il giusto valore e peso ‘politico’. Cose che gli uomini fanno regolarmente e senza sentirsi in colpa come facciamo noi così spesso. Non credo sia necessario esplicitarne il perché. (sorrido, adesso). È per questo che il progetto dice io sono bellissima e non amica/sorella, tu sei bellissima. Autodeterminazione! Su queste basi, partendo dalla consapevolezza di chi si è, si possono costruire sorellanza e solidarietà vere”.
E gli uomini? Qual è la loro parte? La risposta di Loredana fa riflettere, e apre, in chiusura, uno squarcio interessante sulla percezione maschile della bellezza femminile. “Gli uomini possono giocare un ruolo nel processo liberatorio di se stessi: nel progetto lavoriamo con gli uomini per suggerire di riflettere, per cominciare, sul tipo di desiderio nutrito rispetto alle donne. Tanti giovani uomini mi hanno raccontato lo sconcerto provato la prima volta che si sono resi conto di essere attratti da una donna con forme non ‘standard’. Liberarsi dalla convenzione per cui una donna attraente è fatta in un modo piuttosto che in un altro, ascoltando il proprio corpo in modo onesto e sincero, è un altro passaggio verso relazioni più libere e gratificanti. E non sono tra donne e uomini, ma anche tra donne e donne e tra uomini e uomini”.



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