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Guglielmo Boccia/Le mie tre sfide

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

4
OTT
2013
Il lavoro, la politica e lo sport: tre passioni che si intrecciano nella sua vita. E in tutte e tre l’importante non è finire, come diceva qualcuno, ma vincere
Determinato e fiducioso, si presenta così l’avv. Guglielmo Boccia, legale del sig. Martino Scialpi, il tredicista che da oltre 32 anni aspetta che le venga riconosciuta la sua vincita. Una battaglia difficile e complicata, in lotta con forze maggiori, ma destinata a proseguire a oltranza, rafforzando ottimismi e speranze. Una sfida tra ‘Davide e Golia’, come la definisce l’avv. Boccia, noto anche per la sua militanza nel partito La Destra e per la presidenza di una squadra di calcio a 5 femminile che quest’anno festeggia il suo decimo anno di attività. Tre passioni che si legano imprescindibilmente, avvalendosi della collaborazione di validi colleghi e dello spirito competitivo e risoluto di un avvocato che dal sorriso dei suoi figli trova sempre le energie giuste per nuovi progetti.  
Avvocato Boccia negli ultimi mesi il suo nome è rimbalzato spesso all’attenzione, in merito alla vicenda di Martino Scialpi, tredicista al Totocalcio che attende ancora la sua vincita:  a che punto è la vicenda?
«È una vicenda che ha dell’incredibile: 32 anni di cause e udienze con un numero di procedimenti maggiore rispetto a quello vissuto da Berlusconi, con la differenza che quest’ultimo è supportato dalle sue televisioni e dai giornali, mentre il sig. Scialpi deve contare solo sulle sue forze e ora anche sul mio modesto contributo. Come già noto, abbiamo eseguito pignoramenti presso terzi e immobiliari ai danni del CONI, oltre ad aver eseguito un sequestro giudiziario richiedendo l’esibizione di quei verbali, sempre negati, che si riferiscono al 1981, data in cui avvenne la tanto famosa giocata. Tra ottobre e dicembre, ci saranno altre udienze importanti».
Si tratta di una causa importante e complicata che dura da oltre 30 anni, che ha visto susseguirsi numerosi avvocati e che si scontra con poteri forti. Il dato di fatto che se ne deduce è che non è affatto semplice far valere un proprio diritto. 
«Ho assunto la difesa da circa un anno e mi sono reso conto immediatamente che si tratta di una sfida tra Davide contro Golia. Il Coni ha sempre esercitato, ed esercita ancora oggi, un’influenza non indifferente nei confronti della carta stampata e delle televisioni. Ultimamente siamo stati contatti da La7 che avrebbe dovuto girare un servizio da mandare in onda in prima serata: avevo inviato tutta la giusta documentazione, ma guarda caso, la questione si è arenata poco dopo aver contattato  l’ufficio legale del Coni, evidentemente per proteggere delle verità nascoste, che comunque emergeranno in sede giudiziaria. Ho trovato diversi ostacoli, ma nonostante tutto mi sento fiducioso: questa storia desta tanta curiosità e sono consapevole che in molti sperano in una nostra sconfitta: tuttavia, io ho la coscienza pulita e non mi lascio intimidire, né condizionare da nessuno».  
Ottobre si prospetta un mese impegnativo, non solo per quanto riguarda la faccenda Scialpi, ma anche sul fronte politico e sportivo. Partiamo dal primo.
«Io presto la mia persona e il mio tempo al servizio della collettività, perchè ritengo che tutti noi abbiamo il diritto di fare e di parlare di politica ed è terribilmente triste vedere come, ancora una volta, gli interessi dei singoli prevalgano sui problemi di un’intera collettività, sia a livello nazionale che a livello locale. La crisi di governo è stata formalizzata e se non ci sarà un Letta bis si andrà a nuove elezioni, ma con quale legge elettorale? Dovrebbero risponderci i nostri parlamentari. Io sono solo un cittadino attento a ciò che accade intorno, ma è evidente, ormai, che tra le varie parti politiche esistono soltanto accuse e scontri, senza trovare mai nessuna soluzione che aiuti i cittadini.  Ormai siamo ai livelli della Grecia, rischiamo una rivolta sociale, ma nessuno ne parla per paura: non tutti hanno il coraggio di guardare la realtà e il rischio che corriamo». 
Da parte de La Destra, partito di cui lei fa parte, si ipotizza un ritorno ad Alleanza Nazionale: cosa significherebbe questo svolta e su quali presupposti si fonderebbe?
«Al di là di quello che accadrà a Roma il prossimo 12 e 13 ottobre, penso che non sia tanto importante quale simbolo dovrà essere preso in considerazione, ma evitare inutili frammentazioni a ‘destra’ e cercare di riportare sotto un unico simbolo tutte quelle componenti che ora si chiamano “La Destra” o “Fratelli d’Italia” , tanto per citarne alcune. È importante che la svolta arrivi attraverso un documento unitario: il simbolo è l’ultimo dei problemi. Il vero problema sono gli uomini che intendono dividere e non unire».
Sul fronte sportivo, invece, questo è il decimo anno di calcio a 5 femminile: quali sono le novità più rilevanti che ci aspettano per il nuovo campionato?
«Sono trascorsi già dieci anni e molto velocemente. Mia figlia Serena nasceva ad aprile del 2003 e a giugno prendeva corpo la mia società. Ricordo che i primi anni cambiavamo campo tutti i giorni per allenarci, mancavano i mezzi le strutture, eppure non è mai mancato l’entusiasmo, tra le giocatrici, gli allenatori e i dirigenti. I primi anni tornavamo a casa con alcune pesanti sconfitte, ma ci sono servite a migliorarci. Negli ultimi anni abbiamo vinto un campionato regionale, la Coppa Italia regionale, il terzo posto a livello nazionale per la coppa Italia e per la prima volta nella storia dello sport martinese femminile una compagine calcistica ha esordito nella massima serie (serie A): queste sono soddisfazioni che partono da lontano, frutto di sacrifici e programmazioni, non solo mie, ma anche dei miei preziosi collaboratori, per non parlare delle aziende che hanno contribuito a dieci anni di sport e, se mi consentite, anche di belle vittorie. Quest’anno non partiamo come favoriti, ma come è nel nostro DNA giocare da protagonisti nel campionato che sta per iniziare». 
Professione, politica e sport: con i tempi che corrono, scanditi da ritmi veloci e imprevedibili, non è sempre facile occuparsi di tutto e conciliare vita privata e  lavoro, conferma? 
«È vero, a volte è molto difficile, ma fortunatamente posso contare sull’aiuto delle mie colleghe che oltre a sopportarmi sono anche delle ottime professioniste: mi riferisco all’avv. Giusi Caramia e alla collega Simona Colucci. Non adoro parlare molto della mia vita privata, ma posso dire che nonostante i miei numerosi impegni ho sempre il tempo e il desiderio di passare giornate con i miei figli, Serena e Matteo, che con il loro sorriso riescono a infondermi quell’energia necessaria per affrontare le varie battaglie che mi attendono quotidianamente».
Questa sua continua ricerca e voglia di fare, nasconde nuovi progetti?
«Essendo moderatamente giovane (ride, Ndr)  ho ancora diversi sogni da realizzare, pur essendo consapevole che solo lo spirito di sacrificio e la caparbietà sono ingredienti necessari al loro raggiungimento, ma di questo ne riparleremo più in là».
 


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