MENU

25 anni più tardi/Nuova vita dopo l´abbandono

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

22
NOV
2013
Da ex Baraccamenti Cattolica a Officine Tarantine; un gruppo di ragazzi ha occupato un pezzo della città abbandonato per 25 anni. Ora necessita della collaborazione di tutti per ripristinarlo e restituirlo ai cittadini
 
Da meno di un mese, un gruppo di ragazzi di tutte le età, writer, artisti di strada, studenti e non, si svegliano presto al mattino per adoperarsi a sistemare un pezzo della città abbandonato da 25 anni oramai, quasi totalmente sconosciuto alla giovane popolazione tarantina. Gli ex Baraccamenti Cattolica, il dopolavoro della Marina Militare che si estende da via Crispi a via Leonida, è stato occupato, ma sarebbe  più opportuno definirla come riappropriazione di un pezzo di storia della nostra città, che giorno dopo giorno cambia volto: i ragazzi dormono in un teatro e ogni giorno, con una mano di pittura e un po’ di manutenzione, sistemano poco alla volta l'impianto d'illuminazione, i bagni, la cucina e chissà quanto altro ancora. Le Officine Tarantine, il loro nome, hanno voluto farsi conoscere alla città attraverso un open day in cui hanno mostrato i loro progetti e obiettivi. Alessio, uno dei cofondatori del gruppo, ci spiega nei dettagli l’iniziativa. «Officine Tarantine si pone come obiettivo il cambiamento del modo di vedere e di affrontare le cose tipico della maggioranza dei tarantini; siamo un gruppo composto da giovani realtà già presenti sul territorio, che vista la mancanza di prospettive per il futuro ha deciso di unire le forze per dare alla città un posto dove i cittadini possano respirare cultura e collaborare per riappropriarsi del futuro, nell'ottica dell'eco-sostenibilità. Il progetto nasce per l'esigenza di creare spazi dove chiunque possa esprimere e realizzare le proprie idee. Renderemo finalmente i locali agibili, mettendoli in sicurezza attraverso un'opera di volontariato autofinanziato. Cerchiamo di risvegliare nella gente lo spirito di collaborazione che si è sopito oramai, al fine di far rivivere quella soddisfazione personale di aver sistemato un muro che stava per crollare».
Quali sono i progetti?
«L'idea è di creare piccoli laboratori e attraverso dei corsi formare il cittadino con attività funzionali alla creazione del proprio futuro. I laboratori pilota saranno i laboratori arti visive/grafiche, l’officina 3R (RiusaRiciclaRivaluta), mensa popolare, sala prove, serigrafia, falegnameria, ciclofficina, mosaici, Ecòthè magazzini idee. Questo non esclude la necessità di ricevere nuove proposte: al contrario le proposte dei cittadini, tutte indistintamente, purché buone, saranno la linfa vitale di questo progetto. Daremo vita a eventi socio-culturali di interesse cittadino affinché questo spazio diventi luogo di aggregazione, creando così una rete di collaborazioni che rendano più semplice la realizzazione di progetti proposti. Chiediamo aiuto in particolare ai pensionati, tutti coloro che hanno un mestiere da poter insegnare e tramandare, come riparare una bicicletta o un cavo elettrico». 
Burocraticamente a chi appartiene questo luogo?
«Non è stata ancora concessa al Comune, quindi ancora alla Marina Militare. Prima di occupare la zona, abbiamo fatto richiesta al Comune per avere uno spazio da poter fornire alle associazioni che hanno bisogno di aggregarsi, ma non ci è stato concesso ancora».
 Perché è stato chiuso?
«E’ stato dichiarato inagibile».
Cosa c’era qui?
«C’era un ristorante, un bar, il tiro a segno, il centro diurno, il bigliardino, la biblioteca; tutto abbandonato nella totale indifferenza per 25 anni». 
Perché l’avete occupato?
«Ci sembra giusto restituire alla città i propri spazi; stiamo lavorando con molto spirito di autocritica, ma vogliamo ripristinare questo posto, invitando tutti a collaborare». 
Il Comune come ha reagito? 
«Sino a ora abbiamo avuto a che fare con le forze dell’Ordine una sola volta e con il Consigliere Comunale che è stato preposto a occuparsene; la zona è ancora demaniale, dal 1 dicembre passerà nelle proprietà del Comune, per cui stiamo cercando di trattare con l’Amministrazione, che oltre a essere contenta della nostra iniziativa e della buona volontà, dovrebbe, come speriamo tutti, anche darci una mano». 
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor