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Universo donna UN PERCORSO CONDIVISO

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

20
LUG
2012

 

Il dottor Cataldo Capozza, responsabile del reparto di Senologia del nosocomio martinese, ribadisce l’importanza della prevenzione e come non sia necessario spostarsi in grandi Centri del Nord per esser seguite al meglio
 
Dottor Capozza, ci presenti il reparto di Senologia dell’ospedale di Martina Franca.
«Nel nostro reparto si possono effettuare una serie di esami che riguardano la diagnostica della mammella, utilizzando tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. In particolare, siamo specializzati nella nuova chirurgia della mammella (forosentinella). L’incarico di guidare questo reparto mi è stato affidato circa due anni fa. Ho la fortuna mi avvalermi di un’equipe di prim’ordine che comprende un medico nucleare, un radioterapista, fisioterapisti, oncologi, psicologi e anatomopatologi. Si tratta di una squadra che si tiene al passo con le novità scientifiche, aggiornandosi costantemente e partecipando a congressi in tutta Italia. Inoltre, il reparto di Senologia lavora in grande sinergia con il Centro Donne del Santissima Annunziata di Taranto».
Grande professionalità a costo e km 0.
«Proprio così. Ho la fortuna di essere coadiuvato da un’equipe di medici altamente specializzati, collaboratori eccezionali che vantano una grande esperienza. Inoltre, siamo costantemente in contatto con centri oncologici in tutta Italia. I servizi vengono offerti gratuitamente nelle strutture ospedaliere perché lo Stato sostiene economicamente i pazienti dalle neoplasie esentandoli dal pagamento del ticket e di altre spese».   
Quali sono i primi passi che compie la paziente?
«Dopo aver riscontrato la presenza di un nodulo, la donna si rivolge direttamente a noi o viene indirizzata qui dopo aver consultato il proprio medico curante. Una volta giunta in ospedale, la paziente mi viene affidata. Il primo passaggio compete al radioterapista che esamina il linfonodo ascellare dopo averlo asportato. L’esito negativo degli esami, il 50% dei casi, interrompe il percorso della paziente che viene così rimandata a casa; se gli esami, invece, dovessero dare esito positivo la paziente prosegue il proprio percorso, sottoponendosi ad altri test. In presenza di neoplasia, sarà l’oncologa, la dottoressa Luccarelli, a intraprendere il proprio percorso dopo circa venti/trenta giorni. Prima di effettuare i test, alcuni psicologi cercano di sostenere la paziente cercando di tranquillizzarla. L’argomento è molto delicato, considerando la maggiore sensibilità della donna verso il proprio corpo: in molti casi, c’è una sorta di decadimento psicologico. Non abbiamo fretta e, pertanto, facciamo tutte le indagini del caso per ricavare una diagnosi preoperatoria molto accurata. Personalmente, non mi piace utilizzare la parola “cancro”, preferisco definirlo “percorso condiviso”».
Quanto è importante una diagnosi precoce?
«È di fondamentale importanza. La diagnosi precoce comporta grandi vantaggi dal punto di vista terapeutico. Infatti, in caso di tumore iniziale, i trattamenti necessari sono spesso più semplici e comportano, nella maggior parte dei casi, un intervento chirurgico di tipo conservativo, cioè con asportazione solo del nodulo o comunque di una piccola parte della mammella, con indubbi vantaggi clinici, estetici e psicologici».
Dove viene effettuato l’intervento e dopo quanti giorni la paziente viene dimessa?
«L’operazione viene portata a termine a Grottaglie, Manduria, ma anche al “Perrino” di Brindisi. Si stabilisce insieme alla paziente la sede dell’operazione. Non ci sono lunghi tempi d’attesa, come spesso e volentieri capita in centri del Nord: la paziente si presenta in ospedale il giorno stesso dell’operazione e viene dimessa dopo qualche giorno; non è previsto un lungo ricovero prima dell’intervento».
A quale età una donna deve prestare maggiore attenzione alla formazione di noduli?
«Negli ultimi anni, l’età media di riferimento si è di molto abbassata. Già a trenta/trentacinque anni una donna potrebbe imbattersi in un percorso del genere. Generalmente a trent’anni la donna ha figli piccoli e lasciare la famiglia per diverso tempo provoca più di qualche disagio. Proprio per questo, rimanere in loco - e farsi seguire qui – attenua le difficoltà e limita il distacco della donna dalla famiglia».
Il reparto di Senologia non segue solo le pazienti.
«Il “percorso condiviso” non può essere intrapreso dalla donna senza il coinvolgimento del partner e dei familiari. In maniera particolare, sono i mariti – o compagni - ad aver bisogno di un supporto psicologico. Molto spesso accade che – inspiegabilmente – l’uomo non accetti la donna, o che la veda con occhi diversi. È fondamentale mantenere un dialogo costante anche con il partner, non solo con la paziente. È necessario instaurare un rapporto familiare che, posso assicurare, si conserva nel tempo, proprio per l’unicità e la delicatezza dell’esperienza».
In conclusione, quale messaggio vorrebbe inviare alle nostre lettrici?
«Le invito a conoscere e a usufruire i numerosi servizi che offre il reparto di Senologia di Martina Franca. La gente molto spesso non è a conoscenza della nostra presenza e della serie di servizi che offriamo. C’è la tendenza a dirottare le pazienti in strutture private – magari del nord Italia – che comportano una serie di spese aggiuntive oltre quelle strettamente legate alla visita in un centro specializzato. Sono dell’idea che la paziente deve essere libera di scegliere una struttura in loco o di spostarsi al Nord. Venite a conoscerci e poi scegliete liberamente».   



Commenti:

Elvira 13/OTT/2015

Grazie Dottore Capozza per ciò che ha fatto per me, le sarò sempre grata per la sua competenza e la sua grande umanità. Donne fidatevi di questo Professionista serio e gentile con ammirazione. ELVIRA CAPONE.

Lauria Lina 25/NOV/2013

Il dottor Capozza e un medico molto preparato, la sua disponibilità ed il suo eccesso di zelo, fanno di lui una persona unica! Un esempio per tutti quei medici che indossano il camice bianco solo per curare i propri interessi e non per curare la povera gente!

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