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Profughi/Italiani brava gente

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

20
GIU
2014
L’indifferenza è impossibile: è un’emergenza umanitaria e sanitaria a tutti gli effetti quella che si sta ripercuotendo sulle nostre coste. Gregorio Cavallaro del SER racconta come la grande disponibilità e collaborazione di tutti ha sopperito in gran parte ai disagi
 
Continuano gli sbarchi nel nostro territorio, oramai bacino di accoglienza per siriani, subsiriani, del Gambia e del Sudan, che dalla Sicilia giungono al nostro porto per essere poi smistati nei vari centri di accoglienza su tutto il nostro territorio: PalaRicciardi in Via Golfo di Taranto,  Ex asilo Baby Club in Via Campania, Corpus Domini in Viale della Repubblica (Paolo VI),  Ex mercato ortofrutticolo in Via Orsini (Tamburi),  Ortolini (Martina Franca). La situazione dalla prima ondata di sbarchi - lunedì 9 giugno -, era inizialmente allarmante, una vera e propria emergenza, inaspettata per la sua impetuosità. A distanza di una settimana però, grazie all’intervento dei volontari cittadini e delle associazioni no profit come l’Abfo e Salam, che con la massima disponibilità hanno prestato il loro tempo e ognuno il proprio contributo, sembra che tutto ora sia ben gestito e organizzato. A raccontarci la situazione, in particolare del Baby Club in cui sono ospitati minori, è il responsabile e coordinatore della struttura Gregorio Cavallaro del SER (Servizio Emergenza Radio) della Protezione Civile regionale. 
Com’è la situazione a oggi?
«Organizzata e coordinata: abbiamo tutto e continuiamo ad avere strumenti e servizi utili. Le istituzioni ci sono molto vicine, sia le locali che le nazionali; è venuto anche il sindaco Stefàno per monitorare di persona la situazione e si è complimentato per la gestione».
Quindi le risorse disponibili hanno diverse provenienze?
«Le stanno mettendo tutti, volontari, associazioni, le istituzioni sia a livello comunale che nazionale, come i gazebo, la tv, i computer con Skype e le schede telefoniche per consentire ai ragazzi di chiamare le famiglie». 
E le brandine? Alla Ricciardi dormivano su materassi per terra, qualche giorno fa.
«Alla Ricciardi abbiamo fatto in modo di avere delle brandine e anche qui al baby club, con un po’ di pazienza arriva tutto; abbiamo avuto il frigorifero per l’acqua fresca, ci sono ragazzi che vengono a fare animazione il pomeriggio, anche adesso una volontaria sta facendo lezioni di italiano; addirittura c’è chi vuol imparare il dialetto tarantino e studiano volentieri informatica».  
Conosci la situazione degli altre strutture? 
«Oltre al mercato all’ingrosso dell’ortofrutta al quartiere Tamburi che necessita di molta roba, di tutto praticamente, perché è l’ultima aperta, le altre strutture sono temporanee, il tempo di ospitarli prima che ripartano per altre città del Nord Italia e Nord Europa; il Baby Club invece ospita minori che permangono più a lungo per questioni burocratiche: i minorenni necessitano di tempi lunghi».
Parlaci di loro.
«Sono ragazzi tranquilli e collaborativi, ci aiutano a scaricare l’acqua che arriva per esempio, o puliscono la struttura; sono tutti minorenni e sono assistiti da una tutor, la dottoressa Simona Fernandez della Cooperativa Salam, in attesa di mandarli in centri di accoglienza per minori veri e propri. Sono sempre con il sorriso, studiano molto, si impegnano, hanno imparato persino “Volare”, la canzone di Modugno».
Cosa manca ?
«I medici, loro non bastano mai: abbiamo un registro con tutti i nominativi, dal medico chirurgo al generico e ogni qual volta ce n’è bisogno si recano immediatamente. Abbiamo chiesto di avere un presidio della Croce Rossa soprattutto al Palaricciardi dove ci sono stati bambini, però mi hanno detto che la forza è tutta concentrata al porto che relativamente serve a mio parere, perché al porto si tratta di prima accoglienza, poi vengono smistati qui, al Palaricciardi e in altre strutture. Servirebbe un presidio, la stanza medica ce l’abbiamo dove può entrare solo il medico, sia alla Palaricciardi che all’ortofrutta, ma sarebbe meglio se si dividessero i turni per coprire l’intera giornata».
Mediatori e interpreti, ci sono?
«Sì, ce ne sono, ci sono volontari che danno lezione di italiano, poi la cooperativa Salam ci fornisce  mediatori che parlano benissimo inglese,  il francese e qualcuno  l’arabo. Moltissimi volontari stanno svolgendo corsi di hip hop, pugilato e balli di gruppo».
Ma andrà avanti tutta l’estate così?
«Sì, anche perché in Sicilia non possono più stare, tra l’altro la provincia di Taranto è pronta ad accoglierli, tra i territori di Grottaglie e Martina. Alcuni consiglieri comunali e regionali si stanno attivando molto, rivolgendosi anche al Prefetto affinché possa adibire una struttura militare con più di 3000 posti a centro di accoglienza, ma la questione non è semplice».
 


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