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Maria Stella Palasciano /LA MORTE SI PORTA VIA ANCHE LE FATE

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

19
SET
2014
L’improvvisa scomparsa di una professoressa martinese ha commosso molti. Un suo ricordo nelle parole di una collega
 
 
La notizia della morte improvvisa di Maristella Palasciano, docente di Metodologie Operative dell’Istituto Professionale di Stato “Alfonso Motolese”, da quest’anno accorpato all’ITCG “Leonardo da Vinci”, è arrivata come una fiondata improvvisa. Un colpo secco che ha raggiunto la dirigente, i professori e le professoresse, i collaboratori, gli studenti e le studentesse proprio nella prima settimana del nuovo anno scolastico. L’incredulità è stata l’immediata reazione, seguita da un dolore asciutto, netto. Per l’ex “Motolese” perdere Maristella è stato gravissimo: lei in prima linea nel favorire il raccordo tra istruzione e mondo del lavoro, tra istruzione e bisogni educativi. Pensare a Maristella porta alla mente i tanti ponti che ha creato tra l'ex "Motolese" e la Città dei Bambini, le scuole materne, le ludoteche, gli asili nido, le case per anziani. Una figura esile e discreta, operosa come una formica e al tempo stesso energica, fantasiosa; abilissima nella creazione di un'infinità di oggetti e nell'allestimento di spazi di accoglienza e orientamento. Sostenitrice convinta dell’idea di scuola come comunità viva al servizio della società, delle fasce deboli: bambini e anziani. Era una fata Maristella: con carta, plastica, alluminio, nastrini, ritagli di tessuti e perline riusciva a colorare i grigi corridoi della scuola, a metter su mercatini davvero originali, a generare stupore dinanzi a banchi e lavagne che magicamente si trasfiguravano e assumevano forme e funzioni diverse. Ce l'ha messa tutta sempre, nonostante le difficoltà, i fondi sempre più esigui, la contrazione delle classi che, dopo anni ed anni di ruolo, le avevano fatto perdere molte ore. Ma lei, da fata, appunto, riusciva a compiere incantesimi e ad andare avanti. Da qualche giorno con un soffio non c'è più, il “Motolese” ha perso la sua fata dagli occhi che guardavano lontano. Vogliamo ricordarla tra trine e veli, cartapesta e addobbi natalizi, origami e filastrocche e i suoi passetti svelti svelti che la portavano quasi in volo da un'aula all'altra.
Mancherà a tutti. Perché la morte in fondo è assenza, è mancanza di suoni e forme, di gesti e parole, di azioni che di colpo spariscono e prosciugano il respiro necessario per proferire parole e rispondere al “perché”. È un silenzio terribile, una domanda che non avrà risposta per noi che restiamo qui vivi e impotenti, sulla scena di una vita mai perfetta che tuttavia procede. Al di qua la morte di Maristella ha lasciato una crepa, ma sul sentiero al di là del varco i suoi passi faranno spuntare una fila ordinata di fiori rosa.
 


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