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Endometriosi/Conoscere il proprio male

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

17
OTT
2014
Finalmente una Legge Regionale che tuteli le donne che soffrono di questa patologia e che promuova la sensibilizzazione dell’opinione pubblica: perché questa è una malattia molto spesso non facilmente riconoscibile
La consigliera Annarita Lemma, il Dott. Stola e il Comitato Taranto Lider, hanno spiegato alla conferenza stampa di presentazione della legge sull’Endometriosi il percorso seguito e i risultati raggiunti; ora è tutto in salita e l’obiettivo è quello di espandersi.
A distanza di poco meno di un anno, da quando il 4 novembre scorso è stata fatta richiesta al Presidente Vendola che fosse adottata una legge che introducesse il Registro Regionale dell’Endometriosi, finalmente la proposta è diventata Legge Regionale approvata con voto unanime. Si ricorda che il Comitato Taranto Lider (Libera Iniziativa per la Diversificazione Economica e la Riconversione), dopo aver raccolto 1683 firme, ha presentato una proposta di legge, firmata da subito dalla Consigliera Regionale Annarita Lemma. Adesso siamo l’unica regione in Italia, insieme al Friuli Venezia Giulia che si adoperò nel 2011, ad avere una legge che tuteli e legiferi questa malattia a volte invalidante. Alla conferenza stampa di presentazione della legge, c’erano la consigliera regionale Annarita Lemma, il dott. Emilio Stola, primario di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale di Castellaneta e di Taranto, oltre che naturalmente le rappresentanti del comitato Taranto Lider, Maria Teresa D’Amato, Roberta Villa e Grazia Maremonti.                                                 La consigliera Lemma ha spiegato cosa prevede la legge e quali sono le novità introdotte; innanzitutto un registro regionale, oltre che un’azione capillare di informazione e sensibilizzazione, attraverso anche il coinvolgimento delle associazioni. Questa legge votata all’unanimità, applica una lente di ingrandimento su una patologia ampiamente diffusa e di grande interesse, soprattutto per le donne di giovane età. La legge è costituita da 7 articoli, con il n. 3 si stabilisce il registro dell’Endometriosi, il n. 5 parla del ruolo molto importante delle associazioni, l’art. 6 istituisce la giornata mondiale dell’endometriosi il 9 marzo.                                            
Il dott. Stola ha illustrato l’incidenza nel territorio di Taranto che è di circa il 10% considerando che 150 mila donne tra i 15 e 45 anni della provincia di Taranto, verosimilmente 15000 donne, potrebbero essere affette da endometriosi, quindi un dato alquanto rilevante. Sarebbe fondamentale definire delle cure primarie, perché non tutte le donne hanno necessità di un intervento chirurgico e non tutte le donne hanno una malattia evolutiva, poiché si tratta di una malattia cronica. L’obiettivo di questa iniziativa è soprattutto dell’Osservatorio regionale e della legge regionale di indicare dei percorsi diagnostico terapeutici che siano in grado di orientare non tanto lo specialista avanzato, ma soprattutto il medico di base e le stesse famiglie che si trovano sul territorio a indirizzare le pazienti nel percorso più adeguato; questo è indispensabile perché il dolore pelvico che si associa all’endometriosi o eventualmente alla infertilità, rappresenta una condizione fermamente invalidante e nella maggior parte dei casi risolvibile, ma purtroppo spesso non facilmente riconoscibile. La Società italiana di ostetricia e ginecologia ha sollevato la questione a livello ministeriale già negli anni scorsi, ottenendo il riconoscimento come malattia sociale; unire gli sforzi della politica e degli specialisti significa dare un qualcosa in più a questo territorio.    Le rappresentanti di Taranto Lider si ritengono soddisfatte dell’obiettivo raggiunto, ma non si fermeranno, in quanto vogliono espandersi e quindi coinvolgere altre regioni, affinché ci sia un interesse a livello nazionale nell’attesa che il Ministro alla Salute firmi le tabelle. Espansione a questo punto significa anche  tutelare sia le donne di territori che hanno problemi di inquinamento, in quanto è in fase di valutazione il nesso tra la malattia e l’inquinamento, ma anche quelle di altre zone d’Italia. Sono stati fatti grossi passi, considerando che fino a qualche anno fa le donne si vergognavano ad ammettere la malattia; è importante il supporto psicologico, che spesso manca, ragion per cui bisogna interfacciarsi con il sistema sanitario, formarlo e costituire un’interazione con le famiglie e le adolescenti, intervenendo al più presto nelle scuole.   
 


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