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Ammazza che piazza: Chiamiamoli guerrieri romantici

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

16
MAR
2012

 

Generazione sfigata e di nulla facenti? No, grazie. Giovani arrabbiati e innamorati della propria terra. Questi i componenti del gruppo che si è messo in testa di cambiare la città
 
Terminata la stagione estiva, i giovani tarantini lasciano la litoranea per ripopolare la città.
Ed è proprio tra le ultime serate di un fine estate che nasce il gruppo “ Ammazza che piazza”, un'iniziativa che, con l'obiettivo di rivalorizzare il patrimonio culturale e ambientale tarantino, è diventata una realtà a tutti gli effetti ed è riuscita a entrare, in punta di piedi e con profondo
Rispetto, in gran parte della città. Un'iniziativa fatta da e di giovani, che credono nella loro terra.
A spiegarci meglio la storia, i perché, i dove e i quando, i protagonisti del gruppo che ci
raccontano il loro viaggio, dando il significato storico al termine di scambio culturale e di conoscenza, nella  riscoperta dell'essenza della vera Taranto.
Quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto a fare gruppo e scendere in piazza autonomamente, come veri guerrieri armati di rastrelli, scope e tanta voglia di cambiamento?
«Ormai da tempo, durante le nostre serate, uno degli argomenti principali era quello di fare qualcosa per  risollevare l'aspetto e la vita sociale della nostra città. Stanchi di parlare, una sera come le altre, un amico, Alessandro, propose di attivarci iniziando dalla pulizia delle piazze lasciate al degrado che noi giovani spesso frequentiamo. Alcuni erano scettici… “alla fine c'è un servizio
cittadino – dicevano - che dovrebbe già provvedere a questo, noi siamo solo giovani e precari…”. All'incirca una decina di noi decisero di andare avanti. La prima piazza che riportammo alla civiltà è stata piazza Bettolo, ambiente da noi frequentato quotidianamente.»
Vi ho definito gruppo, ma voi come amate presentarvi e definirvi?
«Gruppo spontaneo e autonomo di giovani volontari accomunati dalla stessa voglia di recuperare le
piazze della città che sono i posti maggiormente frequentati, non solo per renderle più accoglienti,  ma anche per valorizzare quelle poche aree verdi rimaste a Taranto. Le piazze come solo punto di partenza, il nostro gruppo è vicino ad altre iniziative culturali e sociali.»
Passionali, giovani, forti e arrabbiati: con chi in fondo?
«Con le istituzioni, non solo quelle presenti ma tutte quelle che hanno “ governato” Taranto nell'arco degli ultimi cinquant'anni, perché hanno permesso che la grande industria e la Marina si
impadronissero della città, inoltre siamo stanchi dell'indifferenza di parte degli stessi cittadini e
speriamo che le nostre iniziative possano smuovere le coscienze.»
Una delle caratteristiche del vostro gruppo è quella di essere tanti, di età differenti e spesso
con esperienze di vita non particolarmente vicine. Come riuscite a superare eventuali
incomprensioni?
«La solidità del nostro gruppo si basa sulla coerenza delle nostre assemblee; nessuno è leader, siamo tutti uguali, ci piace il dibattito libero e pacifico in cui tutti possono esprimersi liberamente.
Attraverso delle votazioni ”popolari” arriviamo a prendere delle decisioni che soddisfino eventuali
diversità. Ma è fondamentale anche lo spirito di collaborazione e condivisione che genera il rispetto
reciproco.»
Combattete per la città di Taranto che amate tanto; i cittadini vi fanno arrabbiare perché
spesso sono indifferenti. Dopo le vostre “ pulizie” avete avuto risconti positivi?
«Siamo consapevoli di quanto la strada sia lunga e non in discesa e di certo non ci aspettavamo una
risposta positiva da parte di tutta la popolazione. La situazione sociale tarantina non è ancora
abbastanza omogenea e sapevamo che in alcune zone saremmo stati accolti in un determinato
modo, in altre differentemente, ma pian piano stiamo costatando che una gran fetta della Taranto
attiva inizia ad abbracciare il nostro progetto. Bisogna comunque essere sempre molto attenti
nella diffusione dei nostri messaggi, perché l'ultima cosa che vogliamo è quella di risultare
antipatici e soprattutto influenzati politicamente, maggiormente in questo periodo di accesa
propaganda politica. Parte di noi proviene dalla strada quindi era consapevole di ciò a cui si poteva
andare in contro.»
Avete ripulito zone della salinella, della città vecchia, dei tamburi e Paolo VI, in realtà molto
delicate, creando dei momenti di condivisione per le intere famiglie. Come hanno reagito i bambini e avete in programma qualche incontro destinato ai soli più piccoli che saranno i futuri cittadini?
«Entrare in questi ambienti ha richiesto sicuramente uno sforzo maggiore soprattutto perché solo
stando a contatto con questi bambini ci si può rendere conto dello stato “d'abbandono”e una grande
mancanza di senso civico, ma coinvolgerli è stato magnifico. Abbiamo avviato un progetto che entra direttamente nelle scuole, di alcune, sono stati gli stessi studenti che venuti a conoscenza del nostro gruppo ci hanno contattati ( per il momento secondarie superiori). Siamo stati all'università di Taranto (facoltà di giurisprudenza, lettere, beni culturali) e confrontando tutti questi incontri ciò che ci rende realmente orgogliosi è riscontrare che molti ragazzi, hanno la nostra stessa volontà, i nostri stessi desideri e vedono in noi un punto di riferimento.»
Un percorso così passionale: ostacoli?
«Gli ostacoli ci sono stati ma ciò non ci abbatte anzi l'intelligenza, la solidarietà e l'incoraggiamento
nel proseguire da parte di chi ci sostiene ci da la forza per continuare, sempre pronti a ricevere
critiche, a patto che siano costruttive.»
Uno dei vostri ricordi più belli.
«Beh, sicuramente oltre all'esordio con due striscioni con su scritto “stop all'inquinamento”e “diffondiamo cultura e civiltà per amore della nostra città” esposti sul palco del Raffo Festival che
vide la partecipazione del noto cantante Roy Paci, nei nostri cuori rimane acceso il ricordo della
pulizia effettuata nella piazzetta di via Emilia, diventata ormai quasi il nostro simbolo. Siamo
riusciti a risollevarla da uno stato pessimo, l'abbiamo pulita, decorata e inaugurata con una festa
accompagnata da una manifestazione “spartana” (in collaborazione con l'associazione Taranto
Spartana). Un evento che ha visto partecipi tanti cittadini, un incontro generazionale che oltre ad
aver creato comunicazione ci ha permesso di ricavare attraverso offerte spontanee ben ottocento
euro che ci sono serviti per autofinanziarci.»
Vi siete concessi a poche testate: cosa vi infastidisce?
«La strumentalizzazione, spesso politica. Politica o no, non ci piace che spesso si perda il
messaggio principale e questo rende i lettori riceventi passivi delle notizie. Temiamo quindi una comunicazione distorta che equivale a una non-comunicazione e poi in fondo preferiamo farci conoscere all'opera, nelle piazze, con i rastrelli e le scope. Amiamo il rapporto diretto con la gente.»
A chi, se c'è, vi sentite di dire grazie?
«Sì, c'è, ed è Claudio Morabito, un nostro caro amico, compagno sin da dai primi momenti di questo progetto e non solo. Da sempre attivo nelle attività di rivalutazione della città, Claudio è  un esempio per tutti noi, un ragazzo che pur avendo avuto la possibilità di andare a lavorare lontano dalla sua terra, non l'ha mai abbandonata. L'ha sempre amata e rispettata. Dopo la sua scomparsa, la nostra coesione si è saldata ancor più. Vogliamo continuare a combattere in suo nome. Cento uomini come Claudio avrebbero cambiato la città, e il nostro nuovo motto è: “lotteremo in tuo onore per una Taranto migliore”.»
 



Commenti:

ERIKA 16/MAR/2012

Bellissimo articolo!bravi ragazzi per le risposte date!In questi anni tante parole tatnte chiacchiere dalla bocca dei politici ma nessuno in grado di risollevare la nostra amata città! Ammazza che piazza un gruppo trasparente e pulito!!!

Klp 16/MAR/2012

Bello complimenti....la foto un pò scadente, ce ne sono 100000 di migliori

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