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TRA IL RIDICOLO E IL PATETICO

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

19
OTT
2012

 

Forse mi ero fatto un’idea sbagliata. Osservando le cose di casa nostra, dalla decadenza etica della politica alla povertà culturale del mondo dell’informazione, dal sistematico smantellamento del patrimonio formativo alla corruzione eletta a sistema di regolazione di ogni rapporto economico, al trionfo dell’effimero sul valore della dignità dell’uomo, mi ero convinto che l’Italia fosse diventata una sorta di enclave amorale all’interno di un sistema occidentale fallibile ma, ancora, moralmente solido.
Intendiamoci, io amo il mio Paese e la mia Gente ma ne parlo con la rabbia di un amante tradito. Potete darmi torto? Tralasciando ogni altro aspetto, pensate al nostro sistema universitario. Ricordo a me stesso che quando la prestigiosa Università della Sorbona iniziava nel 1253 a muovere i primi passi con i suoi 16 studenti, le Università di Padova e di Bologna erano già fari di scienza per il mondo allora conosciuto, Oxford e Cambridge muovevano i primi passi mentre Yale e Stanford avrebbero visto la luce solo centinaia di anni dopo. Oggi scopriamo che, secondo l’autorevole classifica del World University Rankings, nessuna università italiana è presente tra le prime 200 più prestigiose del mondo.
Ma una notizia di pochi giorni fa, che avrete certamente raccolto perché ha fatto scalpore, mi fa guardare con occhi meno severi questa nostra Italia, non perché ne risulti rivalutata quanto perché ha contribuito ad abbassare al suo livello il resto dell’Europa.
L’Accademia Reale Svedese delle Scienze, che in questi giorni sta assegnando i premi Nobel, ha conferito il Nobel per la pace del 2012 all’Unione Europea!
Sinceramente non so se catalogare l’evento tra le notizie ridicole o tra quelle patetiche. Il ridicolo risiede nella considerazione che un gruppo di nazioni guerrafondaie, che storicamente si sono macchiate di crimini orrendi vivendo perennemente in guerra tra loro ed esportando la furia distruttrice di Marte in ogni sperduto angolo della terra, autoalimentando la loro potenza militare ed economica con il sangue dei propri figli e con quello di inermi vittime della loro colonizzazione, si autocelebra ergendosi a paladino della pace. Il patetico sta nel fatto che un gruppo di nazioni ridotto alla stregua di un nano politico nel consesso internazionale, si è appuntato orgogliosamente sul petto la medaglia di paladino della pace quando, non più tardi di qualche mese fa, seguendo un soldato di ventura male in arnese, tale Sarkozy da Parigi, ha deciso unilateralmente di bombardare inermi villaggi per liberare la Libia dalla tirannia di un satrapo da operetta ed esportarvi la democrazia.
Penso con grande tristezza allo schiaffo immorale che questo conferimento ha riservato a uomini e donne che sono state insignite dello stesso premio. Io starò sempre dalla parte del Mahatma Gandhi (candidato 5 volte al premio e mai ricevuto), di Martin Luther King, di Madre Teresa di Calcutta, di Nelson Mandela, di Rigoberta Menchu, di Aung San Suu Kyi.


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