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Mario Pazzaglia/ «Ancora meno 12 (milioni)»

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

6
MAR
2015
Intervista al Presidente dell’Organo Straordinario di Liquidazione, dopo nove anni dall’annunciato dissesto del Comune di Taranto: se i 12 milioni di euro che restano da saldare vi sembrano una cifra esorbitante, pensate che il debito originario era di 920 milioni
       
 
Uno dei più grandi dissesti comunali ufficialmente conosciuti è quello del Comune di Taranto, dichiarato nel 2006, con un debito che supera i 900 milioni di euro. Era il 20 novembre 2006, quando il Ministero dell’Interno, per fronteggiare il dissesto dichiarato il mese precedente dal commissario prefettizio Tommaso Blonda, dopo le dimissioni del sindaco Rossana Di Bello, inviò a Taranto la Commissione presieduta dal professor Francesco Boccia e dai dottori Mario Pazzaglia e Giuseppe Caricati.
Nel 2008, a distanza di due anni, il professor Francesco Boccia venne eletto al Parlamento italiano, lasciò così la presidenza dell’O.S.L. nelle mani di Pazzaglia. 
Alle 17,30, del 27 febbraio, dopo 9 anni dall’annunciato dissesto del Comune di Taranto, il Presidente dell’Organo Straordinario di Liquidazione (O.S.L.) Mario Pazzaglia accompagnato dall’avvocato Flora Saltalamacchia e dalla dottoressa Laura Baccaro, sue collaboratrici sin dal 2006, sono ancora a colloquio a palazzo di città, con il Direttore Generale del Comune, Giuseppe Mele, per definire gli ultimi adempimenti per poter dichiarare, entro l’anno, la fine dello stato di dissesto del Comune di Taranto.
Rientrato in sede verso le 18,30, il presidente Pazzaglia scusandosi mi informa che può dedicare solo pochi minuti alla nostra intervista. Ha da definire con le sue collaboratrici determinate urgenze e poi cercare di prendere l’ultimo volo utile per rientrare a Roma. Non si toglie nemmeno il cappotto e dando le ultime disposizioni alle collaboratrici, si siede di fronte a me e dice: «Bene, incominciamo». 
Passiamo subito alle domande, dunque, tralasciando i preamboli e convenevoli.
 
Dottore a che punto siamo con questo benedetto e interminabile stato di dissesto del comune?
«Il computo finale dei debiti del comune di Taranto, nei confronti di banche e creditori, alla fine del 2006, risultò di circa 920 milioni di euro. Una cifra esorbitante per un comune con meno di 200 mila abitanti. Di questi 920 milioni, 610 risultarono di tipo commerciale, dovuti soprattutto per il mancato pagamento dei fornitori, imprenditori, artigiani, trasportatori e aziende che avevano operato per conto del comune; 26 milioni erano rivenienti dai derivati; 250 dal prestito BOC e altri 25 milioni per debiti di cassa. Poi si devono aggiungere anche le richieste transattive giunte in tempi diversi e successivi al 2006. Comunque, come ho detto, il computo finale si aggira intorno ai 920 milioni di euro».
 
Ma con questo debito astronomico, l’O.S.L. quanti creditori è riuscita a soddisfare? E con quali mezzi?
«Abbiamo iniziato le transazioni con la somma di circa 150 milioni di euro, che il Governo Prodi, grazie alle sollecitazioni dell’Onorevole Boccia all’epoca Presidente dell’O.S.L.; aveva messo a disposizione dei Comuni che si trovavano in tali circostanze. Ora, dopo nove anni, di attività, abbiamo pagato quasi tutti i creditori aventi diritto. Con la formula transattiva del 60% per i creditori che attendevano da più tempo (come ad esempio la vecchia azienda tranviaria che da più di 30 anni attendeva quanto pattuito con il comune). Il 50% per i creditori a medio termine e il 40% per i creditori più recenti. Ultimamente abbiamo riscontrato anche la volontà, da parte di vecchi creditori, che precedentemente avevano rifiutato l’offerta, di chiudere la partita con una transazione. Avendo già ammortizzate in precedenza tali somme, siamo in grado di soddisfare anche queste ultime richieste».
 
Allora siamo quasi in dirittura d’arrivo Dottore. Quanto ammonta il residuo da soddisfare?
«Attualmente il residuo del debito è di circa 30 milioni di euro che in fase transattiva si ridurrà a circa 12 milioni. Cifra che il Comune si è impegnato ha mettere a disposizione entro l’anno».
 
Azzerati questi contenziosi, il Comune di Taranto potrà definirsi finalmente risanato e riprendere l’attività amministrativa senza dover sottostare alle rigide regole imposte dal Ministero dell’Interno?
«Oltre alle ultime transazioni, attualmente restano ancora sospesi dei debiti che i creditori ritengono di vantare ma che il Comune non riconosce e contesta. Per questi contenziosi si dovrà attendere il pronunciamento della Magistratura Ordinaria. Pronunciamento che però potrà avvenire anche successivamente alla cessazione dell’operato dell’O.S.L., perché le competenze, se i contenziosi vedranno il Comune soccombente, saranno assunti dall’Ente». 
 
E per quel grosso debito di 250 milioni di euro, contratto dall’amministrazione comunale prima del dissesto, come andrà a finire? Tre persone sono state condannate dal Tribunale di Taranto per l'operazione finanziaria dei prestiti 'Boc (Buoni obbligazionari comunali) da 250 milioni di euro, avviata nel marzo 2004. Si trattava di un prestito che il Comune si impegnava a restituire in 25 anni, per finanziare opere pubbliche e rinegoziare i debiti dell'ente e che, secondo l'accusa, non andava sottoscritto sia per la mancanza di convenienza economica per il Comune sia per la mancanza dei presupposti di legge.
«Sì, se si riferisce al prestito di 250 milioni, rivenienti dai Boc, in sede civile, sia in primo che in secondo grado le banche sono risultate soccombenti».
 
Vuol dire condannate? Il prestito le banche lo hanno erogato e il comune lo ha percepito e anche speso. Ricorderà l’intervento della Magistratura riguardante gli illeciti amministrativi perpetrati da dipendenti, che attualmente sono ancora sotto processo?
«Quello è un altro filone e riguarda gli illeciti commessi da dipendenti infedeli. Il mutuo contratto con le banche invece, in sede di giudizio è stato giudicato insostenibile per il Comune. Questo ha contribuito inevitabilmente a creare il collasso finanziario e di conseguenza il dissesto. Ora, per conoscere l’esito finale di questa controversia giudiziaria, si dovrà attendere la sentenza definitiva della Suprema Corte di Cassazione». 
 
I rapporti con il Comune, Amministratori e funzionari?
«Sono sempre stati di reciproco rispetto e collaborazione. Anche se ultimamente devo rilevare che sono molto migliorati. Con l’arrivo al Comune del nuovo Direttore Generale, Dott. Giuseppe Mele, la nostra attività ha preso decisamente nuovo slancio e vigore. Perché siamo tutti consapevoli, noi e l’Amministrazione Comunale che prima usciamo da questo stato di crisi, meglio sarà per l’Amministrazione e per l’intera città». 
 
Secondo lei, dopo il disastroso dissesto, sarà possibile per l’amministrazione comunale riprendere il cammino interrotto nel 2006?
«Le dico che il dissesto è anche un’opportunità di rinascita. Uscire dalla crisi è un’operazione che consente all’Ente Locale di riformarsi, di cambiare marcia, rinnovarsi e ripartire con vigore verso nuove opportunità».
 
Non vedo qui con lei gli altri due commissari: il Dottor Caricati e il Dott. Gaudiano, che ha preso il posto del Professor Boccia, eletto onorevole.
«La commissione si riunisce circa una volta al mese. Io sono più presente e il più assiduo perché ho l’onere della firma e responsabilità oggettive verso il Ministero dell’Interno, l’O.S.L. e L’Ente Comune».
 
Posso chiederle…?
«No Nardelli. Sia gentile, la prego, si accontenti. Come vede mi stanno aspettando per firmare una marea di mandati di pagamento e nuove transazioni. E’ già tardi e sto rischiando di perdere l’ultimo volo».
 
La ringrazio dottore. Allora chiuso con Taranto, per poterla rivedere e fare ancora due chiacchiere con lei dove dovrò venirla a trovare? A Padova dove risiede o nel verde di Città di Castello, dove di tanto in tanto si rifugia per riprendere fiato e riposare?
«A Taranto ci tornerò sempre volentieri, per quanto riguarda il dissesto non abbiamo ancora chiuso, ma siamo in dirittura d’arrivo».
 
La ringrazio della disponibilità dottore. Le assicuro che è stato un piacere poterla rivedere.
«Grazie a lei Nardelli. Ha fatto piacere anche a me rincontrarla».
 
 


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