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Non una nazione ma neanche un popolo

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

9
NOV
2012

 

I miei Maestri mi hanno educato a un principio cardine, tra gli altri, per il quale la coscienza di un popolo e di una nazione si radica sulle fondamenta della memoria storica collettiva.
Ed è stato così che, per tutto il periodo della fanciullezza e dell’adolescenza, lo stato laico, nel quale sono nato e cresciuto eticamente, e la religione cattolica, nella quale ho riconosciuto i miei valori morali e spirituali, hanno operato in simbiosi forgiando il cittadino che sono oggi e, come me, i milioni di italiani della mia generazione.
Fin dai primi giorni della nostra giovane storia nazionale, a partire dal famoso “abbiamo fatto l’Italia ora dobbiamo fare gli italiani” di d’Azegliana memoria, si è evidenziata l’ardua impresa di forgiare un paese e un popolo che per secoli aveva fatto del campanile la propria bandiera. Sì che mi pare di poter affermare che i due soli momenti di reale spirito di nazione e di popolo nei 150 anni di unità nazionale siano stati gli anni drammatici della prima Grande guerra e i due decenni successivi alla seconda Guerra mondiale. In particolare gli anni ‘50 e ‘60 sembravano avviare il definitivo riconoscimento delle omogeneità tra le diverse popolazioni italiche ed il superamento delle asimmetrie. A testimoniare questo impervio ma sicuro percorso contribuivano le ricorrenze laico religiose che si celebravano nei primi quattro giorni di novembre. Si iniziava con la festa di Ognissanti per proseguire con la giornata dedicata ai Defunti, celebrata degnamente con l’astensione da ogni attività lavorativa, per concludere con il giorno della memoria in onore dei milioni di giovani che avevano sacrificato la loro vita per preservare i confini sacri della Patria, concetto ormai purtroppo desueto (segno del nostro degrado civico), dalla tracotanza dell’impero asburgico.
Cosa rimane oggi di tutto questo?
Se chiedete a un nostro giovane connazionale, in età compresa tra i 5 ed i 20 anni, che cosa si celebra il primo novembre vi risponderà, indefettibilmente, che si festeggia Halloween, la notte delle streghe. Il due novembre appartiene da anni alla sfera privata di coloro i quali, pochi ormai, onorano ancora la sacralità dei Penati. Il quattro novembre è lì oggi a testimoniare, se ancora ce ne fosse bisogno, l’ignavia degli uomini preposti alla salvaguardia delle nostre istituzioni.
Dobbiamo rassegnarci, di noi rimane solo un’espressione geografica, non più un popolo, non più una nazione.
 


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