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Luciano Violante/ Vogliamo i doveri, non solo i diritti

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

30
APR
2015
Il politico, sempre più legato a Martina Franca, spiega  in un incontro organizzato dal Rotary Club come sia importante parlare di obblighi e responsabilità 
 
Magistrato, parlamentare, già presidente della Camera dei Deputati, professore universitario; politico la cui storia ha intrecciato per tanti anni quella della sinistra italiana. Ma anche uomo legato alla città di Martina Franca dove trascorre le vacanze e inizia “ad avere ormai molti amici”, come lui stesso ha sottolineato. Un legame indissolubile con il territorio dei Trulli e con la Puglia in generale che comincia con la sua carriera universitaria. I martinesi sono ormai abituati a vederlo passeggiare per le strade e partecipare alle disparate iniziative che animano la città. Questa volta il protagonista è stato lui e, invitato dal club service Rotary club, ha presentato il suo ultimo libro “Il dovere di avere doveri”, un’opera coraggiosa e controcorrente che parte da un riflessione: negli ultimi 50 anni sono stati scritti fiumi di libri sui diritti e nessuno sui doveri eppure l’articolo 2 della Costituzione italiana stabilisce che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo... e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili”.
Presidente Violante, parlare di doveri è in controtendenza e non c’è una cospicua letteratura quanto quella inerente ai diritti. Possiamo dire che “Diritti” è la parola del passato e “Doveri” quella del futuro?
«Parole del futuro sono diritti e doveri insieme. I diritti sono importanti ma ci vogliono anche i doveri perché questi sono il mezzo per il riconoscimento dei diritti. Non solo, ma il dovere serve all’esercizio del diritto. Faccio un esempio: se io sono ad un incrocio, ho il diritto di precedenza se l’altro automobilista fa il suo dovere di fermarsi e darmi la precedenza».
Secondo lei nelle democrazie del nostro tempo c’è uno squilibrio creatosi fra diritti (che tutti pretendono) urlati e pretesi e i doveri omessi o sottaciuti? E a chi spetta ricreare tale equilibrio? Alla politica?
«Favorire questo equilibrio spetta ai cittadini, non bisogna delegare ad altri la soluzione di questo tipo di problema».
I cittadini attribuiscono le responsabilità di una crisi che sembra essere senza fine alla classe politica e ai gruppi dirigenti. Ciò non è biasimabile ma di certo non esime noi dalle responsabilità. Probabilmente noi per primi dovremmo ritrovare il dovere di essere cittadini… tutti conosciamo i diritti ma quali sono i doveri del cittadino?
«Esatto, dovremmo ritrovare il dovere di essere cittadini. E’ fondamentale il confronto, creare la comunità e far circolare le idee all’interno della stessa». 
Un tema importante che ha trattato ha riguardato il rapporto fra dovere e informazione...
«L’informazione molto spesso ritiene che il diritto ad informare sia un diritto assoluto che non deve sottostare al rispetto di nessun altro diritto. Questo a volte induce ad un gioco al massacro verso persone che spesso non c’entrano niente con le indagini ma vengono poste sulla pubblica piazza. Esiste una nuova ‘categoria giudiziaria’ che è quella dei ‘coinvolti’, sono solo a conoscenza dei fatti ma vengono trattati dalla stampa come se fossero imputati».
Questo è un libro “concreto”, cioè non procede per astrazione ma sulla base di esperienze quotidiane e casi specifici...
«Io sono un uomo molto legato alla concretezza perché solo i casi concreti ci fanno capire quale è la dinamica del sistema».
Due concetti chiave nel dibattito politico attuale sono “democrazia” e “riforme istituzionali”. Eppure spesso queste ultime sono accusate di ledere la democrazia stessa.
«Le riforme istituzionali vanno fatte e anche la Costituzione va cambiata in alcuni suoi aspetti, si pensi al bicameralismo perfetto, uguale e paritario che deve essere superato. Bisogna fare molta attenzione ad inserire la legge elettorale, di cui stiamo discutendo in questi giorni, all’interno delle stesse riforme perché così com’è rischia di creare una maggioranza di governo senza contrappesi».
Volevo un attimo spostare l’attenzione sui doveri delle Amministrazioni Pubbliche, oggetto queste del rapporto del 2015 della Associazione “Italia Decide”, di cui lei è presidente, e che quest’anno aveva come fulcro la semplificazione amministrativa.
«Dovere dell’Amministrazione Pubblica è rendere semplice la vita del cittadino, lo Stato deve essere amico, non controllore». 
L’attenzione del rapporto si è focalizzata su otto punti, quale è quello che le sta più a cuore?
«La fissità delle regole. Oggi in Italia c’è un ‘rischio regolatorio’ determinato dal fatto che le regole cambiano con troppa frequenza per cui gli investitori non vengono nel nostro Paese perché temono il cambio delle regole: le norme vanno modificate ma non sui procedimenti in corso altrimenti chi investe teme che gli si cambino le condizioni».
 


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