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L'Altra scuola che non vogliamo

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

4
MAG
2015

Il comitato provinciale di Taranto de L'Altra Puglia è con gli insegnanti e gli studenti in lotta contro la nuova riforma della scuola che il Governo Renzi vuole imporre. Questa lotta è decisiva per il futuro del nostro Paese e per la sua democrazia; questa lotta è indispensabile per cercare di impedire un altro colpo di mano, che con la forza dei numeri e con il sostegno della destra costringerebbe il Parlamento a strozzare la discussione parlamentare, impedendo il confronto delle opinioni e la possibilità di cambiare.

Un Governo che vuole imporci meno scuola e meno libertà, che ignora ancora le migliaia di cittadine e cittadini che stanno manifestando tutto il loro dissenso rifiutando la riforma del Governo e che la Ministra Giannini ha definito “squadristi”. 

Il DDL sulla scuola del PD mette a rischio tutti i lavoratori della scuola, la scuola pubblica e l'insegnamento. La scuola, vittima sacrificale delle politiche di austerità, è oggi ridotta allo stremo. 
Stabilizzare i precari, rinnovare del contratto di lavoro, bloccare lo strapotere dei dirigenti scolastici, difendere la libertà di insegnamento: tutto questo è la base per una scuola pubblica, democratica e laica, fondata sulla partecipazione e sulla cooperazione. È essenziale e urgente per risalire la china sventurata cui i governi di centrodestra e di centrosinistra hanno gettato la scuola pubblica. Per tutto questo chi lavora, vive e ama la scuola è in sciopero e per la prima volta dopo 7 anni quasi tutti i sindacati scioperano insieme.

L'Altra Puglia è al fianco degli studenti e degli insegnanti perché si apra una nuova stagione di investimento nell’istruzione, per garantire a tutte e a tutti il diritto al sapere in strutture adatte e sicure; per restituire piena dignità agli insegnanti e a tutti i lavoratori della scuola, per costruire una scuola democratica che ha cura della conoscenza e delle relazioni in cui si costruisce. 
La scuola è fondamentale per far crescere i nostri ragazzi, perché sappiano difendere e allargare la nostra democrazia.



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