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Anziani a rischio/Il tempo che verrà

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

4
GEN
2013

 

L’Italia detiene la percentuale più alta della popolazione anziana  in Europa: una categoria che spesso, vive in condizioni di solitudine e abbandono. L’impegno di alcune associazioni di volontariato e quanto ancora c’è da fare in questo settore
 
L’arrivo di un nuovo anno genera sempre delle sensazioni particolari: il tempo diventa tiranno e accelera la sua corsa, mostrandoci il peso degli anni che passano. Un tempo che ci impone degli obiettivi, ci sfida nella loro realizzazione, e scandisce sempre più marcatamente il susseguirsi dei giorni nel corpo e nella mente. A vent’anni il tempo è solo un avversario col quale competere, dopo gli  ‘anta’ diventa motivo di lifting e ritocchi, con la terza età è causa di solitudine e depressione. 2012 o 2013, la condizione degli anziani in Italia, era e rimane drammatica: nel nostro paese che si aggiudica la percentuale più alta di over 80 (il 5,8% della popolazione nel 2011), isolamento fisico e relazionale, redditi bassi e povertà incidono sempre più negativamente sulla popolazione anziana. 
 
Quando l’emergenza è la solitudine 
Una categoria, spesso, dimenticata e sottovalutata, vittima principalmente della solitudine: figli di una società patriarcale dove il lavoro era esclusivamente di competenza maschile, è sulla loro pelle che si paga lo scotto di un presente che vede giovani costretti ad allontanarsi dalle loro famiglie per concretizzare i loro studi e coltivare un posto di lavoro. Risultato? Genitori in età avanzata che rimangono soli e senza nessun tipo di assistenza, obbligati a destreggiarsi tra molteplici difficoltà. I primi intoppi si hanno nella gestione delle risorse economiche: Imu, tasse, redditi, diventano un incubo, specie se impone l’adeguamento a nuovi decreti e normative (talvolta dei veri grattacapi per tutte le fasce d’età). Il quadro si complica quando subentrano problemi fisici che danneggiano la salute dell’individuo limitando o danneggiando la sua autonomia: l’anziano, ostacolato anche nei gesti più semplici di vita quotidiana, è costretto a ricorrere all’aiuto di una badante, nella maggior parte dei casi, straniera. È a questo punto che, secondo numerosi esperti, si riscontra il pericolo di una depressione: l’anziano acquisisce piena consapevolezza dei suoi limiti e difficilmente accetta la figura di un estraneo in casa. Eleonora Zigante, presidente del Centro Sociale Anziani Sandro Pertini, di Martina Franca, ci spiega come molte persone vivono questa esperienza in maniera traumatica, perché vittime di violenze verbali e psicofisiche: è bene precisare che situazioni del genere non sono da generalizzare e che in ogni caso vanno immediatamente denunciate. Non tutti però possono avvalersi dell’aiuto di una badante, dal momento che le pensioni sono ristrette, vengono divorate dalle tasse e a malapena riescono a garantire due pasti al giorno. Negli ultimi anni la crisi economica ha accentuato l'isolamento e il disagio di una quota importante di anziani, e la loro necessità di sostegno. 
 
Le difficoltà del volontariato 
Spina nel fianco che aggrava ulteriormente la situazione sono i ridotti servizi socio-assistenziali garantiti dagli enti locali. A differenza di quanto avviene nei Paesi del nord Europa, in Italia non ci sono strutture o progetti in grado di coinvolgere in modo continuo ed efficace gli anziani, anche se l’invecchiamento della popolazione anziana rappresenta un fenomeno molto importante dal punto di vista numerico. Un aspetto drammatico che lascia in campo solo il volontariato, spesso, infaticabile e insostituibile. Il Centro Sociale Anziani Sandro Pertini nasce a Martina Franca ventitre anni fa, e cerca di offrire un aiuto e un sostegno ali anziani che vivono soli e abbandonati, cercando anche di organizzare delle possibilità di svago che realizzino momenti di compagnia e spensieratezza. Tuttavia le cose non sempre si rivelano semplici. La mancanza di una sede adeguata, la richiesta per il Polivalente, ogniqualvolta si voglia svolgere un’attività con gli anziani, l’autotassazione, e le trafile burocratiche che ostacolano la progettazione di qualsiasi evento, sono solo alcune delle difficoltà che spesso si incontrano quando si intraprende la strada del volontariato. Molto più difficile diventa ingoiare i numerosi ‘no’ ricevuti dalle istituzioni politiche - spiega Eleonora Zigante - a proposito di alcune iniziative presentate recentemente, tra le quali, l’impegno di alcuni anziani nella cura delle aiuole del Comune e la riqualificazione di alcune aree da adibire a luoghi di incontro e di attività sociali. 
 
Il nostro domani
L’augurio più vero per il nuovo anno, sarebbe quello di vedere più interesse e attenzione da parte delle istituzioni verso una categoria di persone fragili, bisognose della nostra attenzione, ma soprattutto del nostro amore. Un giorno, forse, potremmo averne bisogno anche noi e sicuramente preferiremo pensare a un futuro migliore. 
                                                              
 
Alcuni dati/Questa è la drammatica realtà che ci riportano le ultime statistiche Istat
 
Le statistiche Istat mostrano come negli ultimi sette anni la spesa media mensile di un anziano che vive solo, sia cresciuta esclusivamente nelle componenti dei costi per l'abitazione e l'energia (+2,9%) e dei trasporti (+0,7%). Al contrario si assiste a una drastica riduzione delle spese per il cibo (-1,7%), l'abbigliamento e le calzature (-0,8%), oltre a quelle relative ai servizi sanitari (-0,6). 
Nel 2012, il 55% degli anziani italiani è stato costretto a vivere con un reddito inferiore ai mille euro al mese. Tra questi, uno su quattro, non raggiunge neanche i 500 euro mensili. Almeno 4 miliardi di euro di prestazioni sociali a favore degli anziani sono stati "bruciati" con la soppressione del fondo per la non autosufficienza, il blocco delle indicizzazioni delle pensioni superiori a 1.400 euro, il raffreddamento della spesa regionale, il taglio dei trasferimenti statali agli enti territoriali.
 


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