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Aspettando Carnevale / Tarantini, caramelle o carbone?

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

8
GEN
2016
Archiviata anche la festività religiosa e civile dell’Epifania, che tutte le feste porta via, cerchiamo, sia pur in breve, di tracciare un bilancio delle festività messe in soffitta meno di 48 ore fa, fra messaggi (non più) anonimi in diretta nazionale che hanno scatenato il putiferio e i soliti ignoti che hanno devastato la città per festeggiare il nuovo anno
 
 
In generale possiamo registrare un giudizio tutto sommato positivo per il Natale in terra ionica. Ancora una volta la tradizione ha trionfato, il presepe ha giganteggiato nelle case, nelle scuole (in barba a chi lo voleva definitivamente eliminare) e nelle piazze cittadine. Il lungo Natale tarantino è stato vissuto intensamente anche sotto l’aspetto religioso e a Taranto, dopo una interruzione durata 13 anni, è stata ripresa la tradizionale processione notturna a mare la sera del 24 dicembre. La Cattedrale di San Cataldo ha ospitato concerti e mostre di alto spessore culturale richiamando non pochi tarantini nell’Isola Madre a tratti anche dagli ipogei nei quali hanno trovato collocazione presepi artistici e artigianali, come anche nella ex Chiesa della Madonna della Scala, che ha ospitato presepi a tema marinaro e realizzati con le conchiglie marine sotto la direzione artistica di Nicola Giudetti e quella organizzativa di Pasquale Chiochia.
Il Natale tarantino si è caratterizzato ancora una volta per la solidarietà nei confronti dei fratelli meno fortunati offrendo loro un pasto caldo unitamente ad un dolce e ad un sorriso che ha riscaldato il loro cuore.
Nei concerti natalizi si sono alternate orchestre di spessore, come quella paiselliana e della Magna Grecia, alla grande Orchestra di fiati “Santa  Cecilia” Città di Taranto del maestro Giuseppe Gregucci che ha suonato nelle processioni natalizie e che ha tenuto un applaudito concerto sabato 2 gennaio nella Chiesa di San Giuseppe, in via Garibaldi. Concerto di quasi fine d’anno anche per i tarantini la sera del 30 dicembre in piazza della Vittoria con la Fanfara della Marina Militare e i cori cittadini “coraliter” e “cantate domino” che hanno presentato un nutrito e applaudito programma di musiche e canti natalizi.
Per il resto i tarantini hanno riempito i pomeriggi delle feste alternandosi tra i giochi tradizionali in casa e la visita ai numerosi presepi viventi tra i quali ci piace ricordare quelli di Crispiano, San Marzano, Faggiano, Grottaglie, Pezze di Greco di Fasano, mentre ancora una volta Grottaglie ha fatto da richiamo con la sua mostra del presepe allestita nel Castello Episcopio. La XXVIII edizione della manifestazione “I presepi a Taranto”  a cura dell’associazione “Amici del Presepe” ha registrato un triplice successo sia nella mostra allestita all’interno dell’Istituto Maria Immacolata, sia in quella presente nel Castello Aragonese, sia nella vetrina televisiva che RAIUno ha voluto riservare, il primo giorno dell’anno, ai maestri presepisti guidati dal presidente Michele Parabita.
Il Capodanno dei tarantini ha fatto registrare, purtroppo, ancora una volta, manifestazioni di inciviltà documentate il primo giorno dell’anno in alcune strade centrali che sembravano come se avessero ospitato bombardamenti e crolli con masserizie disseminati in ogni dove; ma il senso di inciviltà è andato oltre perché i “soliti ignoti” hanno distrutto alcune macchinette ticket dell’Amat e bruciato e capovolto cassonetti della spazzatura ordinaria e quella riservata alla raccolta dei medicinali scaduti.
Non paghi di ciò i tarantini hanno dovuto subire anche l’onta di un anonimo (ma il cui nome è ormai noto) che si è servito del palcoscenico festaiolo di Rai Uno di Capodanno per inviare un blasfemo sms, tutto questo  mentre Matera e Bari davano dimostrazione di civiltà e compostezza.
Insomma, siamo proprio lontani dai tempi in cui i tarantini si accontentavano di mettere alla parete di casa il calendario con i foglietti da strappare giornalmente o di fare incetta dei calendarietti profumati con le immagini di donne in abiti succinti e che erano distribuiti nelle sale da barba.
Altro problema che ha caratterizzato gli ultimi giorni dell’anno è stata la presenza nell’atmosfera delle polveri sottili; per fortuna domenica 3 una pioggia mattutina ha fatto temporaneamente allontanare tale minaccia.
Epifania in tono minore, o in versione moderna, per bimbi e ragazzi tarantini ai quali la dolce vecchietta ha riservato dolciumi nelle calze e nulla più perché della distribuzione della strenna si era incaricato Babbo Natale la notte della nascita del Bambinello.
Nella mia mente è affiorato il ricordo nostalgico delle belle befanate dell’infanzia quando si restava incantati ad osservare la Befana posta nel vetrinone del Gran Caffè la “Sem” in via Giovinazzi e il gran movimento del mercato della Befana in via Principe Amedeo. Per me c’era anche l’attesa Befana del “Vigile” e ne sapeva qualcosa il mio papà che vedeva radunata  ai piedi della pedana sulla quale dirigeva il traffico cittadino una gran quantità di dolciumi e di ogni atto di riconoscenza da parte degli automobilisti che erano  certamente meno indisciplinati di quelli di oggi e  più riconoscenti alle “Guardie Municipali” che non disponevano, come oggi, del temuto carro attrezzi per la rimozione coatta dei veicoli dei guidatori indisciplinati.
Intanto il 26 dicembre scorso Putignano ha dato il via al lungo Carnevale pugliese con la manifestazione delle “Propaggini” ma anche in alcuni centri del barese si è pensato al Carnevale e all’inverno con le tradizionali “fanoje” in attesa del 17 di gennaio, festa di S. Antonio Abate, con cui inizia ufficialmente il Carnevale.
Intanto, attenti a non disfare il presepe che va mantenuto fino al 2 febbraio, festa della Candelora.
E così, mentre inesorabilmente, il tempo va via, dobbiamo registrare alcuni eventi importanti per il capoluogo ionico, da Ematologia Oncologica il dott. Patrizio Mazza fa sapere si è abbassata in maniera preoccupante la fascia di età di coloro che sono affetti da mieloma multiplo: mentre fino a pochi anni fa la malattia colpiva quasi esclusivamente gli anziani adesso anche pazienti quarantenni si affacciano al reparto del “Moscati”. Tutto ciò mentre si parla in termini concreti del nuovo Nosocomio tarantino, il “San  Cataldo” che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere pronto entro il 2020.
Il nuovo anno potrebbe portare in città i nuovi proprietari dell’Ilva, mentre ai tarantini resta a cuore la bonifica ambientale e la certezza che in futuro non si debbano più verificare i danni del passato le cui conseguenze ricadono ancora sui nostri concittadini.
Sul fronte scolastico il “Paisiello”, nonostante il contributo versato per la sua sopravvivenza, vive momenti di angoscia perché potrebbe chiudere i battenti e, ironia della sorte, ciò cade nel 2016 quando a livello nazionale ed internazione si festeggerà il bicentenario della morte di Giovanni Paisiello avvenuta il 5 giugno 1816 a Napoli.
Speranze per i tarantini di vedere definitivamente avviati i restauri dello storico “Palazzo degli Uffici” e mentre gli studenti dell’Archita si trasferiscono nella sede dell’Istituto Maria Immacolata si attende la felice conclusione per la definitiva sistemazione del Liceo Artistico “Calò” nella sede dei Salesiani in Viale Virgilio.
L’ultimo spazio della presente nota è riservato ai saldi iniziati il 5 gennaio scorso. Già, i saldi, ma con quali soldi? Ce lo suggerisce ironicamente Antonio Fornaro, ricordandoci il detto che così recita “spicciate po’ ca so’ le fiste, sciame tutte a solde ‘mpriste”,  che non necessita di alcuna traduzione.
 


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