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Sempre più isolata/La città cancellata

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

15
GEN
2016

Taranto perde ancora tessere preziose del suo mosaico. La storica filiale tarantina della Banca d’Italia ha cessato di essere sportello di  cassa per diventare sportello informativo. Solo informazioni, quindi. Per le operazioni di cassa i tarantini dovrebbero mettersi in macchina e raggiungere il capoluogo salentino

 

 

Se in  un mosaico cade una tessera e non  si corre subito ai ripari per sostituirla, si corre il rischio di perdere l’intero mosaico perché l’esperienza insegna che le tessere verranno giù una dopo l’altra inesorabilmente.

Sembra essere questo il pensiero di molti tarantini che hanno a cuore le sorti della propria città all’indomani della notizia con la quale si fa sapere che a far data dall’11 gennaio scorso la storica filiale tarantina della Banca d’Italia ha cessato di essere sportello di  cassa per diventare sportello informativo. In parole più semplici la sede ionica dovrebbe dare soltanto informazioni, invece per le operazioni di cassa i tarantini dovrebbero mettersi in macchina e raggiungere il capoluogo salentino che, come il  capoluogo pugliese, sembrano avere molti “Santi” protettori che dal cielo influenzano le loro ricchezze delle due città a danno delle altre città pugliesi.

Eppure logica richiederebbe che, crescendo il numero, la provincia ionica debba ampliare i suoi servizi. Così non è! Si iniziò qualche decennio fa con la cancellazione degli storici Cantieri Navali “Tosi” per passare poi al ridimensionamento organico dell’Arsenale della Marina Militare, alla cancellazione della Belleli, di Evergreen, di Marcegaglia e a quella aeronautica della ex Saram. Non bastando ciò, la Marina Militare ha eliminato da Taranto molti corsi per i giovani marinai e la cerimonia di giuramento che rappresentavano una boccata di ossigeno per l’economia locale, senza dimenticare che qualche anno fa la Banda Centrale della Marina Militare fu trasferita da Taranto a Roma, per non parlare delle cancellate funzioni superiori dell’Ammiragliato di Taranto a favore del capoluogo partenopeo.

E non finisce qui, perché altri tre grossi macigni starebbero per cadere sulla già bistrattata economia ionica con le ventilate ipotesi della chiusura della Corte di Appello, della Camera di Commercio e del quasi centenario Istituto Musicale “Paisiello”.

Già, Giovanni Paisiello, l’illustre concittadino tarantino al quale saranno dedicate molte manifestazioni nella ricorrenza del II centenario della morte. E’ bello e interessante il programma presentato nei giorni scorsi a Taranto e speriamo che venga integralmente realizzato. 

Nell’attesa lasciateci esprimere almeno tre desideri: il primo è che l’Istituto “Paisiello” venga salvato, altrimenti affideremmo alla storia una triste pagina dicendo ai nostri figli che “mentre si celebrava il bicentenario della morte di Paisiello, si decretava la chiusura del quasi centenario Istituto a lui intitolato”; il secondo è che almeno per il prossimo Natale venga rispolverato ed eseguito il brano musicale paisiellano “Novena di Natale” che tanto entusiasmò i nostri padri fino al primo trentennio del secolo scorso. L’ultimo desiderio sarebbe di fare una accurata e seria ricerca storica sulla casa natale di Paisiello. Almeno così gli renderemmo un grande servigio!

E va bene, si chiederà il lettore, ma i tarantini perché non fanno sentire la loro voce per tutte queste cancellazioni? E’ vero, ma è altrettanto vero che la voce dovrebbe essere portata all’attenzione del Governo e del Parlamento dai nostri politici che sembrano ormai ospiti fissi della trasmissione “Chi l’ha visto?”.

Non vorremmo pensare che di questo passo il futuro di Taranto possa far registrare sempre nuvoloni. Oltre 50 anni fa ci fecero illudere che Taranto avrebbe risolto tutti i suoi problemi occupazionali ed economici con l’avvento del IV Centro Siderurgico più grande d’Europa. Abbiamo visto come è andata a finire! 

In tutto questo scoramento soltanto la pagina storica della Filiale tarantina della Banca d’Italia ci resta. Giunse a Taranto alla fine dell’ 800 nel Palazzo Ciura alla Ringhiera e soltanto il 6 luglio 1942 fu inaugurata l’attuale sede in piazza Ebalia. Il bel palazzo ora non sappiamo che fine farà.

E’ proprio vero: “Sic transeat gloria mundi!”.

 

 



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