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Il Cicerone 2/ Nè "dubbi" nè gettoni

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

24
MAR
2016
Perché siamo contro la nuova operazione editoriale e i compensi deliberati dal CNF: ecco le nostre obiezioni
 
Il mondo dell’avvocatura italiana, in tutte le sue componenti, è in queste settimane in subbuglio: dalle istituzioni (Consiglio Nazionale Forense-OUA-alcuni Consigli dell’Ordine degli Avvocati) alle associazioni forensi (Movimento Forense in prima fila) sino ai singoli avvocati che si chiedono come vengano utilizzate le proprie tasse annuali di iscrizione.  Tutti dibattono intorno all’opportunità e anche alla legittimità della nuova operazione editoriale del CNF, la pubblicazione del quotidiano “Il dubbio”, nonché della delibera del CNF che ha fissato nuovi “ingenti” gettoni di presenza e rimborsi spese per i suoi 33 membri. 
Su entrambe le questioni Movimento Forense ha espresso il proprio dissenso in merito all’operato del CNF.
Quanto al “Dubbio”, Movimento Forense rileva la sua incompatibilità con le funzioni istituzionali che la legge (ART. 35 L.P.) attribuisce al CNF, in primo luogo quella giurisdizionale. Non c’è dubbio infatti che il nuovo ruolo di editore del CNF (sia pure con una s.r.l. controllata) determini una nuova connotazione “politica” dell’ente che compromette isuoi caratteri diterzietà e imparzialità nello svolgimento delle sue funzioni, in primo luogo quella in cui assume il ruolo di giudice.  Altre obiezioni che Movimento Forense muove all’avventura editoriale de “Il dubbio” riguardano l’ingentissima somma stanziata per il suo avvio (€ 1.600.00,00) in un periodo in cui non solo l’Avvocatura vive un periodo di grave crisi reddituale ma anche la stessa la “carta stampata” affronta una pesante crisi.
Anche la previsione dei nuovi esosi gettoni di presenza trova la contrarietà di Movimento Forense attesa la drammatica situazione economica in cui versa l’Avvocatura italiana che ha visto ridurre drasticamente i propri redditi negli ultimi anni.
In realtà, la rilevanza di entrambi i temi avrebbe dovuto comportare la loro trattazione e condivisione nella massima assise dell’Avvocatura,  cioè il Congresso Nazionale Forense, ed ecco perché Movimento Forense a livello nazionale ha chiesto al CNF di sospendere entrambe le delibere per discuterne nell’imminente assise nazionale tentando di ricucire in questa maniera lo “strappo” venutosi a creare nell’Avvocatura italiana.
A livello locale, invece, Movimento Forense Taranto, non ritiene necessario richiedere al nostro COA di adottare “determinazioni” in merito alle citate questioni. Noi riteniamo infatti che sul punto il nostro COA non possa deliberare alcunché. Non si può infatti rimproverare al CNF (diretta emanazione del COA) di volere assumere un ruolo politico diventando editore, chiedendo poi al COA di Taranto di prendere una propria posizione a riguardo che altro non sarebbe che una valutazione “politica”,  preclusa dalla stessa legge professionale che ne chiarisce la funzione “istituzionale “.
Alla luce di quanto sopra esposto Movimento Forense Taranto intende invece promuovere un tavolo con tutte le altre sigle sindacali presenti nel nostro foro in cui attraverso il confronto e l’approfondimento delle questioni in discussione,  l’Avvocatura tarantina possa esprimere una posizione “politica” comune che sia la più condivisa possibile. 
*Presidente di Movimento Forense Taranto
 


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