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Isis, l'ora delle risposte

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

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LUG
2016
Venti morti, di cui nove Italiani e un numero imprecisato di feriti e dispersi. Se lo scopo dei terroristi è quello di impaurirci, allora ci stanno riuscendo. Quando arriveranno delle misure forti da parte di un occidente così minacciato?
 
Dopo USA, Francia, Belgio, Inghilterra e Germania e Paesi arabi è arrivato, con una leggera variante, anche il turno dell’Italia. Le vittime accertate sono nove, ma l’attentato è stato effettuato a Dacca in Bangladesh, a più di diecimila chilometri dal nostro Paese. Stessa matrice terroristica: ISIS che lo ha rivendicato.
Ah… Ma questa volta le nostre Autorità si sono indignate veramente e hanno pensato subito alle contro misure del caso:
Uno: la Nazionale di calcio l’hanno fatta giocare con il lutto al braccio.
Due: il Presidente della Repubblica ha interrotto il suo viaggio in America Latina.
Tre: i leader politi per una volta si sono trovati tutti d’accordo nel condannare fortemente l’atto terroristico.
Quattro: il presidente del Senato Grasso ha sentenziato che il terrorismo non vincerà. (Forse lo ha detto perché non si è ancora accorto che il terrorismo non ha nessuna intenzione di vincere e che il suo intento è solo quello di destabilizzare, di far vivere nel terrore ignari cittadini).
Cinque: il Premier, con viso e voce di circostanza ha tenuto una conferenza stampa dove a spiegato che l’Italia è più forte del terrorismo, che i terroristi non ci intimidiranno, che la lotta sarà dura e lunga ma che alla fine saranno sconfitti. Ha dato anche ragguagli sull’attentato e sul numero delle vittime e ha detto che la Farnesina e l’Ambasciata sul posto si stavano già attivando per l’identificazione delle vittime e per dare assistenza ai feriti e ai sopravvissuti.
Sei: tutti i Sindaci dei comuni dove risiedevano le vittime pensano di programmare il lutto cittadino.
Sette: subito le varie associazioni si sono messe in moto per organizzare, con annesso auspicio che tali massacri non si ripetano più, le solite e inutili, fiaccolate.
Ora mi chiedo, un Governo che non riesce a far rispettare il codice della strada, non è capace di far indossare il casco ai motociclisti, non riesce a far allacciare le cinture di sicurezza agli automobilisti, come pensa di poter risolvere il problema del terrorismo internazionale?
E io torno a chiedermi quando arriverà qualcuno che la smetterà di partecipare a fiaccolate, di fare proclami, di partecipare a summit internazionali e si darà da fare per alzare il capo e rispondere colpo su colpo a queste belve umane? Sì, lo so, qualcuno storcerà il naso e dirà che non possiamo adottare la legge del taglione, comportarci come altrettanti terroristi. Sarà, ma io comincerei a rispondere colpo su colpo e proprio nei loro territori. Sì, lo so, sono degli esseri umani, e noi ci dovremmo comportare come tali, ma sono soprattutto dei terroristi che dopo ogni loro azione sfilano in parata e in bella mostra sui loro fuoristrada ricoperti di bandiere nere e di armi.
Siamo schiavi di questa gente ed è diventata ormai quasi una rassegnazione: l’aereo si prende con paura, speriamo che vada tutto bene. Si va allo stadio sperando di non saltare in aria. Si temono i luoghi affollati, non si può essere più sicuri nemmeno nei ristoranti. Viaggiare è diventa un’impresa.
Ne sono state dette e sentite tante che anch’io mi sono lasciato andare a dire la mia. Ma voglio ancora aggiungere che io risponderei a questi attentati con tale veemenza, tale forza e tale irruenza da far tremare i polsi, non solo ai terroristi, ma anche a tutti i Paesi che li ospitano.
Esagero? Sragiono? Forse, ma prima di criticarmi chiediamo anche il parere dei familiari delle migliaia di vittime innocenti che hanno pagato col sangue l’orrenda e l’assurda situazione che il troppo permessivismo, il troppo lasciar correre, il troppo parlare, il troppo indecisionismo ha fatto degenerare e fatto alzare la cresta a chi la cresta doveva essere fatta abbassare una volta per tutte.
Ora è il momento del dolore, ora è il momento della riflessione, ora è il momento di unirsi e concordare le strategie da opporre al terrorismo, ora, ora, ora… Ma quando arriva l’ora di agire?
 


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