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Almanacco / FRATELLI D´ITALIA

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

1
SET
2016
Per ricordare il tragico evento non abbiamo scelto un “Requiem”, ma le prime parole del nostro inno nazionale che in questa circostanza, e non soltanto nelle competizioni sportive a livello mondiale, ci fa sentire figli di una stessa Patria e fratelli fra noi.
Quella che si è scatenata all’indomani della tragica notizia è stata una vera gara di solidarietà, di generosità, di altruismo, come se sotto quelle macerie stesse un nostro parente o un amico.
Le istituzioni hanno fatto il loro dovere, ma i volontari sarebbero arrivati a decine di migliaia se non fosse stato loro impedito dall’impossibilità di raggiungere i luoghi del disastro. Tutti abbiamo pianto e abbiamo da subito cercato di offrire in concreto ciò che potevamo; finanche i cani labrador, i pastori tedeschi e i border-collier sono entrati in azione per mettere sulla buona strada gli straordinari nostri Vigili del Fuoco che fino ad oggi hanno tratto in salvo circa 300 persone, quasi quante sono state le persone senza vita estratte dalle macerie.
A proposito dei cani uno di questi, stressato dall’immane fatica dopo aver tratto in salvo 7 vite umane, ha allungato l’elenco dei decessi.
Intanto da Lecce sono partiti alla volta dei paesi terremotati, e precisamente ad Arquata, Tommy e Licia, due labrador leccesi che offriranno il loro contributo.
Un esercito immenso di 5.400 soccorritori che sta ancora lavorando con 400 mezzi di soccorso e due droni.
La generosità ha percorso subito le vie del cuore facendo sì che gli italiani invadessero letteralmente i centri di raccolta del sangue al punto tale da porre uno stop da parte della Protezione Civile che egregiamente sta coordinando le operazioni.
Sono scese in campo così le forze della Croce Rossa Italiana, dei Vigili del Fuoco in congedo, dei Cavalieri di Malta, dell’Unitalsi e delle Misericordie.
I farmacisti italiani hanno inviato attraverso Federfarma camper attrezzati di medicinali, Federalberghi ha messo a disposizione i posti letto, insomma una catena di solidarietà che attraverso i social network fa pervenire a chi di competenza il richiamo e l’attenzione sui 293 beni culturali da salvare, anche se da quel maledetto giorno la terra ha tremato ancora mille volte mettendo a rischio le case già lesionate e facendo suonare il campanello d’allarme per i 1.759 comuni che sono fuori legge per quanto attiene le norme antisisma.
Generosa è stata la risposta della Puglia che è scesa in campo con mille iniziative di solidarietà spegnendo le luci delle feste patronali e raccogliendo denaro fra i calciatori, fra gli operai dell’Ilva, mentre la Chiesa di Taranto, come tutte le parrocchie d’Italia il 18 settembre raccoglierà fondi per i terremotati. Sono scese in campo anche le organizzazioni sindacali e il MarTa devolverà l’incasso del 28 agosto scorso a favore dei terremotati.
Il cachet degli artisti della “Notte della Taranta” di Melpignano è stato interamente devoluto per la nobile causa dei terremotati ma sono stati anche in quella circostanza raccolti dei fondi tramite salvadanai.
Cinquanta tra ospiti e dipendenti della Cooperativa sociale “Costruiamo Insieme” hanno donato il sangue in favore dei feriti del terremoto. I  migranti sono quelli ospitati nelle strutture di Taranto, Modugno e Bitonto.
Grande ammirazione ha suscitato nel sindaco di Amatrice la grande generosità dei pugliesi. Il Consiglio della Regione Puglia ha invitato la sottoscrizione di un fondo di solidarietà in favore delle popolazioni terremotate.
Intanto la Magistratura fa il proprio dovere e ha avviato, quella di Rieti, una procedura di inchiesta con l’ipotesi di reato di disastro colposo, mentre, sempre la stessa, avverte che colpirà gli abusi nelle ristrutturazioni prima del sisma anche su case private, il che significa che anche alcuni terremotati saranno indagati.
E’ noto che la Puglia è sismica e che per Taranto il rischio è basso, anche se per la storia del capoluogo ionico il nostro collaboratore e storico prof. Antonio Fornaro ricorda il terremoto storico del 7 dicembre 1710 dal quale Taranto fu risparmiata e che diede inizio al culto per l’Immacolata e quello del 20 febbraio 1743 che fece sentire i suoi effetti in città facendo crollare la facciata della costruenda Chiesa di San Francesco di Paola.
In questa gara di generosità commuove la partecipazione attiva anche da parte di gruppi di migranti presenti in città che si è offerta per  mettere a disposizione la propria manovalanza. Chi ha commosso più di tutti sono stati i numerosi bambini tarantini che hanno invitato i loro genitori a rompere i loro salvadanai e ad inviare nelle zone terremotate il ricavato dei loro risparmi.
Sull’altra facciata del dopo terremoto c’è l’Italia delle istituzioni che a fronte di una riserva di 250 milioni di euro per i disastri ambientali, ne ha stanziati, almeno per il momento, 50 esonerando i malcapitati dal pagamento delle tasse.
Stessa cosa hanno fatto gli enti erogatori di acqua, luce e gas.
Questa è “Casa Italia”, si dirà ben poca cosa, ma per fortuna, ci siamo noi italiani che non abbiamo bisogno di sollecitazioni varie perché, lasciatelo dire, il nostro cuore questa volta ha pianto con chi è stato colpito nel lutto ma ha trovato energie straordinarie per dire tutti insieme: “Ce la faremo!”.
E adesso passiamo, anche se in punta di piedi, al nostro almanacco settimanale.
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Crescono le speranze per i tarantini di vedere realizzato entro il 2017 il sogno del “Frecciabianca”, in sostituzione dei due Intercity che consentirà di raggiungere da Taranto la Capitale in 4 ore e mezza con soste a Ferrandina, Potenza, Salerno e Napoli. Dalle parole ai fatti che dovranno essere messi in atto dalla Regione Puglia e dalla Regione Basilicata interessate all’operazione.
Morale: se avremo la Freccia Bianca, dovremo dire grazie a ciascuno di noi perché saremo proprio noi a contribuire a tale operazione attraverso le tasse che paghiamo.
 
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Da settembre per Taranto e Bari ci sarà un nuovo treno della Sud-Est che si chiamerà “Impuls II”.
 
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Secondo l’on.le Vico, Tamburrano sarebbe decaduto dalla carica di Presidente della Provincia. L’interessato logicamente non la pensa allo stesso modo.
 
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Pensavano di farla franca i nudisti di Campomarino, ma è scattato nei giorni scorsi un blitz della Guardia Costiera e sono scattate anche denunce per atti osceni.
 
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Poveri autisti dell’Amat! Se la passano proprio male, infatti nei giorni scorsi uno di loro è stato schiaffeggiato da un viaggiatore sulla linea 27 per San Vito, invece ai Tamburi un bus è stato preso a sassate.
 
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Fra le varie cene che si alternano fra il bianco, il rosa e l’azzurro registriamo la “Cena in bianco” fra le botteghe della Capitale italiana della ceramica, Grottaglie.
 
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Mancano 25 addetti al Museo MarTa di Taranto, pertanto, in attesa dell’espletamento del concorso già in atto, sarebbe necessario reperire le unità mancanti per far fronte alle necessità che sono particolarmente urgenti in questa seconda fase dell’estate tarantina.
 
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Si può definire l’edicola votiva più grande ed originale, quella realizzata da un 87enne di Monteiasi su uno sporgente della Circummarpiccolo. E’ la Madonna di Fatima dei pescatori attorniata dalle stazioni della Via Crucis.
 
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Il cantante Niccolò Fabi donerà ai bambini del Quartiere Tamburi un parco giochi. Il tutto sarà preceduto da una manifestazione che si terrà il 3 settembre prossimo a Martina Franca e che per l’intera giornata avrà come centro di attenzione il mondo dei bambini.
 
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Si svolgerà dal 2 settembre al 20 ottobre la XIV edizione del “Giovanni Paisiello Festival” che avrà come location privilegiata alcuni angoli suggestivi della Città Antica di Taranto.
 
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Vuota da metà luglio la ex sede della Banca d’Italia, in Piazza Ebalia a Taranto, potrebbe diventare sede di un Polo Museale del mare da mettere in rete con altre realtà. Si andrebbe così a porre rimedio alla occasione sfuggita ai tarantini di trattenere a Taranto la nave “Vittorio Veneto” per farne un museo del mare.
 
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Il tratto di strada che da Martina Franca porta a Locorotondo finalmente sta per essere riconsegnato alla fruibilità degli automobilisti. Bloccata dalla Pasqua scorsa la strada ha creato non pochi problemi alla viabilità con deviazioni non sempre bene indicate e che alcune volte sulla tratta Locorotondo-Martina Franca hanno spinto gli autisti a spostarsi fino a Cisternino. In questi caso è giusto ripetere “Meglio tardi che mai!”.


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