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La terra trema e anche il nostro cuore

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

10
NOV
2016
 
Proprio nelle circostanze tragiche come quelle dovute al sisma che ha colpito l’Italia Centrale, piuttosto che ricorrere a logica e raziocinio si assiste alla ricerca delle cause fra concreto e astratto. Così, i più svariati movimenti d’opinione cercano con accanimento una spiegazione ai fenomeni naturali disastrosi, tralasciando o ponendo in secondo piano quelli immediatamente imputabili all’uomo
 
 
Gli ultimi eventi sismici a noi più vicini, suscitano molteplicità di sensazioni: paura, sgomento, sofferenza, tristezza. Emozioni normali e condivisibili strettamente connesse alla natura dell’uomo. 
Alle spontanee espressioni di rabbia e senso d’impotenza, segue l’azione, intesa nella sua accezione migliore, finalizzata all’aiuto e all’assistenza verso chi è vittima di processi nefasti. 
I terremoti, le guerre, le carestie, le calamità naturali, le epidemie, l’inquinamento e i disastri ambientali, anche se in modi e tempi differenti, sortiscono tutti lo stesso esito: la distruzione parziale o totale della vita e del territorio. Un vorticoso susseguirsi di cause ed effetti scaturenti dalle azioni dell’Uomo o della Natura. 
Mentre sulle prime sarà sempre possibile intervenire positivamente, per le seconde non vi è alcuna certezza.
Proprio dal confronto fra Natura e Uomo dovrebbe nascere la consapevolezza dell’inferiorità di questo nei confronti della Terra e l’Universo, accettando l’assoluta normalità degli eventi, i cui esiti possono essere limitatamente governati. Ciò non esclude la sofferenza di chi ne è vittima, frutto dell’intrinseca fragilità dell’animo umano.
Eppure, proprio in circostanze come quelle dovute al sisma che ha colpito l’Italia Centrale, piuttosto che ricorrere a logica e raziocinio, si assiste alla ricerca delle cause fra concreto e astratto. Così, i più svariati movimenti d’opinione cercano con accanimento una spiegazione proprio ai fenomeni naturali disastrosi, tralasciando o ponendo in secondo piano quelli immediatamente imputabili all’uomo.
Al contrario delle vittime, che compostamente accettano gli esiti confidando nel futuro e nell’aiuto dei simili, c’è una parte della società che, dal suo punto d’osservazione privilegiato, cerca un colpevole, anela a una vittima sacrificale. Quanto più è disastroso l’evento tanto è maggiore il regresso. Un salto iperbolico indietro nel tempo che, dai principi illuministi, che esaltavano l’intelletto imputando solo all’uomo le cause del suo stato di minorità psicologica e sociale, porta alle soglie dell’anno 1000.
La società che riteniamo civile, si popola di animisti che attribuiscono capacità di volontà e di pensiero ai fenomeni naturali, maledicendoli con epiteti favolistici, fatalisti che ritengono assolutamente ininfluente l’operato dell’uomo in relazione agli accadimenti della vita, complottisti che imputano qualsiasi effetto a cause oscure volutamente generate per secondi fini. E con essi miriadi di teorie.
Anche se apparentemente insignificante, è un fenomeno molto più vasto di quanto appaia, tanto da coinvolgere sfere sociali inaspettate. Perfino la fede religiosa arriva a sconfinare nel fanatismo degli apocalittici millenaristi.
Un terremoto è un fenomeno naturale e assolutamente normale per un pianeta come il nostro che è composto da una massa incoerente di energia su cui posa uno strato esterno, la crosta terrestre, non omogeneo e in perenne evoluzione. Solo nell’uomo può risiedere la capacità di trovare riparo agli effetti dei movimenti tellurici come a qualsiasi fenomeno naturale a lui dannoso. 
All’opposto di questi concetti razionali, assistiamo a movimenti pseudo religiosi, ministri del culto, esponenti della cultura, che imputano le cause dei terremoti e di altri eventi naturali disastrosi, alle unioni civili, all’omosessualità, alla lotta per le uguaglianze sociali ed etniche. Antonio Socci, noto giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano, ha recentemente dichiarato che il sisma oggetto del Centro Italia, nell’area fortemente simbolica per i cattolici, quella di San Benedetto, di San Francesco e della Santa Casa di Loreto, è la conseguenza dell’incontro di Papa Francesco con gli esponenti della Chiesa Luterana. Il Pontefice, a parere suo e dei suoi seguaci,  avrebbe dovuto porre l’Italia sotto il patrocinio della Madonna piuttosto che disapprovare la scomunica che fu lanciata a Lutero da Leone X nel 1521. Questo mentre dagli studi radiofonici di Radio Maria, emittente cattolica, s’imputavano alle unioni civili le cause del terremoto. L’apoteosi della libera interpretazione divenuta da opinione a teoria e come tale diffusa pubblicamente. Libera interpretazione entro un intervallo di odio e intolleranza, senza possibilità di dibattito e confronto. 
Eppure, i credenti di tante religioni, anche molto discordanti, sanno che il nostro pianeta è stato donato all’uomo da una o più entità supreme, per trarne i frutti avendone cura e rispetto. Tutte divinità generose e generatrici. Come può un credente pensare a un dio d’amore che desidera la distruzione del suo stesso creato? Sulla scorta di dottrine deviate si condanna l’intera umanità che non le osserva. Le uniche manifestazioni consentite sono la preghiera e il pentimento.
Nella realtà non vi è religione, fra le più diffuse, che ritenga la preghiera strumento di protezione verso i mali del mondo spesso generati dall’uomo. Sono costrutti sociali finalizzati alla sottomissione. 
Ciò che emerge, al contrario, è il ritorno di fondamentalismi esasperati che credevamo sepolti nelle pieghe della storia. Proprio quando dovrebbe prevalere la capacità di superare le grandi difficoltà, dimostrando di aver acquisito gli insegnamenti delle dottrine scientifiche, filosofiche e religiose consegnateci dal passato.
Concreto contro astratto. L’eterna fragilità dell’uomo fra ragione e sentimento.
 


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