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Attenzione a quello che si scrive

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

9
DIC
2016

Le prove lasciate su Facebook tornano utili per l’addebito della separazione. Coniugi fedifraghi, piano con i post!

 

Fino a pochi anni fa eravamo abituati a una vita reale fatta di chiacchiere e risate con amici "veri"; oggi siamo, invece, circondati anche da amici virtuali. Il fenomeno delle amicizie virtuali nasce nel lontano 4 febbraio 2004 quando un giovane studente di Harvard,

Mark  Zuckerberg, crea una piattaforma software chiamata Facebook. Inizialmente la piattaforma era stata pensata solo per mettere in comunicazione gli studenti dell'Università di Harvard ma dopo poco tempo la piattaforma è diventata  il piu grande canale di comunicazione del mondo.
Sono ormai lontani quei tempi della timida comunicazione virtuale; oggi  i contenuti lasciati sulla piattaforma possono costituire importanti prove da produrre in giudizio.
Da Facebook si possono attingere utili notizie sia per la punizione di alcuni reati sia per raccogliere prove da utilizzare in sede di separazione. 
 
Il CASO 
Nel caso in questione le prove lasciate su Facebook sono state prodotte in un giudizio di separazione, svoltosi davanti al Tribunale di Prato.
Il marito è riuscito a ottenere l'addebito della separazione nei confronti della moglie dimostrando che la stessa sul social, nonostante fosse ancora sposata, ostentava libertà e trasgressione. 
La donna, inoltre, aveva pubblicato su Facebook  due fotografie: in una c'era solo la figlia, in un'altra c'erano entrambe all'interno di una discoteca e vestite in modo discinto; un atteggiamento poco consono per la figlia sedicenne e per la donna, che aveva utilizzato la figlia come compagna di avventure. Infine, il marito era riuscito a procurarsi alcuni commenti che la donna aveva lasciato sulla bacheca Facebook di un altro uomo, di alto contenuto allusivo : "è insaziabile di me".
[Tribunale di Prato sentenza 1100 del 2016]


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